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364
CAPITOLO 8
AMBIENTE E SALUTE
Introduzione
In tema di prevenzione dei rischi per la salute derivanti da fattori
ambientali, è solo negli ultimi anni che si è guardato con maggiore
attenzione all’inquinamento indoor, cioè alla qualità degli ambienti di
vita, quali le abitazioni o le scuole, tecnicamente definiti con il
termine di “confinati o indoor”. In tali ambienti possono crearsi
condizioni di inquinamento di diversa natura e origine, che possono
risultare dannose per la salute dell’individuo che vi trascorre gran
parte del suo tempo. Infatti, si è potenzialmente esposti,
quotidianamente e per lunghi periodi, a inquinanti di tipo biologico,
chimico o fisico con i quali si entra in contatto prevalentemente
attraverso l’aria che si respira. Diversi studi evidenziano non soltanto
che la concentrazione di alcuni inquinanti in ambienti confinati è
superiore a quella rilevabile all’esterno, confermando che le fonti
d’inquinamento sono anche di origine indoor, ma che perfino a basse
concentrazioni si possono avere effetti sulla salute, specie per persone
particolarmente vulnerabili come i bambini e i soggetti allergici e
asmatici.
I nostri attuali sistemi di prevenzione e le norme che governano
l’inquinamento indoor sono strutturati principalmente per alcuni tipi
di ambienti confinati, quali i luoghi di lavoro, e per alcuni fattori di
rischio quali ad esempio radon, amianto, campi elettromagnetici,
rumore. Tuttavia la tutela della qualità biologica e chimica dell’aria
indoor non ha un sistema di riferimento assimilabile a quello previsto
per l’inquinamento atmosferico esterno (aria outdoor). Ciò vale anche
a livello di legislazione comunitaria e per molti altri Paesi al di fuori
dell’Unione Europea.
Negli ambienti di
vita “confinati o
indoor” quali le
abitazioni, le
scuole, i luoghi di
lavoro, si è
quotidianamente
esposti a
inquinanti di tipo
biologico, chimico
o fisico con i quali
si entra in contatto
prevalentemente
attraverso l’aria
che si respira.
Tale situazione sta portando a una crescente consapevolezza, tra
ricercatori e decisori pubblici, determinata non solo dai risultati degli
studi epidemiologici che sottolineano la valenza sanitaria dei
contaminanti chimici e biologici aerodispersi, ma anche dal fatto che
sono sempre più diffuse, qualitativamente e quantitativamente, sia le
fonti di inquinamento outdoor che rilasciano sostanze chimiche che
diffondono nell’ambiente indoor, come il traffico autoveicolare, sia le
fonti interne proprie degli ambienti confinati ossia mobilio, arredi,
materiali da costruzione, detergenti per l’igiene domestica e altri
prodotti di consumo. Allo stesso tempo sono mutate anche le
condizioni meteoclimatiche locali – inverni più miti e ondate di calore
estive più frequenti, piogge intense o alluvioni alternate a periodi di
siccità – che non solo favoriscono la diffusione di altri fattori di
rischio biologici quali pollini, insetti vettori, specie infestanti, ma
possono anche causare alterazioni del grado di umidità indoor,
favorendo così il proliferare di muffe o di altri organismi patogeni per
l’uomo (Tabella 8.1).
Sono sempre più
diffuse sia le fonti
di inquinamento
outdoor che
rilasciano sostanze
chimiche che
diffondono
nell’ambiente
indoor (traffico
autoveicolare), sia
le fonti interne
proprie degli
ambienti confinati,
(mobili, arredi,
materiali da
costruzione,
detergenti per
l’igiene domestica
ecc.).
La tutela della qualità dell’aria indoor è quindi dipendente da molti
La tutela della
365
fattori, che a loro volta sono soggetti a politiche e/o settori diversi
quali trasporti, attività produttive e salubrità dei beni di consumo,
sistemi di monitoraggio ambientale e di prevenzione sanitaria. A
questi si devono aggiungere anche altri elementi potenzialmente
perturbativi, quali l’introduzione di nuovi materiali edilizi, la
necessità di realizzare un isolamento termo-acustico efficace e
l’utilizzo sempre maggiore di impianti di ventilazione forzata e di
condizionamento dell’aria negli edifici di nuova costruzione. Queste
nuove tecniche, se da un lato rispondono alle moderne esigenze di
risparmio energetico, dall’altro possono condurre a una ventilazione
insufficiente degli ambienti confinati e a un aumento delle
concentrazioni di inquinanti aerodispersi in assenza di progettazione e
manutenzione adeguate.
Se molti sono i settori coinvolti, altrettanto multiforme è la pluralità
dei soggetti responsabili: istituzioni centrali, governi ed enti locali,
progettisti e ditte produttrici e, non ultimi, gli individui stessi, con le
loro scelte di prodotti di consumo e di arredo. L’indoor è quindi una
questione complessa sia sotto il profilo scientifico sia per la sua
governance, che viene complicata ulteriormente dall’esistenza di
diversi “tipi” di ambienti indoor (uffici, case private, scuole ecc.), i
quali si differenziano per i pattern espositivi.
qualità dell’aria
indoor è
dipendente da
molti fattori, che a
loro volta sono
soggetti a politiche
e/o settori diversi,
quali trasporti,
attività produttive
e salubrità dei beni
di consumo, sistemi
di monitoraggio
ambientale e di
prevenzione
sanitaria.
In questo documento, come indicato nei maggiori indirizzi europei e
nazionali (come si vedrà più avanti), l’attenzione è stata focalizzata
sulla qualità dell’ambiente indoor nelle scuole, per la prevenzione di
malattie respiratorie acute e allergiche nei bambini, ovvero per
prevenire le più frequenti cause di assenza e di scarso rendimento
scolastico. Non vengono perciò considerati altri classici fattori di
rischio, come radon o rumore, già affrontati in altre sedi i quali, come
noto, implicano diversi effetti sulla salute.
Come di consueto, il fine ultimo non è solo quello di informare, ma
anche di sollecitare riflessioni e considerazioni sul sistema di
monitoraggio e controllo ambientale e sul loro ruolo potenziale per la
tutela della qualità dell’aria indoor.
366
Tabella 8.1: Qualità indoor e rischi per la salute
1
1
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati tratti da: Qualità dell’aria nelle scuole: un dovere di tutti,
un diritto dei bambini, Allegato 1: Principali inquinanti e allergeni indoor, MATTM-REC, 2010,
http://www.isprambiente.gov.it/site/it-IT/Progetti/SEARCH/; US-EPA: An introduction to Indoor
Air Quality (IAQ), http://www.epa.gov/iaq/ia-intro.html; ISPRA – Inquinamento indoor: Agenti
inquinanti, http://www.indoor.apat.it/site/it-IT/AGENTI_INQUINANTI
Inquinanti/Allergeni
Sorgenti
Rischi per la salute
Agenti
biologici
Batteri
(endotossine
da gram-
negativi)
Individui portatori infetti
Affezioni delle vie aeree superiori
Animali
Polmoniti
Ambienti con temperatura e umidità
favorenti la diffusione
Affezioni bronchiali
Materiali danneggiati dall’umidità
Impianti di
condizionamento/ventilazione
Climatizzatori
Deumidificatori
Impianti idro-sanitari contaminati
Acari
Moquettes
Rino-congiuntiviti
Tappeti
Eczemi
Cuscini, materassi, piumini
Asma bronchiale
Mobili imbottiti
Giocattoli di stoffa/peluche
Polvere
Muffe
Ambienti umidi (pareti, pavimenti)
Effetti acuti:
Materassi
Irritazione delle mucose
Divani/tappezzerie
Emicrania
Carte da parati
Difficoltà di concentrazione
Sistemi di condizionamento
Climatizzatori
Effetti cronici:
Umidificatori
Febbre da fieno
Guarnizioni degli sportelli dei
refrigeratori
Allergie
Alimenti non adeguatamente conservati
Asma
Piante da appartamento
Riniti
Ipersensibilità di tipo misto
Alveolite allergica estrinseca (EEA)
Pneumopatia d’ipersensibilità
Allergeni di
origine
animale
(forfora di
cane, gatto,
cavallo)
Polvere
Difficoltà respiratoria
Cuscini/materassi
Irritazione oculare/congiuntiviti
Coperte/piumoni
Eczema
Indumenti
Rinite allergica
Pollini
Diffusione dall’ambiente outdoor
Allergie in genere (riniti,
congiuntiviti, tosse, dispnea, asma)
Sostanze
chimiche
Anidride
carbonica
(CO2)
Veicoli a motore
Processi metabolici umani (respirazione)
Disturbi della concentrazione
Disturbi respiratori
In alte concentrazioni:
Perdita di conoscenza
Morte
Monossido di
carbonio
(CO)
Caldaie/impianti di riscaldamento (a gas,
a kerosene, a legna)
Cefaleee
Forni/fornelli
Nausea
Stufe (a gas, a kerosene, a
carbone/legna)
Vertigini
Caminetti
Fumo passivo
In alte concentrazioni:
Veicoli a motore
Ipossia
Morte
Biossido di
azoto (NO2)
Caldaie/impianti di riscaldamento (a gas,
a kerosene, a legna)
Irritazione delle mucose
Forni/fornelli
Edema polmonare
Stufe (a gas, a kerosene, a
carbone/legna)
Asma
Processi di saldatura
Aumento del rischio di infezioni
respiratorie
Fumo di tabacco ambientale
Veicoli e macchinari a motore
Biossido di
zolfo (SO2)
Sorgenti naturali (vulcani/incendi)
Bronchiti croniche
Combustibili solidi/liquidi
Tracheiti
Processi industriali
Asma
Incenerimento rifiuti
Tachipnea, tachicardia
Stufe/forni
Irritazione delle mucose
Impianti di riscaldamento
(gas/cherosene)
Fumo di tabacco
Composti
Prodotti per la pulizia
Irritazione delle mucose
Rischi per la salute
determinati dalla
presenza di inquinanti
in ambiente indoor.
367
Organici
Volatili
(VOC)
Vernici, colle e adesivi
Cefalee
Pesticidi
Nausea
Prodotti cosmetici e per l’igiene
personale
Vertigini
Prodotti per l’auto
Asma
Mobili e tessuti
Materiali da costruzione
In alte concentrazioni:
Stampanti e fotocopiatrici
Insufficienza renale/epatica
Fumo di tabacco
Danni al sistema nervoso centrale
Emissioni industriali
Azione cancerogena
Veicoli a motore
Formaldeide
Tappezzerie/moquette
Irritazione delle mucose e della cute
Truciolato/compensato
Effetti neurologici
Isolanti
Emicrania
Coloranti
Nausea/vertigini
Materie plastiche
Tessuti
In alte concentrazioni:
Detersivi/prodotti per le pulizie
Azione cancerogena
Colle
Conservanti
Disinfettanti
Fumo di tabacco
Benzene
Fumo di tabacco
Vertigini
Stufe/impianti di riscaldamento
Sonnolenza
Colle
Tachicardia
Vernici
Disturbi neurologici (confusione,
disturbi della memoria, svenimenti)
Cere per mobili
Detergenti
In alte concentrazioni:
Veicoli a motore
Effetti tossici acuti
Emissioni industriali
Esposizione cronica
Azione cancerogena
Idrocarburi
Policiclici
Aromatici
(IPA)
Forni a legna/caminetti
Azione cancerogena
Cibi cucinati/affumicati
Fumo di tabacco
Processi industriali
Combustibili fossili
Ozono (O3)
Fotocopiatrici/stampanti laser
Cefalea/nausea
Lampade ultraviolette
Tosse
Depuratori d’aria
Irritazione/Infiammazione delle vie
aeree
Aria esterna
Riduzione funzionalità
respiratoria
Asma
Particolato
(PM10-PM2,5)
Cottura dei cibi
Disturbi respiratori
Detergenti per la casa/spray
Asma
Impianti di riscaldamento
Bronchite cronica
Fumo di tabacco
Disturbi cardiaci
Batteri
Alterazioni del sistema immunitario
Spore/pollini
Aumento della sensibilità agli
allergeni
Secrezioni essiccate di animali domestici
Traffico veicolare
Sabbie/polveri
Eruzioni vulcaniche
Combustione e processi industriali
Fumo di
tabacco
ambientale
(ETS,
Environment
al Tobacco
Smoke)
(Passivo)
Combustione dei prodotti del tabacco
Disturbi respiratori cronici
Malattie polmonari croniche
ostruttive/asma
Broncopolmoniti
Otiti
Ischemia
Aterosclerosi
Trombosi
Aumento del rischio di infarto
Azione cancerogena
Esposizione in gravidanza:
Riduzione del peso alla nascita
Aumento del rischio di morte
improvvisa del neonato (SIDS -
Sudden Infant Death Syndrome)
Amianto
Derivante da materiali impiegati in
passato in:
Asbestosi
Edilizia (lastre, pannelli, tubature,
serbatoi, canne fumarie, rivestimenti,
intonaco, controsoffittature, pavimenti)
Carcinoma polmonare
Industria (materia prima per
manufatti/oggetti, isolante termico,
materiale fonoassorbente)
Mesoteliomi
Prodotti d’uso domestico
(asciugacapelli, forni/stufe, ferri da stiro,
Azione cancerogena in generale
368
guanti da forno, teli da stiro, elementi
frangi-fiamma e ignifughi)
Mezzi di trasporto (coibentazione di
treni/navi/autobus, freni/frizioni,
schermi parafiamma, guarnizioni)
Pesticidi
Prodotti di uso domestico (agenti
preservanti il legno, prodotti per le
piante, prodotti per la cucina, prodotti
per la pulizia/disinfezione)
Cefalee/vertigini
Prodotti per giardini e per l’agricoltura
Contrazioni muscolari/formicolio
Debolezza
Nausea
Irritazione delle mucose
Danni al sistema nervoso centrale
Danni epatici
Danni renali
Alcuni pesticidi sono classificati
come probabili o possibili
cancerogeni
Piombo
Acqua potabile (tubature)
Danni cerebrali
Alimenti
Danni al sistema nervoso centrale
Vernici
Danni ai reni
Danni ematici
Nei bambini:
Ritardo nello sviluppo
Basso livello intellettivo
Diminuzione dell’attenzione
Problemi comportamentali
Sorgenti naturali (lave, tufi, graniti, ecc.)
Azione cancerogena (in particolare
neoplasia polmonare)
Radon
Campi
elettromagnet
ici (CEM)
Campi statici
(0 Hz)
Treni a levitazione
magnetica
L’argomento è ancora controverso
Dispositivi elettrolitici
industriali
Apparecchiature di
diagnostica per
immagini (RM)
ELF: classificati dallo IARC come
possibilmente cancerogeni per
l’uomo, sulla base degli studi
epidemiologici relativi alla leucemia
infantile
Frequenze intermedie: allo stato
attuale non viene ancora espresso un
giudizio definitivo
Frequenze
estremament
e basse
(ELF) da >0
a 300 Hz
Dispositivi per la
produzione di energia
elettrica (50-60 Hz)
Radiofrequenze: allo stato attuale
viene confermato il solo effetto
termico
Elettrodomestici
Treni
Frequenze
intermedie
(IF) da >300
a 10 MHz
Dispositivi antifurto
Caloriferi a induzione
Unità display video
Radiofrequen
ze e
microonde da
>10 MHz a
300 GHz
Telefoni cellulari
Apparecchi per
telecomunicazioni
Radar
Apparecchiature
mediche
Unità diatermiche
Forni a microonde
Rumore
Traffico stradale
Effetti uditivi:
Traffico ferroviario
Progressiva perdita dell’udito
Traffico aereo
Attività lavorative rumorose (industriali
e artigianali)
Effetti extrauditivi:
Discoteche/locali notturni
Annoyance
Fonti interne (elettrodomestici, impianti
di servizio, sistemi di riscaldamento
ecc.)
Effetti psicofisiologici
Effetti su prestazioni e
apprendimento
Effetti cardiovascolari (adulti)
Effetti cardiovascolari (adulti)
369
QUALITÀ DELL’AMBIENTE INDOOR NELLE
SCUOLE E SALUTE DEI BAMBINI
La qualità dell’aria indoor a scuola e la salute respiratoria
dei bambini
La qualità dell’aria negli edifici scolastici, ovvero quella
determinata da condizioni di comfort microclimatico e
concentrazioni di alcuni inquinanti, è importante sia per il lungo
tempo di esposizione dei bambini legato alla permanenza (6-8 ore al
giorno in media), sia per la maggiore suscettibilità dei bambini
stessi e degli adolescenti all’esposizione a tali fattori ambientali.
Pertanto è considerata un importante fattore di prevenzione per
malattie respiratorie e allergiche.
Il problema ha anche aspetti quantitativi: è stato stimato che il 15%
della popolazione, ossia circa 10.000.000 persone fra alunni e
docenti, studia o lavora ogni giorno in circa 45.000 edifici pubblici
su tutto il territorio nazionale2.
Diversi studi hanno dimostrato un’associazione positiva tra malattie
respiratorie acute, asma, allergie e numerosi fattori presenti
nell’ambiente scolastico, fra cui l’umidità, inquinanti come
particolato, ozono, composti organici volatili (COV), CO2,
formaldeide e allergeni.
Gli studi hanno anche evidenziato che una cattiva qualità dell’aria
unita a condizioni microclimatiche non ottimali possono
influenzare negativamente la performance del lavoro scolastico
degli studenti, nonché la loro continuità didattica.
La qualità
dell’aria negli
edifici scolastici è
importante sia a
causa della lunga
esposizione legata
alla permanenza,
sia per la maggiore
suscettibilità dei
bambini e
adolescenti
all’esposizione agli
inquinanti.
In uno dei documenti istituzionali nazionali più recenti, l’Accordo
del 18 ottobre 20103, tra Governo, Regioni, Province autonome di
Trento e Bolzano, Province, Comuni e Comunità montane,
concernente "Linee di indirizzo per la prevenzione nelle scuole dei
fattori di rischio indoor per allergie ed asma"4, viene focalizzata
l’attenzione sull’importanza, per la salute dei bambini, delle
condizioni di igiene e di qualità dell’aria negli ambienti scolastici.
Si sottolinea, inoltre, l’inadeguatezza del quadro normativo
disciplinante molti aspetti dell’edilizia scolastica, della qualità
dell’aria indoor e del microclima, il quale risulta carente o non
aggiornato rispetto alle ultime evidenze scientifiche e non
rispondente alle esigenze degli edifici in rapporto al risparmio
energetico, ai requisiti bio-climatici e alle caratteristiche di salubrità
e sicurezza dei materiali e degli arredi5.
In tale orientamento preventivo di malattie allergiche e respiratorie,
si è visto che la qualità dell’aria negli ambienti confinati dipende da
vari fattori quali:
le caratteristiche dell’edificio (architettoniche, edilizie e
impiantistiche) che influenzano il microclima (temperatura,
Nell’Accordo del
18 ottobre 2010 si
focalizza
l’attenzione
sull’importanza
che hanno per la
salute dei bambini
le condizioni di
igiene e di qualità
dell’aria negli
ambienti scolastici.
2
GARD Italia – La qualità dell’aria indoor nelle scuole e rischi per malattie respiratorie e
allergiche - Quadro conoscitivo sulla situazione italiana e strategie di prevenzione, 2011
3
G.U. del 13 novembre 2011, S.G. n. 9
4
http://www.normativasanitaria.it/normsan-pdf/2001/36589_1.pdf
5
GARD Italia – La qualità dell’aria indoor nelle scuole e rischi per malattie respiratorie e
allergiche - Quadro conoscitivo sulla situazione italiana e strategie di prevenzione, 2011
370
umidità, ventilazione) e quindi anche il comfort;
la presenza di fonti di inquinanti indoor di origine biologica
(acari, muffe) e chimica (fumo di tabacco, COV, PM2,5 e PM10);
l’ingresso in aria indoor di inquinanti provenienti dall’esterno
come particolato, NOx, benzene, IPA e ozono.
In Europa sono numerose le iniziative e i progetti che affrontano la
problematica dell’inquinamento indoor.
Tali iniziative hanno come scopo lo studio degli inquinanti, delle
sorgenti, degli effetti sulla salute, delle metodologie di misura e
l’elaborazione di soluzioni più efficaci atte a contrastare e limitare
l’impatto del fenomeno.
Tuttavia, gli studi che si sono occupati specificatamente di
inquinamento indoor scolastico e salute dei bambini non sono
frequenti (Tabella 2). In tal senso il Progetto SEARCH (School
Environment and Respiratory Health of Children, 2007-2010)
rientra tra le prime esperienze europee multicentriche.
Tra le iniziative e i
progetti europei
che si occupano di
inquinamento
indoor scolastico e
salute dei bambini,
il Progetto
SEARCH (2007-
2010) rientra tra le
prime esperienze
europee
multicentriche.
Il Progetto, promosso e finanziato dal Ministero dell'ambiente e
della tutela del territorio e del mare attraverso l’Italian Trust Found
del REC (Regional Environmental Centre for Central and Eastern
Europe), è stato condotto contemporaneamente in 6 Paesi europei
(Italia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Slovacchia, Ungheria):
sono stati eseguiti, in 60 scuole e 243 classi, sopralluoghi e
misurazioni dei principali inquinanti ambientali rilevanti per il
rischio respiratorio e allergico quali PM10, NOX, aldeidi, tra cui la
formaldeide e i cosiddetti BTEX (benzene, etil- benzene, toluene e
xyleni).
Attraverso questionari e analisi spirometriche sono stati studiati
oltre 5.000 ragazzi tra gli 11 e i 12 anni6.
Il Progetto ha
previsto il
monitoraggio degli
inquinanti rilevanti
per il rischio
respiratorio e
allergico e la
somministrazione
di questionari.
Il gruppo “SEARCH Italia” (coordinato dal MATTM e da ISPRA)
ha coinvolto le ARPA di 6 regioni italiane (Piemonte, Lombardia,
Emilia-Romagna, Lazio, Sicilia, Sardegna), la Fondazione Maugeri
e l’associazione onlus Federasma.
Le indagini sono state svolte in 55 classi di 13 scuole medie e sono
stati studiati oltre 1.100 alunni.
I risultati principali del progetto, presentati da ISPRA in un
convegno nazionale7, hanno registrato nelle aule italiane per gli
stessi inquinanti concentrazioni indoor più alte rispetto a quelle
esterne (Figura 8.1), a conferma del contributo “proprio” di fonti
interne nel rilascio di sostanze chimiche.
6
I risultati internazionali sono stati presentati alla V Conferenza Interministeriale “Ambiente e
Salute” di Parma organizzata dall’OMS e dal Governo italiano
http://www.salute.gov.it/salaStampa/dettaglioEvento.jsp?id=47
7
http://www.isprambiente.gov.it/site/it-IT/Progetti/SEARCH/ISPRA_per_indoor_scuole/Progetto_SEARCH_I/
371
Figura 8.1: Progetto SEARCH-I: relazione tra le concentrazioni
dei contaminanti in ambiente scolastico indoor/outdoor8
Nelle aule italiane
le concentrazioni
indoor degli
inquinanti
monitorati sono
risultate più alte
delle
concentrazioni
outdoor degli stessi
inquinanti.
In particolare, la concentrazione di PM10 all’interno delle scuole
risulta superiore alla concentrazione in aria esterna (media 80
µg/m3).
Inoltre, i valori di formaldeide riscontrati nelle scuole italiane sono
risultati quelli più elevati tra tutte le scuole europee indagate (Figura
8.2)9.
8
Fonte: School environment and respiratory health of children (SEARCH). International
research project report within the Indoor air quality in European schools: Preventing and
reducing respiratory diseases program. Edited by Eva Csobod, Peter Rudnay, Eva Vaskovi,
Szentendre, Hungary, February 2010
9
http://www.isprambiente.gov.it/site/it-IT/Progetti/SEARCH/
372
(A)
(B)
Figura 8.2: Progetto SEARCH-I: concentrazioni di PM10 (A) e
formaldeide (B) nelle aule scolastiche10
(A)La
concentrazione
media di PM10
nelle scuole
italiane risulta
superiore alla
concentrazione
outdoor del
medesimo
inquinante.
(B)Nelle scuole
italiane i livelli di
concentrazione
della formaldeide
sono risultati i più
elevati tra tutte le
scuole europee
monitorate.
Lo studio della salute respiratoria dei ragazzi ha anche confermato
la prevalenza di alcune sintomatologie, come già riscontrato in altri
studi epidemiologici (Figura 8.3).
10
Fonte: School environment and respiratory health of children (SEARCH). International
research project report within the Indoor air quality in European schools: Preventing and
reducing respiratory diseases program. Edited by Eva Csobod, Peter Rudnay, Eva Vaskovi,
Szentendre, Hungary, February 2010
373
Figura 8.3: Progetto SEARCH in Italia. Prevalenza sintomi
respiratori negli alunni11
Salute
respiratoria/allergi
ca degli alunni.
Il Progetto SEARCH-I ha inoltre segnato l’inizio di altre attività
progettuali, attualmente in corso, che vedono il REC tra i
coordinatori e l’Italia come partner, i cui risultati si attendono per il
2013:
il Progetto SEARCH-II
il Progetto SINPHONIE.
Il Progetto SEARCH-II12, a cui partecipano i Paesi del SEARCH-I
e alcuni Paesi dell’Asia centrale, ha lo scopo di proseguire e
completare lo studio e l’analisi dei rischi indoor nelle scuole.
Con la fase II del Progetto SEARCH si vuole indagare più a fondo
anche su altri fattori di rischio, quali ad esempio l’uso e il
fabbisogno energetico che, insieme alle caratteristiche di
costruzione degli edifici scolastici, influiscono su variabili
importanti per il benessere degli individui come temperatura e
umidità. In Italia questo dato rappresenta un’informazione
importante, in quanto a breve ogni scuola dovrà dotarsi di una
certificazione energetica, come già avvenuto in molte regioni.
Il Gruppo di lavoro italiano del SEARCH-II è stato individuato
anche come leader, in collaborazione con altri esperti dei Paesi
partecipanti, nella definizione di un documento di lavoro su cause,
rischi ed effetti sulla salute da inquinamento indoor, con particolare
riferimento alla salubrità di prodotti chimici per le pulizie e dei
materiali di costruzione e arredo, compresi i materiali usati per
ottenere una migliore prestazione energetica.
Al Progetto SINPHONIE (Schools Indoor Pollution and Health:
Observatory Network in Europe)13, che è promosso e finanziato
Altri progetti
attualmente in
corso, aventi il
REC tra i
coordinatori e
l’Italia come
partner, sono il
Progetto SEARCH-
II e il Progetto
SINPHONIE.
11
Fonte: Qualità dell’aria nelle scuole: un dovere di tutti, un diritto dei bambini . Pubblicazione
MATTM-REC, 2010, http://www.isprambiente.gov.it/site/it-IT/Progetti/SEARCH/
12
http://www.isprambiente.gov.it/site/it-
IT/Progetti/SEARCH/ISPRA_per_indoor_scuole/Progetto_SEARCH_II/
13
http://www.rec.hu/sinphonie/about.html. Il progetto rientra nel Piano d’azione europeo su
Ambiente e Salute 2004-2012
374
dalla Commissione Europea per il tramite della DG SANCO
(Direzione Generale per la Salute e i Consumatori) partecipano 38
istituzioni operanti in materia di ambiente e salute di 25 Paesi. Con
lo speciale focus sulle scuole e le strutture per l’infanzia, tale
progetto ha lo scopo di definire raccomandazioni per le politiche di
riqualificazione dell’ambiente scolastico e la prevenzione di
malattie respiratorie e allergiche dei bambini.
Tabella 8.2: Qualità dell’aria indoor: principali progetti e
surveys in ambito europeo14
Aree di studio
Progetti e surveys
Policy-Science framework
EnVIE (Co-ordination action on IAQ & Health Effects) – Univ.
Porto (2004-2008)
IAIAQ (Impact Assessment of IAQ) – JRC (2009-2011)
Identificazione inquinanti
prioritari/rischi per la
salute
THADE (Towards Healthy Indoor Air in Dwellings in Europe –
EFA (2002-2004)
INDEX (2005), SCHER report (2007), WHO (2007 –
dampness/mould, 2010 – chemicals)
Definizione di
standard/valori guida per
inquinanti prioritari
WHO IAQ (2007 – dampness/mould, 2010 – chemicals)
INDEX and INDEX-UPRIC – JRC (2003-2005, 2009-2010)
HEALTH-VENT (Health based ventilation guidelines) – DTU
(2010-2012)
Pattern di esposizione per
inquinanti prioritari
Danish EPA national survey of Chemical Substances in Consumer
Products (2006)
CLEAR-UP (Clean and resource efficient buildings for real life) –
Univ. of Tübingen (2008-2012)
RADPAR (Radon Prevention and Remediation) – UoWM (2009-
2012)
OFFICAIR (On the reduction of health effects from combined
exposure to indoor air pollutants in modern offices) – UoWM
(2010-2013)
EFHECT (Exposure Patterns and Health Effects of Consumer
Products in the EU) – VITO (2010-2013)
Indoor setting e gruppi
vulnerabili: indoor scuola e
salute dei bambini
HESE (Health Effects of Schools Environment) – Univ. Siena
HESE-INT (Interventions on Health Effects of School Environment)
– Univ. Siena (2009)
EFA project (Indoor Air Pollution in Schools) (2003)
BIBA (Indoor Air Pollution in Schools) – VITO
French Schools Monitoring – French Observatory for Indoor Air
Quality (OQAI) 2001-2005
SEARCH (School environment and respiratory health of children) –
ITF Ministero Ambiente italiano/REC (2007-2009)
SINPHONIE (Schools Indoor Pollution and Health: Observatory
Network in Europe) – REC 2010
SEARCH II (energy and comfort assessment in schools/children’s
health) – ITF MATTM/REC (2010-2013)
Fonti indoor/prevenzione
emissioni inquinanti
BUMA (Building materials prioritization as indoor pollution
sources) – JRC/UoWM (2006-2009)
HEALTHY AIR (Effects of building materials on indoor air quality,
health and comfort) – TNO (2008-2010)
European Collaborative Action: Urban air, Indoor Environment
and Human exposure (JRC Ispra):
Report 18: Evaluation of VOC emissions from building products
(1997)
Report 24: Inventory of existing emission labelling schemes in the
EU (2005)
Germany research project (BAM, TU Berlin, UBA):
Building products: Determining and avoiding pollutants and odours
Principali progetti
e surveys aventi
come oggetto di
studio la qualità
dell’aria negli
ambienti confinati
promossi
nell’ultimo
decennio sul
territorio europeo.
14
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati tratti da JRC, Promoting actions for healty indoor air
(IAIAQ) Director Generals Health & Consumer, 2011
375
La qualità dell’ambiente indoor e la salute dei bambini
negli indirizzi europei e nazionali
Policy e indirizzi europei
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha evidenziato
l’importanza e l’urgenza per ogni Paese di dotarsi di un “Piano
nazionale per la creazione di un ambiente indoor sostenibile” e, a tal
fine, ha diffuso già nel 1999 una pubblicazione destinata
specificamente a indicare le strategie ottimali per la realizzazione di
tale Piano. Nell’ultimo decennio ha inoltre definito una serie di linee
guida di riferimento per la gestione della qualità dell’ambiente
indoor:
WHO Air quality guidelines for particulate matter, ozone,
nitrogen dioxide and sulfur (2005)15: applicabili ad ambienti
indoor inclusi azioni, scuole e mezzi di trasporto;
WHO Guidelines for indoor air quality: dampness and mould
(2009)16: umidità e muffe negli edifici rischi sanitari e misure di
prevenzione;
WHO Guidelines for indoor air quality: selected pollutants
(2010)17: definiscono i limiti per alcuni inquinanti chimici
indoor prioritari.
L’OMS sottolinea
l’importanza e
l’urgenza per ogni
Paese di dotarsi di
un “Piano
Nazionale per la
creazione di un
ambiente indoor
sostenibile”.
Al centro delle più recenti politiche dell’OMS per la regione
europea vi è anche la tutela della salute dei bambini da fattori di
rischio ambientali.
L’Italia è stato uno dei Paesi firmatari della Dichiarazione di Parma
su “Ambiente e Salute” sottoscritta a marzo 2010, in occasione della
V Conferenza Interministeriale, dai Ministri della Salute e
dell’Ambiente dei 53 Paesi della regione europea dell’OMS. Con
questo documento i governi hanno ribadito gli impegni assunti nella
precedente Conferenza di Budapest (giugno 2004), dove si
sottolineava l’importanza che riveste la protezione della salute dei
bambini dalle minacce dell’ambiente, obiettivo riproposto con
maggiore enfasi tra le priorità del CEHAPE (Children's
Environment and Health Action Plan for Europe)18. Il terzo
obiettivo prioritario del CEHAPE è, infatti, quello di garantire a tutti
i bambini, entro il 2020, una buona qualità dell’aria indoor, in
particolare a casa, a scuola e negli asili nido, per prevenire le
principali malattie dell’infanzia correlate all’inquinamento dell’aria
(asma bronchiale, allergie e malattie respiratorie).
Nella
Dichiarazione di
Parma su
“Ambiente e
Salute”,
sottoscritta in
occasione della V
Conferenza
Interministeriale è
stata sottolineata
l’importanza che
riveste la
protezione della
salute dei bambini
dalle minacce
ambientali.
Negli ultimi anni anche l’Unione Europea ha promosso numerose
iniziative19 per la lotta alle malattie croniche dell’infanzia e per
sensibilizzare le istituzioni, in particolare quelle sanitarie, al fine di
promuovere politiche intersettoriali tra salute, istruzione, ambiente,
lavoro e ricerca. Tra queste le più rilevanti sono:
Sono numerose le
iniziative promosse
negli ultimi anni
dall’Unione
Europea finalizzate
alla promozione di
15
http://whqlibdoc.who.int/hq/2006/WHO_SDE_PHE_OEH_06.02_eng.pdf
16
http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0017/43325/E92645.pdf
17
http://www.euro.who.int/en/what-we-publish/abstracts/who-guidelines-for-indoor-air-quality-
selected-pollutants
18
http://www.hpa.org.uk/AboutTheHPA/WhatTheHealthProtectionAgencyDoes/InternationalWo
rk/ChildrensEnvironmentAndHealthActionPlanForEuropeCEHAPE/
19
Childhood asthma the Council’s Conclusions, 2 giugno 2004 [9507/04 (Press 163)];
Conferenza di Varsavia, Prevention and control of childhood asthma and allergy in EU from
public health point of view: urgent need to fill the gaps, Ossa (Polonia), 21-22 settembre 2011
376
La Strategia SCALE20 per l’ambiente e la salute dell’Unione
Europea, il cui obiettivo prioritario è la prevenzione delle
malattie respiratorie, dell’asma e delle allergie nell’infanzia.
Il Sesto Programma Comunitario di Azione in Materia di
Ambiente e Salute (2001-2012)21, in cui viene ribadita la
necessità “di ridurre l’inquinamento dell’ambiente a livelli tali
da limitare al minimo gli effetti nocivi per la salute umana con
particolare riferimento alle popolazioni sensibili, e per
l’ambiente nel suo complesso”.
Il Piano di Azione Ambiente e Salute 2004-2010 che, nel punto
di azione 12 riguardante la qualità dell’aria, evidenzia la
necessità di sviluppare un network di linee guida sui fattori che
determinano un peggioramento della qualità dell’aria indoor
(umidità, muffe, materiali da costruzione, inquinanti indoor)
attraverso la ricerca e lo scambio di informazioni e buone
pratiche.
Il Rapporto e Risoluzione del Parlamento Europeo sul Piano
d’Azione (2005)22, che individua tra le aree prioritarie di ricerca
l’impatto dei nuovi materiali da costruzione sulla salute,
invitando la Commissione, in cooperazione con gli Stati
membri, a introdurre un sistema di etichettatura ambientale e
sanitaria dei prodotti e dei materiali da costruzione stessi. Il
Rapporto, inoltre, sottolinea che la qualità all’interno degli
edifici non può essere migliorata senza un approccio
multidisciplinare che prenda in considerazione le numerose fonti
di inquinamento presenti al loro interno (sistema di
riscaldamento, attrezzature, arredamento, attività svolte).
politiche
intersettoriali tra
salute, istruzione,
ambiente, lavoro e
ricerca.
L’indoor nelle politiche sanitarie nazionali: norme e iniziative
Allo stato attuale, nel nostro Paese non si dispone ancora di una
normativa organica volta a garantire, di fatto, la tutela della salute
dai rischi correlati agli ambienti confinati. Le norme in vigore per la
salubrità delle abitazioni sono fissate, per ogni comune, dal
Regolamento di igiene e sanità (Tabella 8.3).
In base al Testo Unico delle leggi sanitarie (R.D. 27 luglio 1934, n.
1265 – Titolo III, Cap. IV, dell’Igiene degli abitati urbani e rurali e
delle abitazioni), i Regolamenti locali di igiene e sanità stabiliscono
le norme per la salubrità dell’aggregato urbano e rurale e delle
abitazioni, secondo le istruzioni di massima emanate, nei tempi
attuali, dal Ministero della salute. Il Regolamento comunale
rappresenta, quindi, un importante strumento normativo in materia
di salubrità negli ambienti di vita confinati, conservando una sua
specifica utilità anche dopo l’attuazione della riforma sanitaria
(Legge 833/78), che attribuisce alle regioni la competenza di
regolamentare l’esercizio delle funzioni in materia di igiene e sanità
pubblica.
Il D.Lgs. 502/92 (modificato dal D.Lgs 517/93) ha introdotto
Nel nostro Paese
non è ancora
disponibile una
normativa che
garantisca di fatto
la tutela della
salute dai rischi
correlati agli
ambienti confinati.
20
http://europa.eu/legislation_summaries/environment/general_provisions/l28133_en.htm
21
http://europa.eu/legislation_summaries/agriculture/environment/l28027_it.htm
22
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=REPORT&reference=A6-2005-
0008&language=IT#title1
377
sostanziali novità sia all’assetto complessivo del sistema sanitario
pubblico, sia allo specifico settore della prevenzione, stabilendo che
le regioni istituiscano un Dipartimento di Prevenzione (DP) presso
ogni USL, cui sono attribuite le funzioni in materia di igiene e sanità
pubblica, già svolte dai servizi delle USL stesse, istituiti dalla Legge
833/78. Successivamente, il D.Lgs. 229/99 ridefinisce le funzioni
dei Dipartimenti di Prevenzione, l’organizzazione, il coordinamento
interno ed esterno con altri enti e istituti (Agenzie regionali per
l’ambiente, Istituti zooprofilattici, ispettori del lavoro e INAIL ecc.)
e attribuisce ai Dipartimenti anche i compiti relativi
all’individuazione e alla rimozione delle cause di nocività e di
malattie di origine ambientale, per lo svolgimento dei quali possono
avvalersi delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione
dell’ambiente. Stabilisce, inoltre, che le funzioni di prevenzione
collettiva e di controllo ambientale, esercitate dal DP e dalleARPA,
debbano prevedere azioni coordinate e integrate. Tali disposizioni,
operativamente, a oggi, sono realizzate con strumenti e modalità
diverse nelle varie realtà locali e, in tema indoor, non sono ancora
ben definite competenze, individuazione di settori di azione
congiunta e relativi programmi operativi.
Il Piano Sanitario Nazionale (PSN) per il triennio 1998-200023,
seguendo i target e gli indicatori sanitari internazionali (“Healt for
All-21”), ha affrontato per la prima volta (rispetto ai precedenti
documenti di programmazione) le principali tematiche sanitarie con
una visione multidisciplinare e intersettoriale, all’interno della quale
i problemi inerenti la salute e l’ambiente sono stati visti
congiuntamente. L’obiettivo III del PSN, “miglioramento del
contesto ambientale”, ha indicato la riduzione dei rischi per la salute
correlati all’inquinamento degli ambienti indoor, come una priorità
da realizzare nel triennio di riferimento, nell’ambito delle
competenze del SSN e di concerto con le istituzioni non sanitarie.
Già nel 1998, il Ministero della sanità, per dare attuazione agli
obiettivi del PSN, costituì con DM 8 aprile 1998 la “Commissione
nazionale indoor”, con il compito di elaborare linee di indirizzo
tecnico volte a ridurre i rischi per la salute correlati
all’inquinamento degli ambienti confinati. La Commissione a
carattere multidisciplinare, in quanto composta da ingegneri,
architetti, medici del lavoro, igienisti, oncologi, allergologi,
epidemiologi, fisici, chimici, biologi ecc., nel luglio del 1999
elaborò il primo rapporto sulle principali problematiche sanitarie
presenti in Italia correlabili all’inquinamento indoor e fornì una
serie di indicazioni generali per la realizzazione di un programma
nazionale per la prevenzione e promozione della salute negli
ambienti confinati.
Le tematiche
sanitarie sono state
affrontate per la
prima volta con
una visione
multidisciplinare e
intersettoriale nel
Piano Sanitario
Nazionale del
triennio 1998-
2000.
Sulla base delle indicazioni contenute nel rapporto è stato emanato
l’Accordo Stato-Regioni del 27 novembre 200124 recante “Linee
guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti
confinati”25 con il quale il Ministero della salute propone di avviare
Nelle “Linee
Guida per la tutela
e la promozione
della salute negli
ambienti confinati”
23
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_947_allegato.pdf
24
G.U. del 27 novembre 2001, n. 276 S.G., S.O. n. 252
25
http://www.radon.it/site/download/lineeguida.pdf
378
nel Paese un “patto” per la prevenzione dei rischi indoor, che
impegni congiuntamente le istituzioni sanitarie e i soggetti
interessati. Il provvedimento prevede interventi di tipo normativo
basati su standard di sanità pubblica, la predisposizione di strumenti
tecnici, campagne formative del personale tecnico del Servizio
Sanitario Nazionale e di quello operante in altri settori, e il supporto
di un piano nazionale finalizzato di ricerca, oltre all’informazione e
all’educazione della popolazione (per aumentarne la consapevolezza
del proprio ruolo nella prevenzione e promozione della salute) e al
coinvolgimento di parti sociali e associazioni.
contenute
nell’Accordo Stato
Regioni del 27
novembre 2001, il
Ministero della
salute propone di
avviare un “patto
per la prevenzione
dei rischi indoor.
Per favorire la realizzazione del programma nazionale di
prevenzione indoor, all’Accordo del 27 novembre 2001 hanno fatto
seguito provvedimenti e linee guida nazionali, tra cui:
Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi,
del 4 aprile 200026 ;
Accordo Stato-Regioni del 13 gennaio 2005, cha ha portato le
“Linea Guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori
di strutture turistico-recettive e termali”27;
Accordo Stato-Regioni del 5 ottobre 2006, recante “Linee Guida
per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione
predittiva sugli impianti di climatizzazione”28;
Piano Nazionale Radon (PNR)29 “per la riduzione del rischio di
tumore polmonare in Italia da esposizione a radon”, un insieme
organico e coordinato di azioni volte alla riduzione del rischio
radon in Italia (incluse normative, mappature, informazione,
formazione). Il PNR ha acquisito il parere favorevole del
Consiglio Superiore di Sanità e della Conferenza Stato-Regioni
e, a partire dal 2006, è stato parzialmente finanziato nell’ambito
del progetto del Centro di Prevenzione e Controllo delle
Malattie (CCM);
Accordo del 18 ottobre 201030 tra Governo, Regioni, Province
autonome di Trento e Bolzano, Province, Comuni e Comunità
montane, concernente “Linee di indirizzo per la prevenzione
nelle scuole dei fattori di rischio indoor per allergie ed asma”31,
che focalizza l’attenzione sull’importanza, per la salute dei
bambini, delle condizioni di igiene e di qualità dell’aria negli
ambienti scolastici. Nell’Accordo, il quadro normativo che
disciplina molti aspetti dell’edilizia scolastica, della qualità
dell’aria indoor e del microclima, risulta carente o non
aggiornato rispetto alle ultime evidenze scientifiche e non
rispondente alle esigenze degli edifici in rapporto al risparmio
energetico, ai requisiti bio-climatici e alle caratteristiche di
salubrità e sicurezza dei materiali e degli arredi.
Legge 16 gennaio 200332, n.3 “Disposizioni ordinamentali in
materia di pubblica amministrazione”. All’art.51 “Tutela della
All’Accordo Stato
Regioni del 27
novembre 2001
hanno fatto seguito
provvedimenti e
linee guida
nazionali aventi lo
scopo di favorire la
realizzazione del
programma
nazionale di
prevenzione
indoor.
26
G.U. del 5 maggio 2000, S.G. n. 103
27
G.U. del 4 febbraio 2005, S.G. n. 28
28
G.U. del 3 novembre 2006, S.G. n. 256
29
http://www.iss.it/binary/tesa/cont/PNR-Testo%20completo.1195145887.pdf
30
G.U. del 13 novembre 2011, S.G. n. 9
31
http://www.normativasanitaria.it/normsan-pdf/2001/36589_1.pdf
32
http://www.parlamento.it/parlam/leggi/03003l.htm
379
salute dei non fumatori” la legge ha esteso il divieto di fumo a
tutti i locali chiusi, con le sole eccezioni dei locali riservati ai
fumatori e gli ambiti strettamente privati e, inoltre, per tutelare
la salute dei bambini e dei nascituri ha introdotto sanzioni più
gravi per chi fuma in presenza di bambini o di donne incinte.
La lotta al fumo passivo è un altro obiettivo importante del
programma nazionale di prevenzione indoor sviluppato dal
Ministero della salute.
Inoltre, in questi ultimi anni sono state promosse importanti
iniziative per contrastare i principali fattori di rischio ambientali per
le malattie respiratorie croniche, attraverso progetti e programmi
specifici promossi nell’ambito delle attività dal Piano nazionale di
Prevenzione, dal Centro per la Prevenzione e Controllo delle
Malattie33 e dalla GARD34 Italia.
Il progetto triennale (2009-2012) finanziato dal CCM,
“Esposizione ad inquinanti indoor: linee guida per la
valutazione dei fattori di rischio in ambiente scolastico e
definizione delle misure per la tutela della salute respiratoria
degli scolari e degli adolescenti” (Indoor-School), è coordinato
dall’Istituto Superiore di Sanità e include nello studio le scuole
di 7 regioni italiane (Lombardia, Friuli, Toscana, Lazio, Puglia,
Sardegna, Sicilia).
Le attività della GARD Italia sono coordinate dal Ministero
della salute assieme al CCM. La GARD è un’associazione
volontaria, nata nel giugno 2009 a Roma in occasione della IV
assemblea generale della International Global Alliance Against
Cronic Respratory Diseas, fondata dall’OMS con lo scopo di
promuovere strategie comuni per la riduzione dell’impatto delle
malattie respiratorie croniche. Nell’ambito della GARD italiana
è stato istituito il Gruppo di lavoro ad hoc “per la prevenzione
indoor nelle scuole”, con il compito specifico di facilitare
l’attuazione dell’Accordo Stato-Regioni del 18 novembre 2010
per la prevenzione nelle scuole dei fattori di rischio indoor per
allergie e asma. Al Gruppo di lavoro partecipano esperti di
università e istituzioni tra cui rappresentanti del Ministero della
pubblica istruzione, dell’ambiente, dell’ISPRA e dell’ISS.
Negli ultimi anni
sono stati
promossi una serie
di importanti
progetti e
programmi volti a
contrastare i
principali fattori di
rischio ambientali
per le malattie
respiratorie
croniche.
Nel nuovo Piano
Nazionale della
Prevenzione 2010-
2012 sono state
inserite specifiche
linee strategiche
volte a migliorare i
requisiti igienici di
qualità dell’aria
indoor in tutti gli
ambienti
frequentati dai
bambini.
Infine, con l’intesa Stato Regioni del 29 aprile 2010 è stato
varato il nuovo Piano Nazionale della Prevenzione 2010-201235,
in cui sono state inserite alcune linee strategiche specifiche,
volte a migliorare i requisiti igienici di qualità dell’aria indoor
nelle scuole e negli altri ambienti frequentati dai bambini, sulla
base delle quali numerose regioni hanno predisposto i rispettivi
Piani regionali di prevenzione.
33
http://www.ccm-network.it
34
http://www.salute.gov.it/gard/gard.jsp
35
Con l’intesa Stato Regioni del 29 aprile 2010, le regioni e le province autonome hanno
destinato, analogamente al 2005, 200 milioni di euro per la completa attuazione del Piano di
prevenzione per il triennio 2010-2012
380
Tabella 8.3: Attuali norme nazionali e internazionali inerenti la
qualità dell’aria indoor
36
Tematica
Norma
Sintesi
Norme e standard tecnici
internazionali per il controllo
del microclima e della
ventilazione
Standard ISO/FDIS 7730
Indicazioni per la
qualificazione e valutazione
del comfort.
UNI EN 13779
Ventilazione edifici non
residenziali.
UNI 15251
Valutazione della prestazione
energetica degli edifici.
Controllo degli impianti
Linee-guida per la prevenzione
e il controllo della legionellosi
4 aprile 2000
Fornisce indicazioni per la
gestione degli impianti per la
prevenzione della legionellosi.
Normativa sul fumo passivo
Legge del 16 gennaio 2003 n.
3
Vieta il fumo negli ambienti
pubblici.
Regolamento sulle sostanze
chimiche e preparati pericolosi
Regolamento REACH
Registration, Evaluation,
Authorisation of Chemicals
(CE) n. 1907/2006
Registrazione, valutazione,
autorizzazione e restrizione di
tutte le sostanze prodotte o
importate nell’Unione
Europea.
Regolamento d’igiene
Decreto Ministero Sanità
05/07/1975
Stabilisce i requisiti igienico-
sanitari principali dei locali
delle abitazione, precisando i
requisiti minimi di superficie
degli alloggi in relazione al
numero previsto degli
occupanti.
Direttive sui prodotti da
costruzione
89/106/CEE recepita in Italia
con il DPR n. 246 del 21 aprile
1993
Richiede la conformità dei
prodotti da costruzione ai
requisiti essenziali di salubrità.
Regolamento 305/2011 sui
prodotti da costruzione
Norme sulla performance
ambientale, sostenibilità e
risparmio energetico
ambientale degli edifici
ISO 21931-1:2010
Mira a migliorare le
prestazioni degli edifici
fornendo un quadro di
riferimento unico sui metodi
utilizzati per la valutazione del
loro impatto.
ISO 13823:2008
Definisce i principi generali e
le procedure idonee per la
verifica della
durabilità/resistenza delle
strutture edilizie a eventi di
tipo naturale.
Decreto 2002/91/CE recepito
D.Lgs.192 del 19 agosto 2005
Metodologia per il calcolo del
rendimento energetico degli
edifici.
Norme UNI TS 11300
Specifiche tecniche per il
calcolo del fabbisogno
energetico degli edifici.
Direttiva 2010/31/CE
Promuove il miglioramento
della prestazione energetica
degli edifici.
Ecolabel
Regolamento CE n. 66/2010
Marchio comunitario di qualità
ambientale di un prodotto.
Radon
D. L. 241/2000
Il decreto ha fissato un livello
di riferimento di 500 Bq/m3,
oltre il quale il datore di lavoro
deve intervenire con più
approfondite valutazioni ed
eventualmente con azioni di
bonifica per gli ambienti di
lavoro, scuole comprese.
Raccomandazione
143/Euratom del 1990
Ha fissato dei valori di
riferimento della
concentrazione di radon nelle
abitazioni oltre i quali
raccomandano interventi di
bonifica per la riduzione della
Norme promosse
negli ultimi anni, a
livello sia
nazionale sia
internazionale,ed
attualmente in
vigore, volte alla
prevenzione della
qualità dell’aria
negli ambienti
confinati.
36
Fonte: ISPRA
381
concentrazione di radon:
400 Bq/m3 per edifici esistenti
200 Bq/m3 per edifici da
costruire.
Piano Nazionale Radon
Piano coordinato di azioni
rivolte a ridurre il rischio di
effetti sanitari connessi
all’esposizione al radon.
Rumore
Legge n.447 del 26/10/1995
Legge quadro
sull'inquinamento acustico e
successivi decreti attuativi.
Direttiva 2002/49/CE del 25
giugno 2002, recepita con
Decreto Legislativo 19 agosto
2005, n. 194
Relativa alla determinazione e
alla gestione del rumore
ambientale. Prevede azioni di
risanamento in presenza di
rischi per la salute.
La prevenzione della qualità dell’aria indoor nelle politiche di
settore: il ruolo delle politiche ambientali
Come già accennato, la prevenzione della qualità dell’aria indoor
coinvolge molti settori quali, ad esempio, le attività produttive e i
sistemi di certificazione, le politiche di mobilità urbana, le politiche
climatiche ed energetiche.
In alcuni di questi settori le politiche ambientali svolgono un ruolo
proprio, contribuendo alla prevenzione della qualità dell’aria indoor
attraverso due gruppi principali di norme e regolamenti:
quelle che limitano le emissioni in atmosfera di inquinanti
derivanti da attività industriali, trasporti, agricoltura, gestione
rifiuti, attività domestiche, quali ad esempio il Decreto
legislativo 13 agosto 2010, n.155, le Direttive IPPC, AIA,
EMAS, la normativa che fissa e aggiorna gli standard di
prestazione delle autovetture nuove e degli autoveicoli
commerciali, le politiche di mobilità sostenibile;
quelle deputate al controllo diretto delle sorgenti presenti in
ambienti indoor, responsabili del rilascio di inquinanti e
sostanze pericolose, e incentivanti l’impiego di prodotti
ecologici e di edilizia sostenibile, quali: il Regolamento
REACH, il Regolamento Ecolabel (marchio di qualità ecologica
dell’UE), il recente Regolamento 305/2011 riguardante i
prodotti di costruzione, le strategie e i piani di azione per la
promozione di prodotti eco-compatibili (Politica Integrata di
Prodotto, Piano di Azione per gli acquisti verdi, Strategia per
l’uso sostenibile delle risorse, Piano dell’Eco-innovazione), la
normativa relativa alla progettazione ecologica dei prodotti
nonché all’elaborazione di specifiche utili alla progettazione
ecocompatibile dei prodotti che consumano energia
(ECODESIGN), le politiche di incentivi all’acquisto di prodotti
puliti (come autoveicoli, motoveicoli, elettrodomestici ecc.) e al
miglioramento ecologico degli edifici.
La prevenzione
della qualità
dell’aria indoor
coinvolge una serie
di settori nei
confronti dei quali
le politiche
ambientali
svolgono un ruolo
mediante norme e
regolamenti che
limitano le
emissioni in
atmosfera di
inquinant, e
deputati al
controllo diretto
delle sorgenti
presenti in
ambienti indoor.
Un ruolo importante rivestono anche le politiche relative
all’efficienza energetica degli edifici, diffuse a livello UE con il
Piano efficienza energetica UE–COM (2011) 109, che sta avendo
nel nostro Paese un progressiva applicazione e che, se da una parte
contribuisce alle riduzioni delle emissioni in atmosfera (quindi alla
prevenzione dell’inquinamento outdoor), dall’altra dovrebbe
comunque garantire un miglior comfort microclimatico indoor in
Attualmente
rivestono un ruolo
importante anche
le politiche
concernenti
l’efficienza
energetica degli
edifici, diffuse a
382
presenza di progettazione (compresa la scelta di materiali salubri per
la costruzione e l’arredo) e manutenzione adeguate, per evitare
effetti negativi sulla qualità dell’aria negli ambienti confinati.
Infatti, i sistemi di climatizzazione/riscaldamento che utilizzano il
ricircolo dell’aria per evitare la dispersione termica, in associazione
all’impiego di tecniche preposte all’isolamento dell’edificio (es.
utilizzo di infissi speciali per l’isolamento termico e/o acustico),
anche se nell’ottica di un corretto risparmio energetico, possono
influenzare negativamente la ventilazione interna, riducendo la
dispersione degli inquinanti e favorendo la concentrazione di agenti
patogeni (es. legionella, infezioni virali e batteriche in genere) e
l’aumento della concentrazione di polveri e inquinanti aerodispersi
(CO2, CO, PTS, ecc.) negli ambienti chiusi, con ripercussioni sulla
loro salubrità.
In ultimo, come già accennato, nel nostro Paese andranno meglio
definite le competenze e i sistemi di monitoraggio dell’aria indoor
per i quali, a oggi, non è ancora disponibile un sistema di
conoscenza e riferimento come per l’inquinamento atmosferico
outdoor.
In generale il ruolo delle politiche citate non è secondario nella
tutela della salute respiratoria.
livello europeo con
il Piano di
efficienza
energetica UE-
COM (2011) 109
che si stanno
progressivamente
applicando anche
in Italia.
In un recente
studio del JRC è
stato analizzato
l’impatto della
qualità dell’aria
indoor sulla salute,
valutando le
principali
patologie legate
all’esposizione a
inquinanti indoor,
quantificando
l’impatto
attribuibile
all’inquinamento
indoor e i benefici
in termini di salute
derivanti dalle
politiche UE 2004-
2010.
Come riepilogato nella Figura 8.4 e nella Tabella 8.4, in un recente
studio del JRC37 è stato analizzato l’impatto della qualità dell’aria
indoor (IAIAQ) sulla salute, valutando le principali patologie
attribuibili all’esposizione a inquinanti indoor (asma, carcinoma
polmonare, bronchite cronica ostruttiva, infezioni/sintomi
respiratori, intossicazione acuta).
Nello studio in oggetto è stato quantificato l’impatto attribuibile
all’inquinamento indoor in circa 2 milioni di DALY38 per anno.
È stato successivamente valutato l’effetto benefico in termini di
salute (guadagno di DALY per anno) delle politiche dell’UE dal
2004 al 2010 (il regolamento REACH, le normative sui prodotti da
costruzione, sull’efficienza energetica degli edifici, sull’etichettatura
dei prodotti, il green paper sul fumo di tabacco, le linee guida
dell’OMS sull’indoor).
Infine sono stati presi in considerazione diversi scenari a seconda
delle applicazioni delle politiche europee.
37
JRC, Promoting actions for healthy indoor air (IAIAQ), Director Generals Health &
Consumer, 2011
38
DALY (Disability-Aadjusted Life Year): anni di vita vissuti al netto della disabilità. Il DALY
quantifica il peso di una malattia e è il risultato della somma degli anni di vita persi (YLL) in
seguito a mortalità prematura con gli anni vissuti in disabilità o malattia (YLD). Tale metodo è
stato sviluppato dall’Università di Harvard nel 1990 e adottato nel 2000 dall’OMS
383
Figura 8.4: Benefici in termini di guadagno di DALY a 10 anni
dall’implementazione delle politiche sulla qualità dell’aria
indoor39
Valutazione degli
effetti benefici in
termini di salute
(espressa come il
guadagno di DALY
per anno) derivanti
dall’implementazio
ne delle politiche
dell’UE sulla
qualità dell’aria
negli ambienti
confinati.
39
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati tratti da: JRC, Promoting actions for healthy indoor air
(IAIAQ), Director Generals Health & Consumer, 2011
384
Tabella 8.4: Incremento temporale dei benefici per la salute
pubblica in termini di DALY grazie all’implementazione delle
politiche sull’efficienza energetica degli edifici e sui materiali da
costruzione40
Regolamenti europei e scenari di IAIAQ
Anno di inizio
Benefici annui in DALY/anno
∞
2000
2005
2010
2015
2020
Scenario 1
CPD (86/106/EEC prodotti da
costruzione)
2000
0
35
70
100
120
400
GPSD (2001/195/EC sicurezza
prodotti da costruzione)
2002
2
5
6
7
9
EPBD (2002/91/EC
performanceedifici)
2003
60
190
300
400
800
REACH EC1907/2006
chimica)
2007
5
10
13
17
Scenario 2
Implementazione REACH
2011
10
15
30
CPD + GPSD + integrazione
dell’impatto IAQ dei sistemi di
combustione indoor
2011
100
180
600
Scenario 4
Protocolli europei per IAQ per
gli edifici, i prodotti e i
materiali indoor
2011
60
120
300
Scenario 5
Combustibili, sistemi di
monitoraggio della CO,
gestione/manutenzione dei
sistemi di combustione
2011
100
180
300
Scenario 6
EPBD + integrazione IAQ
2011
160
350
1.200
Scenario 7
Integrazione IAQ nelle CLIMT
ACT europee e nelle politiche
energetiche
2011
300
600
2.000
Incremento nel
tempo dei benefici
ottenuti per la
salute pubblica
(espressi in termini
di DALY) derivanti
dall’implementazio
ne delle politiche
dell’UE
riguardanti
l’efficienza
energetica degli
edifici e i materiali
da costruzione.
40
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati tratti da: JRC, Promoting actions for healthy indoor air
(IAIAQ), Director Generals Health & Consumer, 2011
385
Possibili indicatori per l’ambiente indoor nelle scuole
(schema DPSIR)
Allo stato attuale non è ancora disponibile un set di indicatori
concretamente popolabili per la caratterizzazione dello stato
dell’ambiente indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla
salute, in quanto manca un sistema di rilevazione strutturato dei dati
sui determinanti e sulla qualità indoor.
Nel tentativo di descrivere in particolare l’ambiente indoor
scolastico, si è cercato quindi di identificare una serie di possibili
indicatori, che potrebbero essere sviluppati efficacemente se
supportati da dati disponibili e aggiornati.
Ciò necessiterebbe l’impegno, da parte delle istituzioni coinvolte sia
a livello nazionale (Ministero della pubblica istruzione, Ministero
della salute, Ministero dell’ambiente, ecc.), sia a livello locale
(Comuni, ARPA e Dipartimenti sanità), a rendersi disponibili a
raccogliere e rendere fruibili i dati e le informazioni necessarie allo
scopo, mediante la realizzazione di strumenti istituzionali (norme,
regolamenti, linee guida ecc.) e l’implementazione di database ad
hoc.
Come indicato nella Tabella 8.5, è possibile suddividere gli
indicatori per la caratterizzazione della qualità dell’aria indoor in
due categorie: la prima relativa agli inquinanti (PM, COV, benzene,
radon ecc.), la seconda relativa al comfort microclimatico (CO2,
temperatura, umidità, ventilazione, rumore, illuminazione ecc.).
Attualmente non è
ancora disponibile
un set di indicatori
popolabile per la
caratterizzazione
della qualità
dell’ambiente
indoor, delle
pressioni e degli
impatti sulla
salute.
386
Tabella 8.5: Indicatori della qualità dell’aria indoor classificati
nelle categorie inquinamento e comfort microclimatico41
Inquinamento
Comfort
Determinanti/Pressioni
Sorgenti di inquinamento
(strade/complessi
industriali ) in prossimità
di scuole/poli didattici
Affollamento aule
n. di scuole in classe
energetica A
Esistenza di protocolli
scolastici per uso di
detergenti, arredi e
materiali didattici atossici
Stato
Concentrazioni PM, O3,
NOx, COV, benzene,
radon, survey
CO2, temperatura,
umidità, ricambio
d’aria, muffe (survey),
Illuminazione,
rumore
Impatto
Affezioni respiratorie non
infettive (asma, allergie,
BPO)
Affezioni
virali/batteriche
(influenza, bronchiti,
polmoniti, malattie
esantematiche ecc.),
cefalee
Risposte
n. di aziende/produttori di
arredi e materiali scolastici
e di consumo con
certificazione Ecolabel
n. di regioni che ha
legiferato
sull’efficienza
energetica degli edifici
scolastici (obbligo di
certificazione
energetica)
Protocolli di
monitoraggio/sorveglianza
sanitaria nelle scuole
n. di politiche per
migliorare la qualità
dell’aria a scuola (survey)
Gli indicatori per
la
caratterizzazione
della qualità
dell’aria indoor
possono essere
suddivisi in due
categorie: la prima
relativa agli
inquinanti (PM,
COV, benzene,
radon ecc.), la
seconda relativa al
comfort
microclimatico
(CO2, temperatura,
umidità,
ventilazione,
rumore,
illuminazione ecc.).
41
Fonte: ISPRA
387
DETERMINANTI-PRESSIONI
Possibili indicatori correlati agli agenti inquinanti
Le varie tipologie di materiali di arredo e di accessori didattici,
nonché di prodotti utilizzati per l’igiene e le pulizie, possono essere
responsabili dell’emissione di sostanze inquinanti quali PTS, COV,
IPA e POPs42 negli ambienti frequentati dagli scolari. Ad esempio,
l’utilizzo di gesso per le lavagne tradizionali favorisce la dispersione
e l’accumulo di polvere, soprattutto se durante l’orario scolastico
non viene applicata un’appropriata areazione delle aule a intervalli
regolari.
In quest’ottica diventa importante anche una corretta organizzazione
e gestione degli interventi di igiene ambientale i quali, se non
programmati al di fuori dell’orario delle lezioni, senza adeguata
aerazione dei locali e senza l’utilizzo di prodotti specifici il più
possibile atossici che non rilasciano inquinanti in aria dopo l’uso,
favoriscono la dispersione di sostanze potenzialmente tossiche,
aumentando quindi l’esposizione degli alunni che soggiornano nei
locali scolastici.
Anche la scelta di arredi certificati a bassa emissione di formaldeide
e altri COV è importante per favorire l’eliminazione dall’ambiente
indoor di questi inquinanti.
Allo stesso modo l’ubicazione degli edifici scolastici, e quindi
un’adeguata pianificazione urbanistica, rappresentano dei
determinanti per la qualità dell’ambiente indoor: una scuola ubicata
in un’area a elevato traffico veicolare, o nelle vicinanze di un’area
industriale, presenterà concentrazioni di inquinanti indoor (PM10-2,5,
NO2, IPA, CO2 ecc.) più elevate rispetto a scuole ubicate in aree
meno inquinate.
Possibili indicatori correlati al comfort
L’affollamento delle aule43 può essere considerato un determinante
della qualità ambientale: diversi studi hanno infatti dimostrato che
un numero elevato di alunni per m3 è associato sia a più elevate
concentrazioni di CO2, sia a un aumento del rischio di diffusione di
infezioni batteriche e virali negli ambienti chiusi, oltre che a una
diminuzione dell’attenzione (e apprendimento) e all’insorgenza di
cefalea.
L’indicatore del comfort è anche descritto dalla classe energetica
I materiali di
arredo, gli
accessori didattici,
i prodotti per
l’igiene e la
pulizia, possono
essere responsabili
dell’emissione di
sostanze inquinanti
(PTS, COV, IPA,
POPs).
42
PTS: particolato totale sospeso; COV: composti organici volatili; IPA: idrocarburi policiclici
aromatici; POPs: Persistent Organic Pollutants (inquinanti organici persistenti)
43
Decreto del Ministero dell’interno (n orme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica ) del
26/08/92 che, oltre a indicare le caratteristiche dell'edificio, ha previsto “un massimo
affollamento” in un numero massim o di 26 persone ad aula (compresi alunni, insegnanti,
sostegno, ecc.) ma senza indicare alcunché in merito alla superficie minima
ELEMENTARI
MEDIE
MATERNE/
SEZIONI
SUPERIORI
Mq lordi per classi
da 153 a 167
da 201,50 a 275,50
da 198 a 210
da 166 a 307
Mq lordi totali per
alunno
da 6,11 a 6,68
da 8,06 a 11,02
da 6,06 a 7
da 6,65a 12,28
Tecnologia e Disegno Prof. Rosario Berardi, 2010
388
degli edifici scolastici che si acquisisce attraverso la certificazione
energetica che si sta portando avanti progressivamente nelle diverse
realtà regionali.
La certificazione prevede una valutazione per la classe di
isolamento termico e per la qualità dell’impiantistica ad alta
efficienza energetica. Gli edifici a basso consumo energetico
devono quindi coniugare comfort abitativo a risparmio energetico.
STATO
Possibili indicatori correlati agli agenti inquinanti
Elevate concentrazioni di inquinanti indoor, sia di origine chimica
sia di origine biologica, possono causare in soggetti predisposti
allergie, irritazioni oculari e dermiche, malattie infettive oppure
sintomatologie aspecifiche quali cefalea, disturbi della
concentrazione, ecc.
In tale ambito, uno degli indicatori proposti dall’OMS per la
valutazione della qualità dell’ambiente indoor è costituito dalla
misura dell’esposizione a specifici inquinanti indoor (PM, O3, NOX,
COV, benzene, radon, rumore) nelle scuole, tramite survey44 che
prevedano il monitoraggio dei valori delle concentrazioni degli
inquinanti stessi.
La metodologia proposta per queste survey prevede il
campionamento indoor mediante diffusione passiva in almeno tre
aule scolastiche e una misura outdoor (concentrazione media della
settimana), analisi in laboratori accreditati per QA/QC.
Le tre aule andrebbero monitorate nel periodo in cui è in funzione il
riscaldamento e le scuole dovrebbero essere selezionate in aree
geografiche diverse in relazione al clima, considerando edifici
scolastici urbani e rurali, in un numero compreso tra un minimo di
100 e un massimo di 300.
Possibili indicatori correlati al comfort
Il microclima, ossia l’insieme di fattori fisici e chimici (quali elevate
concentrazioni di CO2, condizioni non ottimali di temperatura,
umidità, illuminazione, rumore) che caratterizzano l’aria negli
ambienti confinati, contribuisce a sua volta al benessere psicofisico
dell’individuo, basato su un delicato equilibrio tra individui e
ambiente.
Alterazioni di questo equilibrio possono avere ripercussioni sugli
alunni, influenzandone negativamente la performance scolastica e lo
stato di salute. Per la valutazione del comfort microclimatico
vengono spesso utilizzati due indici: l’indice Katatermometrico che
valuta gli scambi termici e l’indice di temperatura effettiva.
Tra gli indicatori proposti dall’OMS per la valutazione della qualità
dell’ambiente indoor è compresa l’aerazione insufficiente nelle aule
Inquinanti indoor
possono essere
causa, in soggetti
predisposti, di
allergie, irritazioni
oculari e dermiche,
malattie infettive,
nonché di
sintomatologie
aspecifiche quali
cefalea, disturbi
della
concentrazione,
ecc.
44
M. Krzyzanowski, Current WHO activities on IAQ, WHO European Centre for Environment
and Health, Bonn Office, 2011
389
scolastiche45. La caratterizzazione di tale indicatore può essere
condotta tramite survey che prevedano la misura nelle aule
scolastiche dei valori di CO2, temperatura, umidità, ventilazione,
nonché della presenza di muffe.
L’anidride carbonica è uno degli inquinanti che più comunemente
può trovarsi in elevate concentrazioni in ambiente indoor, in quanto
proveniente dai normali processi di inspirazione/espirazione delle
persone presenti in ambiente chiuso.
L’impiego di semplici dispositivi per il monitoraggio della CO2
potrebbe costituire un valido aiuto nella gestione della qualità
dell’aria indoor. La CO2 rappresenta, infatti, un indicatore della
qualità dell’aria e può di conseguenza essere utilizzata per valutare
le prestazioni degli impianti di trattamento dell’aria. Gli effetti sulla
salute si manifestano solo a concentrazioni elevate di CO2 (3.500
ppm), mentre gli effetti nocivi si manifestano oltre i 5.000 ppm, ma
in genere già al superamento indoor di 600 ppm di CO2 si inizia ad
avere una percezione negativa della qualità dell’aria. Per questo
motivo, di solito a partire da una concentrazione di 800 ppm, è
consigliabile aumentare la ventilazione.
Le temperature degli ambienti interni dovrebbero risentire il meno
possibile delle variazioni di temperatura esterne, in modo da
favorire la presenza costante di condizioni di benessere termico. I
valori ottimali di temperatura sono compresi tra i 20-25 gradi in
inverno e di qualche grado inferiori in estate.
Anche l’umidità è un importante determinante del comfort
ambientale: valori inferiori al 12% danno luogo a sintomi quali
secchezza delle mucose, mentre all’opposto valori superiori all’80%
vengono avvertiti come un senso di disagevole umidità. I valori
ottimali di umidità relativa sono infatti compresi tra 30-60%46, e
sono influenzati dai livelli igrometrici presenti nei vani degli edifici,
dal numero di persone presenti nell’ambiente e dalla corretta
struttura delle mura degli edifici (es. umidità che trasuda da pareti
non correttamente impermeabilizzate).
Altro parametro microclimatico da prendere in considerazione è la
ventilazione: la scarsa ventilazione causa in un ambiente chiuso un
incremento del tasso di umidità e delle temperature, nonché un
accumulo di CO2, provocando una sintomatologia variabile che
comprende cefalea, malessere generalizzato, stanchezza, irritabilità.
Di contro, anche una ventilazione eccessiva può risultare sgradevole
e/o dannosa, specialmente se correlata a temperature troppo elevate
o troppo basse o, comunque, a differenze notevoli tra la temperatura
interna e quella esterna.
45
M. Krzyzanowski, Current WHO activities on IAQ, WHO European Centre for Environment
and Health, Bonn Office, 2011
46
P. Marinelli, Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica, Piccin, Padova, 2002
390
Tabella 8.6: Valori microclimatici ottimali47
Periodo
Temperatura
Umidità
Ventilazione
inverno
19-22°C
40-50%
0,05-0,1 m/s
estate
24-26°C
50-60%
0,1-0,2 m/s
Valori
microclimatici
ottimali di
temperatura,
umidità e
ventilazione riferiti
ai periodi
invernale ed estivo.
Un altro determinante di stato che ha effetti sul benessere e la salute
degli individui che vivono in un particolare ambiente confinato è il
rumore: è documentato, infatti, che valori di rumore superiori ai 65
Db(A) causano disturbo, affaticamento e possono provocare danni
psichici e neurovegetativi. Nello specifico, numerosi studi hanno
evidenziato come l’esposizione al rumore possa causare un calo
della performance scolastica, disturbando la comunicazione verbale,
i processi di memorizzazione e di comprensione del testo scritto
(disturbi dell’apprendimento), arrivando anche a provocare
alterazioni comportamentali, con un incremento dell’aggressività. I
bambini sono un gruppo particolarmente vulnerabile a tali effetti:
essi non possiedono, in genere, ancora gli strumenti cognitivi
adeguati per comprendere e anticipare gli stressors e non hanno
sviluppato strategie per fronteggiarli. Inoltre, il fatto che i bambini
siano in pieno sviluppo cognitivo e psichico fa sì che stressors come
il rumore possano determinare conseguenze negative irreversibili.
Va comunque ricordato che gli effetti descritti non si manifestano in
maniera uniforme in tutti i soggetti esposti48.
È stato
documentato che
valori di rumore
superiori ai
65Db(A) causano
disturbo,
affaticamento e
possono provocare
danni psichici e
neurovegetativi.
Nei bambini,
particolarmente
vulnerabili,
l’esposizione al
rumore può
causare un calo
della performance
scolastica fino a
indurre alterazioni
comportamentali.
IMPATTO (esposizione/effetti)
L’esposizione a inquinanti aerodispersi negli ambienti indoor di
solito non è tale da determinare effetti acuti, tuttavia può causare
una serie di effetti avversi per la salute (comparsa di malattie
specifiche o aggravamento di patologie preesistenti), la cui gravità
dipende dalle caratteristiche personali (stato di salute,
predisposizione genetica, sensibilità ecc.), dalla tipologia
dell’inquinante, dalle sue concentrazioni, dalla modalità e dal tempo
di esposizione.
I bambini che trascorrono gran parte della loro giornata a scuola (in
media dalle 6 alle 8 ore giornaliere) sono esposti a una serie di
fattori di rischio multipli quali:
inquinanti chimici, biologici e fisici, a volte in alte
concentrazioni;
comfort microclimatico non conforme (temperatura,
ventilazione, illuminazione e umidità inadeguate);
Anche se
l’esposizione a
inquinanti indoor
aerodispersi non è
di solito tale da
determinare effetti
acuti, può tuttavia
essere causa di
effetti avversi per
la salute la cui
gravità dipende
dalle
caratteristiche
personali, dal tipo
di inquinante e
dalla sua
concentrazione,
dalla modalità e
47
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati tratti da: P. Marinelli, Igiene, medicina preventiva e sanità
pubblica, Piccin, Padova, 2002
48
S. A. Stansfeld, B. Berglund, C. Clark, I. Lopez-Barrio, P. Fischer, E. Ohrstrom, M. M.
Haines, J. Head, S. Hygge, I. van Kamp, Aircraft and road traffic noise and children's cognition
and health: a cross-national study, Lancet, 2005, vol. 365, no. 9475, pp. 1942-1949
391
ambiente eccessivamente rumoroso;
affollamento delle aule.
Gli effetti sulla salute conseguenti alla permanenza in ambienti che
presentano tali problematiche possono essere distinti in due
tipologie: malattie correlate all’edificio o Building Related Illness
(BRI); sindrome dell’edificio malato o Sick-Building Syndrome
(SBS).
Possibili indicatori correlati agli agenti inquinanti
Le malattie correlate all’edificio (BRI) sono patologie chiaramente
definite dal punto di vista clinico e sono la conseguenza di una
determinata contaminazione all’interno dei locali. Tra queste
troviamo le affezioni respiratorie non infettive, come le allergie da
ambienti interni (ad esempio quelle all’acaro della polvere
domestica, ai peli dei gatti o alle muffe) e le affezioni respiratorie
causate dall’umidità, che possono aggravare condizioni patologiche
preesistenti quali asma, BPCO, ecc.
Possibili indicatori correlati al comfort
Correlate agli edifici, e in particolare all’affollamento degli ambienti
indoor, sono anche una serie di affezioni virali/batteriche
dell’apparato respiratorio, come la cosiddetta legionellosi (causata
dai batteri legionella), il «polmone da umidificatore» (una forma di
alveolite allergica) e la «febbre da umidificatore». Tali patologie
sono in genere conseguenti a una non corretta manutenzione degli
impianti di umidificazione, ventilazione e climatizzazione.
dal tempo di
esposizione.
Tabella 8.7: Relazione tra esposizione e effetti sulla salute49
Patologia/sintomi
Esposizione
Modello
Allergia o asma
Bioaresol, PM, COV, ETS
Frazione attribuibile
Cancro al polmone
Radon
Dose/risposta
PM da fonti di combustione
indoor, ETS
Frazione attribuibile
Malattia cardiovascolare
PM da fonti di combustione
indoor, ETS
Dose/risposta
Bronchite cronica ostruttiva
PM da fonti di combustione
indoor, ETS
Frazione attribuibile
Infezioni respiratorie
Umidità, ETS
Frazione attribuibile
Intossicazione
CO
Incidenza
Correlazione
esistente tra
l’esposizione ai
diversi tipi di
inquinanti e gli
effetti sulla salute
umana.
La Sindrome dell’edificio malato (SBS) è una sindrome diffusa, a
eziologia non definita e con sintomatologia aspecifica. Mentre le
BRI colpiscono un numero limitato di soggetti, la SBS è accusata da
un gran numero di soggetti (50-60%) che frequentano ambienti
confinati insalubri. In questo tipo di disturbo la sintomatologia
La sindrome
dell’edificio malato
è una sindrome
diffusa, a eziologia
non definita e con
sintomatologia
49
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati tratti da: JRC, Promoting actions for healthy indoor air
(IAIAQ), Director Generals Health & Consumer, 2011
392
scompare con l’allontanamento dall’edificio.
La SBS comprende una serie di disturbi dello stato generale di
salute: irritazioni agli occhi, al naso, alle vie respiratorie e cutanee
nonché sintomi generali come cefalea, astenia, malessere, vertigini e
difficoltà di concentrazione. Le cause sono molteplici e di norma
provocate da vari fattori. Tra questi figurano una ventilazione
insufficiente, climatizzatori poco igienici, emissione di sostanze
odorose e irritanti da parte di materiali e apparecchi, danni dovuti
all’umidità e ancora: un clima sgradevole nel locale, rumori
fastidiosi permanenti, postazioni di lavoro al videoterminale
installate in modo inadeguato. Purtroppo non vi sono in Europa dati
sull’incidenza o sulle cause della SBS50.
aspecifica, che
viene accusata da
circa il 50-60% di
soggetti che
frequentano
ambienti confinati
insalubri.
RISPOSTE
Possibili indicatori correlati agli agenti inquinanti
È possibile avere un quadro dell’efficacia degli accorgimenti messi
in atto per minimizzare i fattori di rischio all’esposizione indoor,
identificando una serie di indicatori di risposta che vanno dalla
gestione dell’igiene e dell’edilizia ambientale (materiali da
costruzione/ristrutturazione) delle scuole, alla scelta ragionata di
prodotti di consumo e di arredo certificati. La qualità ambientale dei
materiali/prodotti segue attualmente il regolamento Ecolabel
(Regolamento CE 66/2010). Quest’ultimo riveste particolare
importanza nell’identificare i prodotti di consumo e di arredo e i
materiali edilizi a bassa emissione che dovrebbero essere preferiti
nei programmi di gestione delle scuole. Un indicatore di risposta
potrebbe essere, quindi, rappresentato dal numero di aziende e di
produttori di materiali da costruzione, arredi, prodotti scolastici e di
consumo dotati di certificazione Ecolabel.
In questo ambito un altro indicatore potrebbe essere rappresentato
dal numero di politiche messe in atto per migliorare la qualità
dell’aria nelle scuole. Il survey dovrebbe identificare e censire, sul
territorio nazionale, tutti i Piani e Programmi urbanistici che
prevedano l’ubicazione/zonizzazione strategica dei nuovi edifici
scolastici in aree lontane da fonti di inquinamento atmosferico e
acustico, e i Piani di qualità dell’aria e di mobility management che
prevedano, possibilmente, interventi di mitigazione e
riorganizzazione della viabilità nelle aree in cui sono già presenti
edifici scolastici.
Possibili indicatori correlati al comfort
Attualmente vanno tenute in considerazione anche le nuove direttive
sull’efficienza energetica degli edifici (Decreto 2002/91/CE recepito
D.Lgs. 192 del 19 Agosto 2005; Norme UNI TS 11300; Direttiva
2010/31/CE). Tale normativa richiede, comunque, un’attenta
Identificando una
serie di indicatori
di risposta che
vanno dalla
gestione dell’igiene
e dell’edilizia
ambientale delle
scuole alla scelta
ragionata di
prodotti di
consumo e di
arredo certificati, è
possibile avere un
quadro
dell’efficacia degli
accorgimenti messi
in atto allo scopo
di minimizzare i
fattori di rischio
all’esposizione
indoor.
50
M. Jantunen, THL, E. Oliveira Fernandes, FEUP, P. Carrer, Promoting actions for healthy
indoor air (IAIAQ), Università degli studi di Milano, Kephalopoulos S., EC/JRC/IHCP, 2011
393
valutazione e applicazione per evitare che la perfomance energetica
degli edifici venga raggiunta a scapito della qualità dell’aria indoor.
L’indicatore di risposta utilizzabile in questo ambito potrebbe essere
rappresentato dal numero di regioni che ha legiferato in merito
all’efficienza energetica degli edifici scolastici (obbligo di
certificazione energetica).
GLOSSARIO
Allergeni:
Sostanze riconosciute come estranee a un dato organismo (antigeni)
in grado di produrre immediata ipersensibilità.
Allergie:
Reazioni di ipersensibilità dell’organismo su base immunitaria verso
varie sostanze (allergeni).
Ambienti confinati o indoor:
Ambienti interni di vita e di lavoro non industriali quali abitazioni,
uffici, scuole, biblioteche, ospedali, caserme, alberghi, locali di
svago, mezzi di trasporto.
Comfort microclimatico:
Stato psico-fisico in cui il soggetto esprime soddisfazione nei
riguardi del microclima caratterizzante l’ambiente in cui soggiorna.
Formaldeide:
Sostanza organica volatile, di natura carbonilica, occasionalmente
presente nell'aria degli ambienti abitativi. È un gas incolore con un
odore forte e pungente. Le fonti emissive principali sono
rappresentate da tappezzerie, truciolari, isolanti, coloranti, materie
plastiche, moquette, tessuti, detersivi, conservanti, disinfettanti e
fumo di tabacco.
Inquinamento indoor:
Inquinamento che interessa gli ambienti confinati, derivante
dall’accumulo di inquinanti, generalmente aeriformi, emessi da
sorgenti di varia natura sia indoor sia outdoor.
Inquinamento outdoor:
Inquinamento atmosferico dell’ambiente esterno.
Inquinanti aerodispersi:
Sostanze chimiche che possono essere presenti nell’aria a una
concentrazione tale da arrecare possibili effetti nocivi alla salute
umana, alle altre forme di vita o ai materiali.
Qualità dell’aria indoor:
Valutazione quantitativa dell’inquinamento dell’aria negli ambienti
confinati.
394
Radon:
Gas nobile o inerte radioattivo di origine naturale. Viene prodotto
dal radio presente ovunque nei suoli per “decadimento nucleare” ed
è presente nell’ambiente soprattutto nelle aree di origine vulcanica.
La sua pericolosità è maggiore negli ambienti confinati, perché ne
ostacolano la dispersione in atmosfera.