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VII CONVEGNO NAZIONALE
di
PSICOLOGIA DELL’INVECCHIAMENTO
Invecchiamento e complessità:
autodeterminazione e partecipazione
VENERDI’ 23 – SABATO 24 MAGGIO 2014
Campus Luigi Einaudi
Lungo Dora Siena, 100 A
Torino
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VII Convegno Nazionale
di Psicologia dell’invecchiamento
Invecchiamento e complessità:
autodeterminazione e partecipazione
Torino 23-24 Maggio 2014
Comitato Scientifico
Guido Amoretti
Erika Borella
Elena Cavallini
Marcello Cesa-Bianchi
Rabih Chattat
Cesare Cornoldi
Carlo Cristini
Rossana De Beni
Alberto Di Domenico
Santo Di Nuovo
Beth Fairfield
Fabio Lucidi
Nicola Mammarella
Giorgio Pavan
Luciano Peirone
Lina Pezzuti
Alessandro Porro
Emanuela Rabaglietti
Tomaso Vecchi
Segreteria Organizzativa
Giuliano De Min Tona, Alberto Di Domenico, Alessandra Cantarella
Elena Carbone, Arianna Pancera, Veronica Muffato
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Strumenti di valutazione
Presiede
Prof. Carlo Cristini
Università di Brescia
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Valutazione cognitiva: alla ricerca di linee guida
1Pigliautile M., 1Mecocci P., 2Federici S., 3Olivetti Belardinelli M.
1Università di Perugia, 2Università di Perugia, 3Università "La Sapienza" di Roma
La valutazione cognitiva appare una componente fondamentale della valutazione multidimensionale geriatrica e
definire delle linee guida su come debba essere condotta sembra un’importante sfida. Recenti riflessioni
nell’ambito della neuropsicologia fanno emergere come sia auspicabile abbandonare un approccio psicometrico
a favore di uno clinico-neuropsicologico e la necessità di abbracciare nuove impostazioni teoriche. A partire da
considerazioni su come siano fortemente radicati un modello medico di salute e un rapporto dualistico tra mente
e corpo, si illustra come il modello biopsicosociale, il modello della riserva cognitiva e la visione "incarnata"
del rapporto mente-corpo, aprano a prospettive radicalmente diverse . In un’ottica biopsicosociale, ciò che la
valutazione cognitiva dovrebbe fornire, non è solo la quantificazione di un deficit ma piuttosto una descrizione
del funzionamento cognitivo in grado di ponderare anche le abilità di compensazione e il contesto di vita
(riserva cognitiva) al fine di costruire percorsi di mantenimento/potenziamento/riabilitazione spostando
l’attenzione dalla malattia al benessere. Se la mente è incarnata e relazionale, far emergere le potenzialità della
persona implica disporre di strumenti di valutazione con elevata validità ecologica, caratterizzati da stimoli
significativi e coinvolgenti, con caratteristiche fisiche ad hoc. Appare inoltre importante definire quali strumenti
utilizzare nei diversi contesti di valutazione (ad esempio valutazione di screening presso il medico di base,
valutazione cognitiva presso centri specialistici, valutazione per l’assegnazione di una tecnologia assistiva) e
con le diverse tipologie di utenti (ad esempio soggetti con afasia). A partire dal metodo del Sistema Nazionale
per le Linee Guida, promosso dall’Istituto superiore di sanità (ISS) e dal Centro nazionale epidemiologia,
sorveglianza e promozione della salute (CNESPS), sono illustrate delle modalità funzionali a redigere delle
linee guida
Prudhoe Cognitive Function Test (PCFT): studio pilota sull’attendibilità della versione italiana della
scala
1De Bastiani E., 2De Vreese L.P., 1Gomiero T., 1Weger E., 1Mantesso U., 1Marangoni A., 3Lanfranchi S.,
1ANFFAS Trentino Onlus, 2Distretto di Modena e Castelfranco-Emilia, ASL Modena, 3Università di Padova
L’allungamento dell’aspettativa di vita delle persone con DI e in particolare con SD, si associa ad un rischio
età-correlato di demenza maggiore rispetto alla popolazione generale, (Zigman,2013), la cui forma prevalente
rilevabile è la malattia di Alzheimer (DAD, Prasher,2005).La diagnosi della DAD negli adulti con SD non è
sempre agevole perché i sintomi/segni progressivi della malattia si sovrappongono a preesistenti limiti nei
domini cognitivi, funzionali ed emotivi-comportamentali e perché le attuali prove di screening cognitivo
conducono spesso all’“effetto pavimento”.Per questo le abilità cognitive negli adulti con SD vengono valutate
in maniera indiretta (Evenhuis,1996), anche se al fine di una corretta valutazione del livello di deterioramento
cognitivo, sarebbe opportuno determinarle senza intermediari.(Burt&Aylward, 2000).Strumento:Prudhoe
Cognitive Function Test (PCFT, Kay et al.,2003; Margallo-Lana et al.,2003) è uno strumento di screening
cognitivo ideato per misurare direttamente le principali capacità cognitive in persone con SD con (sospetto)
deterioramento dementigeno, attraverso 5 ambiti: orientamento, memoria, linguaggio, prassie e calcolo.Il
PCFT-I, strumento fino ad ora non disponibile in Italia, è l’unico test cognitivo diretto di cui siamo a
conoscenza, ideato per monitorare ed evidenziare i cambiamenti cognitivi in questa
popolazione.Metodo:campione di 11 soggetti (6 f e 5 m) con SD di età >40 anni (età media 50 anni, ds 5,88)
senza differenze statisticamente significative tra m e f (F(1,9) =2.81; P= 0.128).Risultati:la versione italiana,
pur rappresentando uno studio pilota, suggerisce buone proprietà statistiche, mostrando un’ottima consistenza
interna con coefficienti α di Cronbach superiori a 0,7 in 4 domini e nel totale della scala e una buona affidabilità
inter-rater e test-re-test.Lo strumento mostra una buona stabilità nel tempo con ICC di affidabilità test-retest che
evidenziano una convergenza elevata (min 0,77, max 0,99).
Percezione del contesto professionale: un confronto fra lavoratori anziani e lavoratori giovani del settore
assicurativo
Dordoni P., Fiabane E., Setti I., Cavallini E., Argentero P.
Università degli Studi di Pavia