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DIDAMATICA 2014
Infrastrutture come fattori abilitanti per
l’apprendimento a scuola
Eleonora Pantò, Elisa Marchioro
1
Calogero Martorana
2
1
CSP s.c.a r.l.
Via Nizza 150, 10126 Torino
eleonora.panto@csp.it
elisa.marchioro@csp.it
2
CSI Piemonte
Corso Unione Sovietica 216, 10134 Torino
calogero.martorana@csi.it
CSP (Organismo di Ricerca accreditato al MIUR) e CSI
Piemonte (Centro Servizi di 108 enti pubblici piemontesi)
hanno sviluppato un modello sperimentale di intervento sul
territorio, rivolto alle scuole, con l’obiettivo di rendere
disponibile la larga banda per abilitare servizi didattici
innovativi, grazie all’interconnessione alla rete GARR in IPv4
e IPv6, e stimolare l’adozione di servizi didattici condivisi
attraverso accessi federati.
1. Introduzione
L’idea progettuale nasce dalla semplice, ma quanto mai attuale,
constatazione che senza larga banda e senza possibilità di cooperare in modo
efficiente, è difficile costruire i presupposti essenziali del modello di scuola del
futuro. In questo senso, CSP e CSI sono da anni impegnati con la Regione, le
Province e i Comuni piemontesi in progetti rivolti alle scuole del territorio per
promuovere l’innovazione didattica in varie declinazioni (e-learning, servizi di
telescuola per studenti con patologie gravi e disabilità, formazione sui temi della
sicurezza informatica rivolto agli insegnanti, ecc.).
La sempre maggiore diffusione di nuovi setting di aula, genericamente
indicati come “classi 2.0” basati sull’accesso ai contenuti digitali disponibili su
web, attraverso LIM, tablet e smartphone e l’adozione di modelli didattici di
classe capovolta (flipped classroom), rendono sempre più pressanti almeno due
questioni. La prima è quella di un nuovo modello di insegnamento, quali inquiry
based learning e problem posing/solving per rendere gli studenti attivi e
partecipi nel processo di costruzione delle loro conoscenze/competenze; la
seconda è quella delle infrastrutture, intese come accesso alla rete,
navigazione sicura, governo dei dispositivi e, più in generale, ottimizzazione
delle risorse.
Nel seguito si descrive la sperimentazione in corso per connettere le scuole
alla rete GARR e si suggeriscono alcuni scenari possibili per contribuire al
superamento del ritardo che separa le scuole italiane da quelle europee, sul
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piano dell’adozione delle tecnologie, che secondo statistiche OCSE è di quindici
anni [Avvisati, 2013].
2. La sperimentazione in corso
A partire dalla sollecitazione dell’Assessorato all’Istruzione della Città di
Torino per collegare le scuole primarie alla rete GARR, si è costituito un gruppo
di lavoro composto da Politecnico di Torino, CSI Piemonte e CSP. Obiettivo del
gruppo era l’ identificazione di un modello tecnico ed economico sostenibile per
consentire alle scuole l’uso del web per attività didattiche, attraverso la fornitura
di connessioni a larga banda via fibra ottica, ove possibile, o tramite ponti radio.
La prima attività svolta è stata relativa ad un censimento della fibra esistente
per individuare le scuole collegabili con minor costo sia in modalità wired
(interconnessione all’anello in fibra ottica realizzato da CSI Piemonte per conto
della Regione), sia in modalità wireless (attraverso la rete sperimentale
HPWNet, realizzata da CSP)
Questa prima attività ha restituito un primo elenco di scuole, distribuite su
tutta la città. Successivamente, per progettare un intervento mirato e puntuale,
sono stati effettuati sopralluoghi nelle scuole primarie individuate per valutare
sul campo le dotazioni tecnologiche,la connettività esistente e per la fattibilità di
eventuale collegamento wireless.
Il quadro risultante è stato piuttosto desolante. Nella maggior parte delle
scuole analizzate le dotazioni tecnologiche erano decisamente insufficienti:
pochi vecchi apparati custoditi in laboratori non sempre collegati ad Internet.
Il personale spesso non è stato in grado di dare risposte sulle modalità con
cui la scuola era connessa e, a causa del turnover di dirigenti e tecnici, si sono
stratificate soluzioni di connettività differente. In alcuni casi le scuole sono
cablate per la telefonia (di competenza della Città) ma non per i dati.
La connettività dati per la didattica è la “cenerentola” delle scuole, poiché sia
il MIUR sia gli enti locali, hanno progettato e investito sulla connettività per
garantire il funzionamento amministrativo della scuola, mentre gli aspetti legati
alla didattica sembrano restare di competenza della singola scuola, che a causa
dei tagli di bilancio non ha risorse da investire.
La carenza di competenze tecnologiche non permette alle scuole di
negoziare condizioni eque, se non vantaggiose, con i fornitori di tecnologie e
per questo, spesso, la scuola stessa deve pagare consulenti esterni che
facciano da tramite con i fornitori; consulenti che non sono sempre presenti
nelle scuole, provocando rallentamenti e diseconomie. In particolare il mancato
riconoscimento e successivo aggiornamento delle cosiddette Figure C, formate
nel 2003 dal MIUR con competenze tecnologiche per gestire le reti delle scuole,
non ha prodotto l’impatto sperato.
In Piemonte, l’esperienza positiva delle scuole identificate come Centri di
Servizio, Assistenza e Sperimentazione – costituitesi nel 2004 come
Associazione Dschola - ha permesso la realizzazione di progetti innovativi
riconosciuti anche a livello europeo, ed in particolare ha cercato di colmare
questo gap tecnologico attraverso il supporto on site e l’organizzazione di corsi
di formazione, molto apprezzati dalle scuole. Tuttavia, l’assenza di
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Infrastrutture come fattori abilitanti per l’apprendimento a scuola
finanziamenti istituzionali ha drasticamente ridotto dal 2012 questo tipo di
interventi.
Al termine della fase di indagine risultavano quindi evidenti almeno tre linee
di intervento necessarie per garantire un’infrastruttura funzionante e affidabile:
1) la connettività per la didattica – che comporta interventi sulla
connessione della scuola ad Internet, il cablaggio delle dorsali
dell’istituto con la distribuzione interna in modalità wireless, con
contestuale definizione di politiche di accesso alla rete WiFi;
2) le dotazioni tecnologiche – ovvero rinnovamento dei PC, attuabile
attraverso il riuso di PC dismessi oppure con soluzioni innovative; in
alternativa attraverso l’acquisizione di dispositivi mobili o
l’integrazione dei dispositivi di proprietà degli scolari/studenti
3) la creazione di una figura di supporto per la configurazione della
rete
Non va ovviamente dimenticata o sottovalutata la necessaria formazione
metodologica per gli insegnanti per un uso efficace sul piano didattico.
2.1 La connettività per la didattica
In questa fase i servizi di connettività sono utilizzati prioritariamente per
scopi didattici: gli accessi alla rete Internet per servizi amministrativi sono
demandati ai servizi di connettività già presenti nelle scuole, in quanto il modello
sperimentale non vuole costituire un’alternativa al mercato degli operatori,
semmai stimolarne l’offerta.
Le scuole potranno usufruire di servizi di base con accesso ad Internet per gli
studenti dai laboratori informatici e dagli hotspot WiFi, accesso ad Internet per
LIM e sistemi di videoconferenza per e-learning, ecc. Sono allo studio anche
altri modelli, finalizzati a varie tipologie di servizi (come la telescuola per
studenti fuori sede), nell’ambito dei quali avrebbe particolare valore la
disponibilità di sistemi di identità federate condivise tra gli istituti scolastici. La
sperimentazione attualmente coinvolge alcune scuole superiori nella regione,
puntando a fornire una connettività a larga e larghissima banda, e nei prossimi
mesi sarà estesa ad alcune scuole primarie e secondarie di primo grado del
Comune di Torino.
CSP, grazie ad uno specifico accordo in essere con GARR, sta realizzando
una rete virtuale per instradare il traffico e consentire alle scuole connesse di
avere disponibilità di banda virtualmente illimitata: dai primi monitoraggi sono
stati registrati picchi di utilizzo di 70 Mb/s. Tale disponibilità consente l’accesso
degli studenti tramite i loro dispositivi alla rete WiFi della scuola e una fruizione
consistente di risorse e materiali multimediali disponibili sulla Rete.
Scenari come questo possono rendere effettivamente realizzabile la “flipped
classroom” e il riuso di materiali video.
Per le sperimentazioni attualmente in corso sono state individuate scuole
con condizioni di partenza diverse:
1) connessione della scuola alla fibra ottica: a Novara, Biella, Asti
grazie alla collaborazione della Provincia di Biella, del Comune di
Novara e della Provincia di Asti, oltre che di TOP-IX, è stato possibile
l’instradamento del traffico sulla rete GARR attraverso la connessione
delle scuole alla fibra ottica già disponibile
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2) connessione della scuola di tipo Wireless: a Torino, è stato effettuato
un collegamento di un istituto alla rete HPWNet per fornire connettività;
le condizioni dell’infrastruttura di rete locale non consentono tuttavia un
pieno utilizzo della connettività disponibile
2.2 Le dotazioni tecnologiche
La sperimentazione prenderà in esame soluzioni diverse
1. Ricondizionamento di PC dismessi con utilizzo di software open source
– in alcuni casi, grazie a donazioni di grandi aziende e di strutture di
supporto (es, Politecnico, Centri di Ricerca) è possibile dotare i
laboratori delle scuole di computer, soprattutto nelle scuole primarie,
per attività didattiche, ma anche di servizio (proxy per navigazione
filtrata, registro di classe). Non va sottovalutato il consumo energetico
di tali PC, spesso molto superiore a quello dei modelli più recenti.
2. BYOD - Bring Your Own Device, ovvero l’utilizzo dei dispositivi di
proprietà degli allievi. In alcune scuole – soprattutto secondarie – si
cerca di orientare l’acquisto di smartphone con grandi schermi, definiti
“teletablet”, vedi esperienza dell’ITIS Majorana di Grugliasco. Tali
soluzioni possono presentare livelli diversi di difficoltà, poiché talvolta
strumenti software analoghi funzionano diversamente sulle varie
piattaforme
3. Postazioni low-cost - un modello interessante potrebbe essere quello di
utilizzare miniPc a cui collegare video e tastiera. A Torino in una
scuola è già stata realizzata una soluzione simile per l’utilizzo del
registro elettronico: va approfondito se la strada è praticabile per
attività didattiche, vista la scarsità di software applicativo.
2.3 Le figure di supporto
La sperimentazione punta a verificare le modalità per formare, ove non
disponibili, figure di supporto tecnologico, anche attraverso fasi di
affiancamento con studenti universitari (Politecnico di Torino).
3. Prospettive future
CSI e CSP sono impegnati nello scopo di promuovere l’adozione di servizi
federati, partendo dalle rispettive competenze nei propri ambiti di intervento: la
fornitura di servizi alla PA e la ricerca e la costruzione di modelli sperimentali
innovativi.
Tra gli elementi di spicco che riteniamo rilevanti in tal senso, vanno citati:
• la promozione di servizi all’interno dei Living Labs territoriali.
Il sistema di Living Lab attivato sul territorio piemontese da diversi anni ha
permesso di costruire un modello di trasferimento al territorio unico e capace di
portare modelli ICT di grande portata anche a realtà medio piccole che da sole
non troverebbero lo spunto economico ed organizzativo sufficiente a costruire
modelli di larga portata. La fruttuosa collaborazione fra PA, Scuole, Atenei,
Centri di Ricerca, EE.LL, GARR e MIUR, permette da un lato il recupero e
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Infrastrutture come fattori abilitanti per l’apprendimento a scuola
l’ottimizzazione di risorse già esistenti ma non messe a fattore comune,
dall’altro la messa in gioco di idee e competenze per individuare soluzioni
creative e scalabili.
• la costruzione progressiva di un modello federato per le scuole.
Uno degli aspetti più innovativi del progetto è la volontà di costruire
progressivamente un modello federato delle identità per gli studenti delle
scuole, per favorire la mobilità di studenti ed insegnanti, affrontare gli aspetti
legati alla sicurezza e gestione degli account in ambito scolastico e per
consegnare agli allievi credenziali che possono accompagnarli non solo nel
percorso scolastico ma, in prospettiva, anche verso la fruizione di servizi sul
territorio (si pensi ad esempio alle tessere per l’accesso a mostre e musei, alle
iniziative locali per i giovani, all’accesso alla rete Wi-Fi piemontese federata con
FreeItaliaWiFi, ecc.). Entrambi gli Enti hanno lavorato a progetti di studio e
realizzazione di federazioni di identità implementate localmente, ma in ottica
multi-Ente e multi-operatore, tali da svincolare la piattaforma di autenticazione
delle identità dalla tecnologia di connessione sottostante e per mantenere le
informazioni sensibili degli utenti presso il solo realmente di appartenenza.
Bibliografia
[AVVISATI, 2013] Avvisati, F., et al. (2013), "Review of the Italian Strategy for Digital
Schools", OECD Education Working Papers, No. 90, OECD Publishing.
doi: 10.1787/5k487ntdbr44-en
ISBN 978-88-98091-31-7 489