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I SINKHOLES IN SARDEGNA MERIDIONALE.
ALCUNI ESEMPI DAL SULCIS IGLESIENTE E POSSIBILI
CORRELAZIONI CON LE ATTIVITA’ ANTROPICHE
Caredda P.
1
, Mariolu E.
2
, Nisio S.
3
ABSTRACT
The South-Western part of Sardinia has been afflicted, from the 1990, by several cover-
collapse sinkholes mostly occurring in Carbonia-Iglesias areas.
The study area, that lies in the Iglesiente–Sulcis region, is characterized by the cropping
out of the Palaeozoic basement and Tertiary rocks, covered with some meters (30-50
m) of continental Quaternary sediments (sand, gravels and clays).
Historical studies of these phenomena has pointed out several areas in which these
hazards have frequently occurred and where the susceptibility of cover collapse sinkhole
formation seems to be much higher. Direct and indirect surveys have enabled to formu-
late some hypothesis for the genesis of these sinkholes; some hypothesis for the corre-
lation between cavities and pumping system is done.
This study tries to define an adjourned census of the sinkholes in Sardinia and can help
local planners to avoid hazards due to these phenomena in the future.
1. INTRODUZIONE
Il meccanismo di formazione di grosse voragini nel settore sud-occidentale della Sardegna
è stato recentemente al centro di numerosi dibattiti e lavori (a causa di un riacutizzarsi
della problematica negli ultimi anni), nei quali sono state affrontate le possibili correlazioni
tra il contesto geologico e le attività antropiche.
L’introduzione di una normativa specifica, che approfondisse e regolamentasse le aree
interessate dai fenomeni di sinkholes, è stata disciplinata dalle norme di attuazione del
Piano di Assetto Idrogeologico, già presente come Legge n° 267 del 3/08/1998 modi-
ficata e aggiornata con decreto del Presidente della regione Sardegna n° 35 del
21/03/2008. E’doveroso ricordare che con tale norma di attuazione è stato previsto
un protocollo tecnico “tipo”, approvato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino,
che fornisce le indicazioni per l’esecuzione dello studio dettagliato delle aree soggette a
rischio Sinkholes.
La necessità di imporre una normativa specifica su scala regionale, avente carattere
cautelativo e preventivo tale da garantire nel territorio regionale adeguati livelli di sicu-
rezza di fronte al verificarsi di eventi idrogeologici, evidenzia quanto il problema sia diven-
231
1 Portovesme S.r.l.
2 Libero professionista
3 ISPRA - Dipartimento Difesa del Suolo - Servizio Geologico d’Italia
tato attuale e di particolare rilevanza, al fine di tutelare le attività umane, i beni economici,
di patrimonio ambientale e culturale esposti a potenziali danni.
Nella valutazione dello stato attuale dei sinkholes presenti nella Sardegna meridionale rica-
denti nella Provincia di Carbonia-Iglesias, si è reso necessario analizzare il contesto geolo-
gico ed idrogeologico puntuale, l’evoluzione storica e l’impatto antropico derivante da un
uso indiscriminato del territorio, quale l’emungimento incontrollato della falda sotter-
ranea, l’attività mineraria centenaria e l’uso scorretto del suolo a fini agricoli e industriali
e civili. Tale studio ha permesso di individuare, in ogni settore esaminato, una serie
omogenea di fattori predisponenti ed innescanti, riconducibili allo stesso processo gene-
tico di formazione delle voragini.
2. SINKHOLES NELLA PIANA DEL CIXERRI
Nella piana del Cixerri (Zona Industriale e mineraria) sono ubicati numerosi fenomeni di
sinkhole, oggetto di alcuni studi di carattere tecnico (BALIA
et al
., 2001; DEWAELE &
MUNTON, 2001; COSSU
et al.
2007; DEWAELE. 2009; DEWAELE
et al
., 2009; CAREDDA
et al.
2004; ARDAU
et al.,
2005; NISIO 2008).
La piana del Cixerri, deriva da un’originaria fossa tettonica con andamento est-ovest,
colmata in successione da sedimenti argillosi e detriti di età terziaria e quaternaria. Tale
fossa denominata “Fossa del Cixerri” si estende ad est dell’abitato d’Iglesias e si innesta
ortogonalmente alla piana del Campidano. I limiti geomorfologici sono marcati da faglie
“Alpine” est-ovest e nord-sud che determinano una forma approssimativamente trapezoe-
drica, allungata in direzione est-ovest per circa 26 Km e larga 8 Km. Si presenta come
irregolare successione degradante di ampi terrazzi alluvionali e di bassi rilievi calcareo-
scistosi del Paleozoico (M.te Ollastu, M.te Maiori) e da rilievi conici eruttivi del Terziario.
Complessivamente la valle è da ritenersi stabilita in una sinclinale, che fa parte di un
sistema di pie ghe, con assi circa E-W (MAXIA, 1935). La valle del Cixerri è colmata da depo-
siti clastico-terrigeni derivanti dalla demolizione dei rilievi paleozoici circostanti, con uno
spessore di circa un centinaio di metri. Le alluvioni recenti sono costituite da sedimenti
clastici di trasporto fluviale mentre il detrito di falda abbonda al bordo sud-occidentale
della valle, dove spesso forma conoidi dolcemente degradanti verso la pianura
Il nucleo più antico dell’area è costituito da formazioni di età cambriana: la Formazione di
Nebida, costituita da metasiltiti e metareniti con lenti e livelli di metacalcari dolomitici; la
Formazione di Gonnesa, presente con il Membro della Dolomia Rigata, costituito da
dolomie primarie, il Membro della Dolomia Grigia, con dolomia massiva diagenetica e il
Membro del Calcare Ceroide, costituito da metacalcari massivi; la F. di Cabitza (attribuita
recentemente all’Ordoviciano inferiore), rappresentata dal Membro del Calcare Nodulare;
metacalcari a struttura nodulare e dal Membro degli Argilloscisti; sequenza ritmica di
metargilliti laminitiche e matasiltiti.
La sequenza prosegue con le litologie dell’Ordoviciano, rappresentato alla base dalla
Puddinga Auct.
(metaconglomerati poligenici a cemento arenaceo ematitico) e da asso-
ciati
Scisti varicolori Auct
. (alternanze di metaranarie, metagrovacche, metasiltiti e metar-
gilliti varicolori).
Il complesso assetto strutturale del Sulcis Iglesiente risulta caratterizzato da due princi-
pali eventi orogenetici: il primo polifasato, di età Ercinica (plicativa), il secondo di età Alpina
a carattere prevalentemente fragile (distensiva).
232
3. IDROGEOLOGIA DELLA PIANA DEL CIXERRI
Dal punto di vista idrogeologico l’area in oggetto può essere suddivisa in quattro
complessi idrogeologici principali. Il Complesso terrigeno inferiore (800 m di spessore -
Formazione di Nebida) è costituito alla base da siltiti, argilliti ed arenarie e nella parte
superio re da alternanze di arenarie quarzose, scisti arenacei con strati e lenti di calcari
gradatamente sostituiti da dolomie. La serie appare intensamente piegata, ma con una
fatturazione limitata ai soli banchi arenacei e calcarei. La permeabilità per fessurazione
è scarsa o nulla, anche se localmente è presente una modesta circolazione idrica nelle
intercalazioni carbonatiche. Il Complesso carbonatico antico (500-1000 m di spessore)
è limitato al letto dal membro della Dolomia rigata ed al tetto dai Calcari nodulari. È costi-
tuito da tipi litologici della Dolomia grigia e del Calcare ceroide. Il limite inferiore è scar-
samente permeabile per la contenuta fratturazione e per la quasi assenza di carsifica-
zione. La Dolomia grigia ed il Calcare ceroide hanno un comportamento idrodinamico
analogo, mentre si differenziano notevolmente per il comportamento meccanico, a causa
della diversa costituzione petrografica, giacitura, fratturazione e carsificazione. Le dolomie
si presentano debolmente fratturate, con le fratture spesso concrezionate e colmate da
materiali residuali. La carsificazione è presente, ma non molto spinta. I calcari invece, sono
caratterizzati quasi ovunque da una fitta rete di fratture poco concrezionate. Sono
presenti numerose cavità carsiche. Le caratteristiche del complesso sono localmente
variabili in funzione delle giaci ture e anche della presenza di filoni. Il Complesso scistoso
intermedio (300-400 m di spessore) comprende la parte superiore dei
Calcari nodulari
,
233
Fig. 1 – Panoramica di un sinkhole in
località Corongiu de Mari.
234
dove sono prevalenti i livelli argillosi, e gli
Argilloscisti di Cabitza
. Si tratta di un complesso
impermeabile che, dando origine ad alcune soglie di permeabilità, condiziona fortemente
la circolazione idrica sotterranea. Il Complesso terrigeno superiore, (200-500 m di spes-
sore) caratterizzato da permeabilità variabile, comprende i terreni ordoviciani costituiti
dal conglomerato poligenico basale, dagli argilloscisti arenacei, dalle argille siltose, da
argilliti e siltiti con locali masse calcaree inglobate. Questo complesso borda l’area
dell’Iglesiente come una barriera quasi continua, che va dal mare fino alla valle del Cixerri,
comprendendo sia l’abitato di Iglesias che quello di Villamassargia.
3.1 Località Cuccuru Tiria
La località di Cuccuru Tiria, è ubicata ai piedi del complesso del Marganai, tra rilievi carbo-
natici, a quote di circa 200 metri s.l.m.. Il sistema carsico di Cuccuru Tiria (grotta Cucurru
Tiria, presenza di corsi d’acqua sotterra-nei) costituisce la fonte principale delle acque
sotterranee che alimentano la piana del Cixerri. Nel settore in esame sono stati censiti
15
sinkholes
, tra depressioni singole e multiple, ubicate nella piana alluvionale del Rio
Corongiu (NISIO, 2008). I
sinkholes
censiti presentano una certa differenzazione morfo-
metrica. Alcune cavità non superano i 5-6 metri di diametro, con profondità di circa 3-4
metri. La maggior parte sono ricoperte da vegetazione o presentano stadio evolutivo
senile. Negli anni passati, nel corso di altri studi, sono state segnalate voragini a differente
diametro, successivamente ricolmate e di difficile ubicazione. Altre voragini ubicate presso
le località, Corongiu de Mari e Serra de Daga, presentano diametri maggiori (30 m) ma
scarse profondità (3 m; fig. 1). Nell’area sono presenti altre cavità di piccolo diametro,
segnalate solo agli inizi dell’anno 2000. Il
sinkhole
di dimensioni maggiori è stato osser-
vato per la prima volta nel 2001 (CAREDDA
et al.
2004). Nell’area di Cucurru Tiria sono
numerosi i pozzi di emungimento e potrebbe essere possibile una connessione con i feno-
meni di sprofondamento. I fenomeni hanno nel tempo progressivamente coinvolto la valle,
lungo la direzione che segue il collettore sotterraneo che da Cuccuru Tiria raggiunge la
piana sottostante.
3.2 Località Guardia su Merti
L’area di Guardia su Merti è pianeggiante, circondata da rilievi collinari, che sovrastano
la depressione valliva del Cixerri. Il contesto geologico è caratterizzato da alluvioni ghia-
ioso-sabbiose in matrice argillosa poggianti su arenarie, al di sotto delle quali si attesta il
bedrock carbonatico (calcari e dolomie a profondità comprese tra i 20 m e i 40 m). Il
settore in esame ricade presso la zona industriale di Iglesias. Presso Guardia Su Merti
sono stati censiti 8
sinkholes
, di dimensioni variabili, che spesso superano i 30 m di
diametro e 10 m di profondità. Alcuni interessano una fascia a ridosso della linea ferro-
viaria (BALIA
et al.
2001; CAREDDA
et al.
2004). Le voragini mostrano caratteristiche simi-
lari, per la tipologia di sprofondamento, e morfometria della cavità. La voragine apertesi
nel 1999 aveva diametro di 35 m e profondità di 12 m al momento della formazione. Nei
pressi della stessa erano presenti altre cavità di diametro minore (3 m) e profondità
scarsa (3, 5 m). Gli altri
sinkholes
hanno diametri variabili tra 30 m e 10 m, e sono attual-
mente in corso di colmamento con materiale gradato idoneo. Il substrato è stato indivi-
duato a profondità comprese tra 40 m e 20 m. La maggior parte dei fenomeni sono rico-
perti da vegetazione o messi in sicurezza attraverso la peri metrazione della voragine con
reti metalliche, che nella maggior parte dei casi sono state divelte o sono cadute per il
progressivo avanza mento della stessa. E’ da segnalare che anche in tale area sono
presenti molti pozzi per uso idropotabile; va inoltre ricordata l’intensa azione antropica
prodotta dalle opere di manutenzione, relative alla rete ferrovia-ria e al vicino polo indu-
striale, che ha determinato frequenti vibrazioni sui terreni.
3.3 Località Caput Acquas
Località Caput Acquas è ubicata nel Comune di Villamassargia, ad alcuni chilometri
dall’abitato, a ridosso dei versanti settentrionali del Monte Ollastus, a breve distanza
dall’alveo del Rio Cixerri. Nei pressi di Monte Ollastu, a poche centinaia di metri dalla
sorgente di Caput Acquas, si sono aperti alcuni
sinkholes
sui quali sono costantemente
eseguiti monitoraggi per verificarne lo stato attuale di avanzamento. In particolare sono
stati censiti 4
sinkholes
(fig. 2), dei quali uno è stato ricolmato, uno ricoperto da vegeta-
zione e messo in sicurezza attraverso reti metalliche, mentre i restanti due sono ancora
aperti e non ancora messi in sicurezza. La maggiore delle voragini, osservata per la prima
volta nel 2001 (CAREDDA
et al.
2004), presenta diametro di 20 m e profondità di 15 m.
Le altre si presentano come voragini singole e coalescenti con diametri di circa 10 m e
profondità di 2-3 m.
235
Fig. 2 - Panoramica di un sinkhole presso località Caput Acquas.
4. SINKHOLES NEL SULCIS
I
sinkholes
censiti nel Sulcis si manifestano in superficie con l’apertura di voragini di forma
sub-circolare con diametri medi di 20 m e profondità non superiori ai 15 metri. I
sinkholes
si sono manifestati con maggiore frequenza a partire dagli ultimi anni del 1990, presu -
mibilmente a causa di interazioni fra movimenti di corpi idrici in falda, gallerie minerarie
e cavità ipo gee da carsismo. La profondità del substrato carbonatico non sempre è stata
accertata ma nella maggior parte dei casi sono presenti più di 30-40 m di coperture
continentali. Nell’area sono stati censiti più di 30 casi; di segui to una breve trattazione
delle aree interessate dai fenomeni
4.1 Località Cannas (Carbonia)
Il territorio Comunale di Carbonia (CI), è fra le nuove aree della Sardegna meridionale ove
ultimamente si sono rilevati fenomeni di crollo legati sia ad eventi naturali, quali il
carsismo, sia ad azioni antropiche quali l’emungimento indiscriminato della falda e all’in-
tensa attività mineraria pregressa. Tali fenomeni sono attualmente tenuti sotto osserva-
zione; si auspica un intervento di studio più dettagliato per poter definire al meglio sia
l’estensione del problema che l’ inserimento di tali aree fra quelle soggette a disciplina
P.A.I..
Negli ultimi anni in particolare si è assistito in diverse aree del comune alla formazione di
voragini, di dimensioni tali da poter essere considerate un reale rischio per possibili danni
a beni o persone.
236
Fig. 3 - Stralcio della carta I.G.M. foglio 564 (sez. I); in rosso, a destra della città di Carbonia, l’ubi-
cazione dell’area di Cannas.
237
Fig. 4 – Ubicazione dei fenomeni verificatesi presso Carbonia: in rosso i Sinkholes in blu la stazione
di pompaggio comunale delle acque sotterranee. Sulla destra una dolina di forma sub-circolare.
Fig. 5– Sinkhole in località Cannas ( foto del 10/05/2004).
Recenti sopralluoghi nel territorio comunale hanno permesso di verificare in prossimità
del Rio Cannas e nell’abitato di Bacu Abis delle aree di sprofondamento di varie dimen-
sioni e profondità.
La località di Cannas di sopra è ubicata nella periferia est della città di Carbonia a poche
centinaia di metri dalle ultime abitazioni (fig. 3).
Dal punto di vista geologico l’area mostra affioramenti ascrivibili al Paleozoico (Cambriano
inferiore, formazione di Gonnesa), localmente coperti da suoli ed alluvioni recenti. Le
formazioni calcaree e dolomitiche presenti sono spesso interessate da importanti mani-
festazioni carsiche. L’attività carsica di tale area è ampiamente sviluppata sono presenti
numerose cavità e diverse doline.
Nel maggio del 2004 è stata individuata una cavità di neoformazione: un pozzo, con
sezione di forma sub circolare che aveva, al momento della formazione, un diametro di
5,5 x 5 m circa ed una profondità di circa 12 metri (fig. 4). Alla sua base le dimensioni
erano più che triple rispetto all’apertura in superficie cui seguiva un piano molto inclinato
per altri 8-10 metri di dislivello che andava a collegarsi con i sottostanti ambienti della
vicina miniera di barite abbandonata.
Il crollo, partendo da circa 2-3 m di profondità, aveva messo in evidenza le litologie
cambriane a cui seguivano chiare morfologie d’approfondimento in regime vadoso sino
alla profondità di circa -20 m per uno sviluppo complessivo di circa 50 m, per interse-
care quindi il margine nord-orientale della coltivazione mineraria.
Un successivo sopraluogo nel dicembre del 2005 ha consentito di verificare (anche dall’in-
terno) che in poco più di un anno il sinkhole ha avuto un progressivo collasso strutturale
238
Fig. 6 – Sinkhole in località Cannas (foto del 19/11/2009).
determinando un aumento delle dimensioni del pozzo d’accesso che dai 5,5 x 5 m iniziali
sono diventate decisamente più ellittiche passando ad 8,30 x 6 m lungo gli assi maggiori.
L’ultimo sopraluogo effettuato alla fine del 2009 ha permesso di verificare l’allargamento
della voragine che ha raggiunto la misura di circa 11 x 6,5 m ed una profondità di poco
più di 8 m a causa del materiale precipitato dalla volta (fig. 5).
Tale collasso, peraltro prevedibile, provocato dall’alternato dilavamento e disseccamento
e della conseguente progressiva perdita di coesione dei sedimenti detritico-argillosi di
riempimento, ha determinato la netta messa in evidenza, in particolare nel margine orien-
tale, delle litologie cambriane alquanto carsificate.
Sul fondo, al termine dell’imponente accumulo di detriti che costituiscono il piano inclinato,
si intercetta un bacino idrico con profondità media di circa 2 m, in diretto collegamento
con la parte già nota della Miniera.
Altri fenomeni di crollo si sono manifestati nella vicina valle di Cannas di Sopra, posta
immediatamente più a nord. Noti da qualche tempo hanno dato origine a sinkholes di
piccole dimensioni che sono stati parzialmente riempiti con rifiuti di varia natura (fig. 6).
Tali eventi possono essere correlati agli emungimenti di acqua dal sottosuolo di una vicina
stazione di pompaggio comunale di cui attualmente non si conoscono le portate comples-
sive emunte (fig. 7).
4.2 Località Nuxis e Narcao
Nei Comuni di Nuxis, frazione di Acquacadda, e Narcao si sono verificati alcuni piccoli
episodi di sprofondamento a partire dalla fine degli anni ottanta alla metà degli anni
novanta. Attualmente i fenomeni sono stati ricolmati con pietrame ed obliterati dalla rigo-
239
Fig. 7 – Sinkhole nei pressi della stazione di pompaggio comunale di Cannas
240
Fig. 8 – Un sinkhole presso il centro abitato (giardini pubblici) di Narcao
Fig. 9 – Esempio di un piccolo sinkhole (scavernamento) presso l’area di Narcao.
gliosa vegetazione. L’area di Nuxis, a partire dall’inizio del secolo, è stata interessata da
intensa attività mineraria ed emungimento della falda per uso idropotabile. Gli anziani
minatori che lavoravano nella miniera di Sa Marchesa, negli anni 70-80, a pochi chilometri
dall’abitato di Nuxis, ricordano che un vasto sprofondamento interessò una parte della
strada provinciale Acquacadda-Carbonia nei pressi di Acquacadda, il quale provocò il
blocco del traffico per alcuni giorni, fino a quando non si procedette a ripristinare la strada
colmando lo sprofondamento con diversi carichi di pietrame.
Nell’area di Narcao i fenomeni sono ancora in corso, e coinvolgono lo stesso centro
abitato (fig. 8) anche se di piccole dimensioni e profondità, alcuni possono essere consi-
derati scavernamenti (fig. 9). L’area di studio ubicata nei pressi del Rio Cannedu mostra
affioramenti ascrivibili al Paleozoico, localmente coperti da suoli ed alluvioni recenti.
La conformazione morfologica del territorio circostante il centro abitato del comune di
Narcao, può essere distinta in due zone differenti, chiaramente differenziate in relazione
alle litologie presenti.
La prima a nord del centro abitato è caratterizzata da quote che progressivamente
crescono da sud verso nord, con piccole valli in cui scorre con direzione circa nord sud
il Rio Cannedu.
Le quote partono da circa 130 metri nella zona sud per arrivare a quota 339 m di Punta
Cannedu e a quota 398 m di Monte Ega mentre la zona a sud del centro abitato, ha una
morfologia subpianeggiante caratterizzata da deboli pendenze.
Nel caso del Rio Cannedu in prossimità del centro abitato di Narcao, il crollo ha interes-
sato in diversi punti l’alveo del corso d’acqua, con conseguente temporanea scomparsa
dell’acqua in sub-alveo.
L’acqua riaffiora dalle stesse cavità nei periodi di maggiore piovosità solo dopo aver satu-
rato completamente le litologie calcaree su cui scorre, permeabili appunto per carsismo
e fessurazione.
5. CONCLUSIONI
In Sardegna le aree a maggior suscettibilità ai
sinkholes
sono distribuite nel Sulcis-Igle-
siente, nei Comuni di Iglesias, di Villamassargia, Carbonia, Nuxis, Narcao e S. Anna Arresi.
Il presente lavoro, attraverso la raccolta di dati di letteratura, integrati successivamente
da sopralluoghi e rilevamenti effettuati nel corso del anno 2009, mette in luce la forma-
zione di alcuni nuovi fenomeni in aree precedentemente e apparentemente non vulnera-
bili, quali il territorio comunale di Carbonia.
Sono emersi inoltre, diversi aspetti legati allo stato di abbandono in cui si trovano i
sinkholes, i quali in alcuni casi, sono dimora di discariche abusive, spesso con presenza
di materiali pericolosi quali Eternit, batterie d’auto, olii esausti ecc. che purtroppo testi-
moniano una carenza, da parte delle Amministrazioni locali, nelle attività di messa in sicu-
rezza e monitoraggio delle voragini.
I sinkholes della Sardegna sud-occidentale, censiti, presentano meccanismi di formazione
ancora in corso di uno studio approfondito ma indicanti lo stesso fattore predisponente:
il substrato litoide cambrico di natura calcareo-dolomitica, interessato da strutture
carsiche ipogee ed epigee, la circolazione delle acque sotterranee profonde, nonché la
falda freatica presente nelle coperture continentali. I fattori innescanti sono da ricercarsi
nell’alterazione della dinamica delle falde sotterranee, ovvero nel repentino abbassamento
del livello piezometrico per emungimento eccessivo, e nei regimi pluviometrici che carat-
241
terizzano la Sardegna meridionale (alternanza di periodi di siccità e di alluvionamento).
Infatti il repentino abbassamento del livello pie zometrico, comporta crollo della copertura
per perdita di equilibrio statico e ripercussione dei vuoti verso l’alto per compensazione.
E’ interessante notare, infatti, che il gran numero di sprofondamenti si sono sviluppati al
termine del decennio siccitoso degli anni novanta. Tuttavia non possono essere escluse
concause antropiche quali la presenza di gallerie minerarie che alterano gli equilibri della
falda creando vie di scorrimento preferenziali. Una lenta erosione potrebbe inoltre essere
operata dalle acque di falda idrica superficiale nei confronti della roccia alterata e dei
terreni clastici appartenenti alla copertura continentale. I sedimenti sciolti asportati,
vengono convogliati verso le cavità carsiche, e determinano progressivi ampliamenti ver -
ticali ed orizzontali dei vuoti sotterranei.
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