La prevenzione in adolescenza. Percorsi psicoeducativi di intervento sul rischio e la salute.
Abstract
37. Bonino S., Cattelino E. (a cura di, 2008). La prevenzione in adolescenza. Percorsi psicoeducativi di intervento sul rischio e la salute. Trento: Erickson
... -Comunità: leggi che incoraggiano l'uso di alcol; disponibilità e accessibilità della sostanza (Dazzi, 2002); valori e norme sociali che promuovono il consumo di alcol (Pietrantoni, 2001;Guarino et al., 2005;Guarino et al., 2006;Guarino, 2007); mass--media e pubblicità che privilegiano l'associazione di immagini di successo al consumo di alcol (Giaccardi, 1996;Di Pietro, 1997); messaggi che spingono i ragazzi verso un'anticipazione dello status di adulto (Bonino, Cattelino, 2008); situazione economica difficile (Alesci et al., 2003;Taylor et al., 2004;Turner et al., 2004). ...
... -Individuali: orientamento verso il futuro e progettualità; capacità di autocontrollo; pensiero critico e creativo; capacità di problem solving e decision making; (Bonino, Cattelino, 2008); attribuzione di importanza all'esperienza scolastica; capacità di ricerca di aiuto (Becciu, Colasanti, 2007). ...
... -Familiari: stile educativo autorevole (Shucksmith, Hendry e Glendinning, 1995;Jackson e Foshee, 1998;; stile educativo autoritario nei contesti urbani a rischio (Gonzales et al., 1996); stile genitoriale condiviso dal vicinato e dalle reti sociali della famiglia; collaborazione fra genitori e scuola; senso di comunità dei genitori (Steinberg, Darling e Fletcher, 1995); proposta di modelli positivi di adulto; mantenimento di rituali familiari; atteggiamenti di disapprovazione esplicita rispetto ai comportamenti a rischio (Becciu, Colasanti, 2007); rapporto caloroso con i genitori (Stattin e Kerr, 2000); senso di integrazione della famiglia; esposizione ad un problem solving proattivo (Bonino e Cattelino, 2008). ...
Scopo della presente rassegna è l’analisi critica di alcuni programmi d’intervento psicosociale predisposti dagli studenti specializzandi della scuola del CRP di Roma per l’esame finale del corso quadriennale di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale e Intervento Psicosociale. Ne sono stati scelti 33, rappresentativi per tematica, destinatari e per tipologia d’intervento.
Psychomed, ISSN: 1828-1516
... Tali aspetti rappresentano infatti alcune delle principali variabili su cui far leva per promuovere un maggior benessere sia sul piano psicologico che su quello sociale in adolescenza. Indagarli risulta molto importante dal momento che la ricerca ha messo in evidenza quanto sia meglio lavorare per prevenire certi comportamenti piuttosto che intervenire quando sono già presenti determinate problematiche (Bonino, 2008). Gli adolescenti possono inoltre attribuire un significato differente agli eventi della loro vita: certe situazioni possono infatti essere percepite come sfide da superare con motivazione e coraggio, altre invece vengono vissute come ostacoli insormontabili. ...
... Gli adolescenti possono inoltre attribuire un significato differente agli eventi della loro vita: certe situazioni possono infatti essere percepite come sfide da superare con motivazione e coraggio, altre invece vengono vissute come ostacoli insormontabili. I fattori di protezione possono essere pertanto considerati come quegli strumenti che spesso aiutano i giovani ad attivare, quando è necessario, le risorse emotive e cognitive per gestire i conflitti e le difficoltà (Bonino, 2008), anche per la realizzazione personale futura. Allo stesso tempo la possibilità di ridurre la messa in atto di comportamenti pericolosi per la salute fisica e psicologica consente all'adolescente di mantenere un adeguato livello livello di adattamento. ...
... I fattori di protezione possono agire in modi diversi: diminuendo la probabilità di rischio che il soggetto incontra in condotte pericolose, mitigando in modo diretto o indiretto gli effetti del rischio sullo sviluppo (Jessor, 1998, in Bonino e Cattelino, 2008, eliminando il legame tra fattore di rischio e disagio o diminuendo le possibilità che il soggetto vada incontro a fattori di rischio (Coie et al., 1993, in Bonino e Cattelino, 2008. I fattori protettivi sono parte della resilienza delle persone e permettono di realizzare il circolo virtuoso che contrasta le traiettorie di rischio (Bonino e Cattelino, 2008, p. 33). ...
... I fattori di protezione possono agire in modi diversi: diminuendo la probabilità di rischio che il soggetto incontra in condotte pericolose, mitigando in modo diretto o indiretto gli effetti del rischio sullo sviluppo (Jessor, 1998, in Bonino e Cattelino, 2008, eliminando il legame tra fattore di rischio e disagio o diminuendo le possibilità che il soggetto vada incontro a fattori di rischio (Coie et al., 1993, in Bonino e Cattelino, 2008. I fattori protettivi sono parte della resilienza delle persone e permettono di realizzare il circolo virtuoso che contrasta le traiettorie di rischio (Bonino e Cattelino, 2008, p. 33). ...
Nel seguente articolo ci proponiamo di evidenziare l'importanza che riveste la presenza di un educatore maturo nel successo dell'azione formativa e nella creazione di relazioni educative che siano fattori di protezione nel disagio adolescenziale. L'adolescenza è il periodo della vita nel quale maggiormente si sente il bisogno di figure adulte significative in grado di porsi come modelli e come guide e aiuto nel cammino da percorrere per raggiungere l'età adulta. Dalle ricerche sui fattori di protezione nei comportamenti a rischio (Bonino, Cattelino e Ciairano, 2003), e soprattutto da quelle sulla resilienza (Masten, Best e Garmezy, 7 990), è emersa l'importanza di una relazione positiva con almeno un adulto significativo. Questa relazione diventa fattore di protezione per l'adolescente rispetto all'assunzione di comportamenti di rischio quando è in grado di fornire supporto e di promuovere nell'edu cando lo sviluppo di fattori di protezione primari quali le life skills, l'autostima, l'autoefficacia, ecc.
... Diventa pertanto importante valutare le eventuali differenze tra i 14 e i 15enni, in termini sia di consumo e abuso di alcolici, sia di correlati e predittori di tali condotte. L'individuazione di questi ultimi, infatti, assume un ruolo chiave per la progettazione d'interventi di prevenzione (Bonino e Cattelino, 2008), anche alla luce della relazione fra precocità del consumo e bere problematico nelle età successive. ...
... In primo luogo, emerge l'importanza d'interventi focalizzati sui gruppi di coetanei che agiscano a livello dei significati che il consumo di alcolici assume nell'ambito del gruppo. Tali interventi hanno già dimostrato la propria efficacia (Bonino e Cattelino, 2008). D'altra parte, i risultati del nostro studio evidenziano l'importanza di programmi che promuovano il senso di efficacia nella regolazione autonoma del proprio comportamento e nella resistenza alle pressioni degli amici, in senso generale e non solo con specifico riferimento al consumo di alcolici. ...
During early adolescence alcohol use entails multiple risks for health, even in case of moderate and occasional consumption. The risk severity increases in case of the intake of an excessive dose of alcohol in a single session (binge drinking). Literature shows several personal and social factors which could favour (risk factors) or limit (protective factors) adolescents' drinking. This study investigates alcohol consumption (in particular beer consumption, the most used alcoholic drink in the young population from which the sample was selected) in early adolescence and its relationship with a complex system of personal and social variables in order to identify the main correlations of beer consumption and binge drinking. A self-report questionnaire was completed anonymously by 506 boys and girls, aged 14-15 years, living in the Regions of Piedmont and Aosta Valley (North-West of Italy); 328 adolescents (46% males) were selected for the study as drinkers. More than 90% of drinkers, in greater number males and 15-year-old adolescents, had drunk beer in the last two months whereas 31% were involved in at least one episode of binge drinking in the same period, without statistically significant differences by gender or age. Both beer consumption and binge drinking were mainly explained by social factors such as drinking with friends and also drinking with parents. Among personal variables, greater self-regulatory efficacy predicted minor involvement in both beer consumption and binge drinking. The results suggest that prevention programs, in this age group, should focus not only on individuals and peer groups but also on families by involving parents.
... Il consumo di tabacco e alcolici può essere dunque considerato funzionale al raggiungimento di specifiche mete connesse ai compiti di sviluppo adolescenziali: in particolare, quelli relativi allo sviluppo dell'identità e alla ridefinizione dei legami sociali con adulti e coetanei (Palmonari, 1997;Engels, 1998;Bonino, Cattelino e Ciairano, 2007). Comprendere le funzioni che il consumo di tali sostanze svolge in adolescenza, significa individuare le motivazioni con cui gli adolescenti si avvicinano ad esse, con importanti risvolti applicativi nell'ambito degli interventi di prevenzione (Spruijt-Metz, 1999;Bonino e Cattelino, 2008). Nonostante la sua rilevanza, il tema della funzionalità in chiave evolutiva del consumo di sostanze psicoattive legali in adolescenza è stato oggetto di un numero ridotto di studi, in particolare in ambito nazionale. ...
... Pur tenendo conto di tali limitazioni, lo studio offre rilevanti spunti di riflessione per la progettazione di interventi di prevenzione del consumo di tabacco ed alcolici rivolti agli adolescenti. Come già evidenziato dalla letteratura, gli interventi risultano efficaci laddove non offrono soltanto delle informazioni in merito alle condotte a rischio, ma tengono conto anche delle funzioni da esse svolte, ovvero dei significati e dei vantaggi percepiti dai ragazzi (Giannotta et al., 2004;Bonino e Cattelino, 2008). In particolare per la prevenzione del consumo di tabacco sembra importante favorire la riflessione dei ragazzi sul ruolo delle relazioni amicali sul comportamento, oltre che sul potenziamento dell'autoefficacia regolatoria per far fronte alle pressioni dei pari, a conferma di quanto evidenziato anche dalla letteratura (Zani e Cicognani, 2006;Schwarzer e Luszczynka, 2007). ...
The functions of cigarettes smoking and alcohol use in the adolescents’ perception: a research
based on focus groups
Cigarette smoking and alcohol use in adolescence, like other risk behaviors, are meaningful
and goal-directed actions: they fulfill specific psychological functions in relation to the adolescent
developmental tasks. The present study investigated functions of cigarette smoking and
alcohol use in the adolescents’ perception through six focus groups with a total of 46 adolescents,
boys and girls, attending different high schools in Turin (Italy). The interviews were
transcribed and content analysis was carried out. A series of categories corresponding to functions
were individuated. In line with literature, results stressed that main functions of cigarette
smoking referred to transgression, experimentation, emulation and visibility, while principal
functions of alcohol use could be considered communication and coping. The main motivation
of both behaviors was pleasure. Implication for prevention is discussed.
... Un altro aspetto che merita attenzione è l'aumento signi cativo rilevato dopo la partecipazione al corso dell'autoef cacia percepita nel resistere alla pressione dei pari. Favorire lo sviluppo di tale competenza ha diverse ricadute per la salute dell'adolescente, non solo di natura sessuale, poiché gli consente di riconoscere ed evitare di cimentarsi in comportamenti che, seppur praticati dai pari, possono mettere a rischio la propria e altrui salute, permettendogli di stabilire relazioni con i coetanei connotate da autonomia decisionale e responsabilità (Bonino & Cattelino, 2008). In ne, la maggioranza dei ragazzi e delle ragazze ha riportato di essere soddisfatto del corso. ...
Lo studio intende valutare a livello esplorativo il programma di educazione affettivo-sessuale Teen STAR che ha l’obiettivo di promuovere la conoscenza del corpo, le dimensioni affettivo-relazionali ad esso connesse, il senso di responsabilità e l’autonomia di scelta nei contesti affettivi e sessuali. Sono stati valutati due corsi, seguiti da 34 adolescenti. È stata analizzata la percezione di cambiamento dopo la partecipazione al corso circa il livello di conoscenza sul tema della sessualità, l’apertura comunicativa con i genitori, le fonti di informazione circa la sessualità, l’autostima, la capacità di resistere alla pressione dei pari e la soddisfazione per il corso. Il programma favorisce una maggiore conoscenza del tema, un’immagine di sé più positiva e una migliore capacità di resistere alla pressione dei pari. Il livello di soddisfazione per il corso risulta medio-alto.
The purpose of this study is to evaluate, on an exploratory basis, the Teen STAR program for sex education which is aimed at promoting a greater awareness of one’s body, affective and relational dimensions, and to favor responsible and autonomous decisions. Two courses attended by 34 adolescents were evaluated. The study explored perception of change after the participation in the courses with regard to level of knowledge of sexuality-related themes, communication openness with parents, information sources about sexuality,
self-esteem, ability to resist peer pressure, and satisfaction for the course. The participation in the program favored an increased knowledge on sexuality, a more positive self-image and a better ability to resist peer pressure to adopt risky behaviors. Finally, participants reported a medium-high level of satisfaction for the course.
... Dalla preadolescenza a tutta l'adolescenza vi è la tendenza a trascorrere sempre più tempo coi propr i coetanei (Larson, Brown & Mortiner, 2002) e a riferirsi sempre più a essi nella presa di decisioni; tuttavia, proprio in questi anni di transizione, la supervisione dei genitori e la loro disponibilità al dialogo continuano a svolgere un forte ruolo di protezione accompagnando gli adolescenti nel processo di acquisizione di autonomia. Anche l'esperienza scolastica gratificante, vissuta come luogo di crescita culturale e di relazioni soddisfacenti, contrasta le incursioni nel rischio aiutando i giovani nel superamento dei compiti di sviluppo tipici della loro età (Bonino & Cattelino, 2008). Passando infine a considerare i possibili fattori in grado di ridurre l'effetto esercitato dalla presenza di pari devianti, i risultati dello studio trasversale evidenziano come l'autoefficacia regolatoria e la supervisione genitoriale siano in grado di moderare gli effetti di rischio di tale presenza: gli adolescenti che, pur avendo amici devianti, possiedono elevate capacità di autoregolazione e possono contare su genitori che esercitano controllo e supervisione, risultano meno coinvolti nel rischio. ...
... Metodologicamente, bisognerebbe porre l'accento, in particolare, su quelle importanti abilità/capacità individuali (life skills), come il pensiero critico, l'empatia, il problem solving e le capacità relazionali, che possono rivelarsi un'utile risorsa nella prevenzione di comportamenti a rischio (Bonino & Cattelino, 2008). Inoltre, un ulteriore passo da compiere dovrebbe essere l'istituzione, all'interno di ciascun contesto scolastico, di un'équipe di lavoro, composta da alcuni docenti e genitori, che coordini le iniziative finalizzate allo sviluppo di progetti per la prevenzione del disagio infantile/adolescenziale e dell'abuso sui minori (Caffo & Forresi, 2010;Read & Bentall, 2012). ...
In the context of psychosocial risk prevention, a project was performed, aimed to sex education and intervention against child sexual abuse. The study, funded by the USR Campania, was executed in secondary level educational institutions of Campania. We have done training sessions for school classrooms with the use of different methodologies and we have enabled a psychological counseling. Three violence cases were discovered. As consequence, it was crucial to develop intervention strategies both with the family and the school, in order to reveal unspoken violences. The school context was fundamental to support the prosecution of actions aimed to detect early violences, to figure out the victims help requests.
... Metodologicamente, bisognerebbe porre l'accento, in particolare, su quelle importanti abilità/capacità individuali (life skills), come il pensiero critico, l'empatia, il problem solving e le capacità relazionali, che possono rivelarsi un'utile risorsa nella prevenzione di comportamenti a rischio (Bonino & Cattelino, 2008). Inoltre, un ulteriore passo da compiere dovrebbe essere l'istituzione, all'interno di ciascun contesto scolastico, di un'équipe di lavoro, composta da alcuni docenti e genitori, che coordini le iniziative finalizzate allo sviluppo di progetti per la prevenzione del disagio infantile/adolescenziale e dell'abuso sui minori (Caffo & Forresi, 2010;Read & Bentall, 2012). ...
Nella prospettiva di prevenzione del rischio psico-sociale, è stato effettuato un progetto sull’educazione sessuale e gli abusi sessuali sui minori. Finanziato dall’USR Campania, esso è stato condotto in istituti d’istruzione secondaria di secondo grado del territorio campano. Con metodologie diverse, si sono condotti incontri di informazione nelle clas-si scolastiche e si è attivato uno sportello di counseling psicologico. In seguito alla rilevazione e alla presa in carico di tre casi di violenza, è stato fondamentale elaborare strategie di intervento sia con la famiglia sia con la scuola, per far emergere la violenza taciuta. Il contesto scolastico è stato importante per il perseguimento di interventi volti al rilevamento precoce della violenza e alla decodifica delle richieste di aiuto delle vittime.
Parole chiave: abuso sessuale, adolescente, prevenzione, intervento scolastico, docenti.
... Rispetto alla prevenzione i risultati qui presentati, da un lato ci riportano all'importanza di una prevenzione precoce e capace di tenere in considerazione tutto lo sviluppo umano, nei suoi aspetti cognitivi, affettivi, morali e sociali (Bonino e Cattelino, 2008); dall'altro lato richiamano la nostra attenzione sull'importanza di interventi mirati, basati sulle funzioni che i comportamenti a rischio possono rivestire per diversi gruppi di persone. Rispetto al primo punto emerge chiaramente come l'implicazione nel rischio non sia esclusivamente il frutto di aspetti interni (caratteriali o genetici) o di pressioni ambientali: esso è mosso da convinzioni e valori, in particolare quelli di conformismo, tradizione e sicurezza. ...
... Dalla preadolescenza a tutta l'adolescenza vi è la tendenza a trascorrere sempre più tempo coi propr i coetanei (Larson, Brown & Mortiner, 2002) e a riferirsi sempre più a essi nella presa di decisioni; tuttavia, proprio in questi anni di transizione, la supervisione dei genitori e la loro disponibilità al dialogo continuano a svolgere un forte ruolo di protezione accompagnando gli adolescenti nel processo di acquisizione di autonomia. Anche l'esperienza scolastica gratificante, vissuta come luogo di crescita culturale e di relazioni soddisfacenti, contrasta le incursioni nel rischio aiutando i giovani nel superamento dei compiti di sviluppo tipici della loro età (Bonino & Cattelino, 2008). Passando infine a considerare i possibili fattori in grado di ridurre l'effetto esercitato dalla presenza di pari devianti, i risultati dello studio trasversale evidenziano come l'autoefficacia regolatoria e la supervisione genitoriale siano in grado di moderare gli effetti di rischio di tale presenza: gli adolescenti che, pur avendo amici devianti, possiedono elevate capacità di autoregolazione e possono contare su genitori che esercitano controllo e supervisione, risultano meno coinvolti nel rischio. ...
Protective factors from deviant peers in adolescence. In the framework of problem behaviour theory, the present
study examined the relationships between psychosocial protective factors and involvement in risk behaviour (IRI, Individual Risk Index, which includes cigarette smoking, alcohol abuse, drug use and risky driving) when adolescents have friends involved in risk. Protective factors were drawn from individual skills (coping and
regulatory self-efficacy) and perceived environment (parental supervision and support, school satisfaction).
1134 Italian adolescents (58% girls), aged between 14 and 17 years, participated in this study. An anonymous questionnaire was administered twice at a 1 year interval. Cross-sectional results showed that the risk effect of deviant peers on IRI was moderated by regulatory selfefficacy and parental supervision. Longitudinal analysis showed significant protective main effects of regulatory self-efficacy and school satisfaction. After a year, the effect of deviant peers on individual risk involvement was no more significant.
Il progetto s’inserisce nell’ambito delle azioni che mirano a promuovere un uso consapevole dei social media. L’intervento, tramite l’utilizzo della peer education, si propone d’attivare un percorso di promozione all’uso consapevole delle nuove tecnologie rivolto ai ragazzi delle classi prime della scuola secondaria di secondo grado, allo scopo specico d’incrementare la conoscenza dei rischi ad esse connesse e le strategie per farvi fronte in maniera adattiva.
I risultati indicano che la partecipazione al progetto ha favorito nei peer educator una maggior consapevolezza di sé, delle proprie emozioni e anche della possibilità di gestirle. Nei ragazzi della classe prima di scuola secondaria di secondo grado in cui il progetto è stato realizzato si è riscontrato un incremento della conoscenza sul tema, oltre che un livello alto di soddisfazione per il corso.
The aim of this chapter is to examine the role of peers in adolescence. Specifically, our focus will be on their twofold influence on the individual, since the peer group may, on one hand, promote wellbeing and social adjustment, and, on the other, affect the development of unhealthy risk behaviors.
Several studies have shown that risky driving is especially prevalent among young drivers. Developmental psychology research has stressed the need to investigate risky driving in adolescence in the more general context of adolescent risk behaviors (Jessor, 1987). These behaviors are viewed as goal-directed actions fulfilling psychological functions related to specific developmental tasks. The study of psychological functions is crucial to understanding why adolescents are involved in risk behaviors (Silbereisen & Todt, 1994). Psychological functions have been generally studied indirectly by analyzing the relationships between implications in risk behaviors, individual and contextual aspects. The main functions of risky driving and other risk behaviors have been recently identified in the Italian context by Bonino, Cattelino & Ciairano, 2005. However there is very little direct research of the psychological functions by interviewing adolescents with qualitative methods.
This study explores how adolescents perceive the psychological functions of risky driving, using focus group interviews. Focus groups were divided by age and types of high school; the sample was composed of fifty-six adolescent drivers, male and female, aged 15 to 19 living in the North-West of Italy. Based on tape recordings, the interviews were transcribed and analyzed with content analysis. The categories identified represent the psychological functions of risky driving and were defined with reference to the theoretical model proposed by Bonino et al. (2005). Cohen’s kappa coefficient was used to measure agreement between two independent coders.
Sentences referring to functions were classified in ten categories. The more frequently mentioned functions were self affirmation, experimentation and perception of control, peers emulation and surpassing peers. The other categories were sensation seeking, identification with peers, adulthood, coping strategies and escape, sharing of actions and emotions, pleasure and fun, instrumental uses. Functions mentioned by adolescents and functions investigated indirectly in previous studies (Bonino et al., 2005) largely overlapped. However some differences were found. In particular, the transgressive function stressed by literature was not mentioned by adolescents. This result is likely to be related to the high social acceptance of traffic violations in Italy. Implications for prevention programs and future research are also discussed.
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