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Atti del 6° Congresso Nazionale della Societas Herpetologica Italica (Roma, 27.IX-1. X.2006)
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Il colubro lacertino, Malpolon monspessulanus, nell’Italia Nord
Occidentale: distribuzione, dieta e morfometria
D. OTTONELLO1, F. ONETO1, S. SALVIDIO1, L. LAMAGNI2
1 DIP.TE.RIS, Università degli Studi di Genova, Corso Europa 26 - 16132 Genova, Italy,
E-mail: salvidio@dipteris.unige.it
2 PRO NATURA GENOVA, Via Brigata Liguria 9 - 16121 Genova, Italy
Riassunto. Malpolon monspessulanus monspessulanus raggiunge in Liguria il limite orientale del
suo areale di distribuzione. Fra settembre 2004 ed agosto 2006 sono stati esaminati 83 esempla-
ri di Colubro lacertino in parte trovati morti su strade carrabili o conservati nella collezione del
Museo di Storia Naturale di Genova. Sono state annotate per ogni esemplare lunghezza totale,
lunghezza dall’apice del muso alla cloaca, data e luogo di rinvenimento e sesso. Inoltre, ne è stata
studiata la dieta mediante dissezione: il contenuto dello stomaco e dell’intestino è stato rimosso
e analizzato al microscopio binoculare. I gruppi animali identificati sono Uccelli, Mammiferi,
Rettili soprattutto Sauri. Tra questi Podarcis muralis rappresenta ben il 92% delle prede estrat-
te dagli esemplari giovani. Gli esemplari adulti sembrano mostrare una variazione stagionale
delle prede. Per lo studio della distribuzione sono state considerate altre 65 osservazioni estra-
polate dall’Atlante degli Anfibi e dei Rettili della Liguria. La maggior parte delle osservazioni è
compresa tra il livello del mare ed i 200 metri, ma la specie è presente fino a 700 metri s.l.m.
L’esemplare di maggiori dimensioni è un maschio che presentava una lunghezza totale di 170
cm, mentre la femmina di maggiori dimensioni raggiungeva i 106 cm.
Parole chiave: Malpolon monspessulanus, dieta, distribuzione, morfometria, Liguria.
I
Il Colubro lacertino, Malpolon monspessulanus (Hermann, 1804), è una spe-
cie ad ampia distribuzione nei paesi del Mediterraneo e del Vicino Oriente, con
tre sottospecie valide, secondo de Haan (1997, 1999): M. monspessulanus mon-
spessulanus, M. monspessulanus insignitus (Geoffroy, 1827) e M. monspessulanus fu-
scus (Fleischmann, 1831). Recenti studi del DNA mitocondriale suggeriscono pe-
rò di considerare come specie valida la sottospecie M. m. insignitus (Carranza et al.
2006). Secondo gli stessi autori esisterebbero quindi due specie distinte Malpolon
monspessulanus e Malpolon insignitus, quest’ultima includerebbe la sottospecie M.
insignitus fuscus. In questo lavoro abbiamo deciso di seguire la tassonomia proposta
da de Haan (1997, 1999) in attesa di ulteriori approfondimenti riguardanti gli stu-
di genetici eseguiti da Carranza et al. (2006).
La sottospecie nominale raggiunge in Liguria (Italia nord-occidentale) il limite
orientale del suo areale di distribuzione (Ferri 1994), dove è strettamente legata ad
un bioclima di tipo mediterraneo (Salvidio et al. 1996). E’ comunque un serpente
con una buona plasticità ecologica (Guillaume 1976) ed in Liguria frequenta pre-
ferenzialmente le garighe e le macchie costiere, le boscaglie di leccio (Quercus ilex),
pino d’Aleppo (Pinus halepensis) e pinastro (Pinus pinaster), i terrazzamenti coltivati
a ulivo e vite ed i boschi misti di latifoglie su pendii aridi e soleggiati (Ferri 1994).
Nonostante la specie sia il serpente più comune lungo la fascia costiera della Liguria
centro-occidentale (Salvidio & Doria 1994) non è stata mai oggetto di studi appro-
fonditi riguardanti la sua ecologia, ad eccezione di Bruno (1977). Lo scopo di que-
sto lavoro è quello di fornire informazioni riguardanti l’ecologia generale, la distri-
buzione e la morfometria di Malpolon monspessulanus nell’Italia Nord-occidentale.
M
Lo studio della distribuzione in Liguria si è basato su 148 osservazioni puntiformi.
Di queste, 65 segnalazioni sono quelle riportate nell’Atlante degli Anfibi e Rettili
della Liguria (Doria & Salvidio 1994), di cui si sono potuti utilizzare i soli riferi-
menti sulla localizzazione, mentre delle restanti 83 segnalazioni si è potuto dispor-
re degli esemplari raccolti e conservati in alcool od in formalina: 60 sono stati rin-
venuti morti lungo strade carrabili e 23 sono conservati nella collezione del Museo
Civico di Storia Naturale di Genova (con sigla CE). Di questi esemplari sono state
annotate, quando possibile, lunghezza totale (Ltot), lunghezza dall’apice del muso
alla cloaca (Lmc), lunghezza della coda (Lc), data di rinvenimento, luogo di rinve-
nimento e sesso. Gli adulti sono stati distinti dai giovani in base ai differenti patter-
ns cromatici (Pleguezuelos & Moreno 1988). Degli 83 esemplari disponibili è stata
studiata la dieta mediante dissezione: lo stomaco e l’intestino sono stati asportati
per provvedere ad un’analisi degli eventuali residui alimentari al microscopio bino-
culare. Le prede o le parti restanti di esse sono state determinate fino al più basso
livello tassonomico possibile, confrontandole con una collezione di riferimento.
L’analisi del periodo di attività è stata effettuata in base alla data di ritrovamento dei
singoli esemplari a disposizione degli autori e presenti nella collezione del Museo
di Storia Naturale di Genova. Va comunque rilevato che questo tipo di analisi può
presentare un difetto in quanto non tiene conto dello sforzo di campionamento co-
me suggerito da Rugiero et al. (1998).
Per analizzare un’eventuale variazione nella composizione stagionale della die-
ta si è deciso di ragruppare i dati degli individui adulti, senza effettuare una distin-
zione per sesso, a causa del basso numero di campioni. Tutti i dati sono stati im-
portati sul programma di Desktop Mapping MapInfo Professional 7.0™, in modo
da poter sovrapporre i punti alla cartografia e delineare in modo dettagliato l’areale
del Colubro lacertino nella Liguria Occidentale. Le informazioni climatiche sono
state elaborate a partire dai dati del progetto Ecozero della Regione Liguria. La di-
stribuzione delle osservazioni puntiformi rispetto alle temperature medie annuali e
del mese di Luglio sono state analizzate tramite il test del chi quadrato per verifica-
re se si discostano dalla distribuzione teorica. Per l’elaborazione dei dati biometrici
174
175
sono stati utilizzati: Microsoft® Excel e Minitab® Release 13.0. Il dimorfismo ses-
suale è stato analizzato utilizando il test “t” di Student, che permette di comparare
la media di due campioni indipendenti. Al fine di eliminare il fattore dimensionale
è analizzato il rapporto tra le singole variabili e la lunghezza totale (Ltot).
R
La maggior parte delle osservazioni raccolte in questo studio è compresa tra il
livello del mare ed i 200 metri (78% delle osservazioni); la specie è comunque rin-
venibile fino a 700 metri s.l.m. Occorre però segnalare un giovane esemplare con-
servato al Museo Civico di Storia Naturale di Genova (CE 50348), raccolto nei
pressi di Verdeggia nel Comune di Triora (IM) a circa 1000 metri s.l.m. Se con-
fermato, questo dato rappresenterebbe il limite altitudinale assoluto per la specie in
Italia. La distribuzione del Colubro lacertino è continua dal confine francese sino
al Comune di Arenzano (GE), e risulta quindi presente nelle Provincie di Imperia
e Savona, dove è abbastanza comune e si può rinvenire anche nei centri abitati, e
nella parte più occidentale della Provincia di Genova (Figura 1).
Confrontando la distribuzione della specie sul territorio regionale con l’anda-
mento delle isoterme emerge che il 75% delle osservazioni ricade all’interno del-
l’isoterma dei 13°C se si considera la temperatura media annuale (Figura 2) (Chi-Sq
= 25,445; DF = 1; p < 0,001). Invece il 92% delle osservazioni ricadono all’interno
dell’isoterma dei 21°C (Chi-Sq = 13,838; DF = 1; p < 0,001) ed il 43% all’inter-
no dell’isoterma dei 22 °C (Chi-Sq = 13,091; DF = 1; p < 0,001) se si considera la
temperatura media del mese di Luglio (Figura 3).
Figura 1. Distribuzione del Colubro lacertino nella Liguria Occidentale. Il punto interrogativo indi-
ca l’esemplare rinvenuto a Verdeggia nel Comune di Triora e conservato al Museo di Storia Naturale.
Gli animali sembrano essere attivi a partire dalla seconda metà di Marzo e l’at-
tività aumenta nei mesi tardo primaverili fino alla prima metà di Luglio. Nel perio-
do più caldo (metà Luglio/metà Agosto) il numero di osservazioni diminuisce per
ritornare su valori più alti nei mesi di Settembre ed Ottobre (Figura 4). L’attività
sembra interrompersi fra Dicembre e Marzo, salvo rare osservazioni in giornate ec-
cezionalmente calde (Ottonello, com. pers.).
Figura 2. Distribuzione delle osservazioni di Malpolon monspessulanus (cerchi neri) rispetto
all’isoterma dei 13°C della temperatura media annuale.
Figura 3. Distribuzione delle osservazioni di Malpolon monspessulanus (cerchi neri) rispetto alle
isoterme dei 21°C e dei 22°C della temperatura media del mese di Luglio.
= isoterma 13°C
= isoterma 22°C
= isoterma 21°C
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I maschi presentano una coda proporzionalmente più corta delle femmine (t =
3,9501; P < 0,01; GL = 52). Considerando la Lmc si può notare che i maschi sono
mediamente più grandi delle femmine (t = 5,4743; P < 0,01; GL = 52), questi pre-
sentano inoltre una lunghezza (Ltot) media di 111,9 cm (range 75 - 170 cm) contro
i 77.3 cm (range 50 - 106 cm) delle femmine (Figura 5). L’esemplare di maggiori
dimensioni è un maschio (CE 51356) che presenta una Ltot di 170 cm (Lmc 134
cm), mentre la femmina (CE 44944) di maggiori dimensioni raggiunge i 106 cm
(Lmc 81 cm).
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Figura 4. Numero di osservazioni di Malpolon monspessulanus suddivise per mese.
Figura 5. Confronto delle lunghezza totale media (Ltot) tra maschi (M) e femmine (F) di
Malpolon monspessulanus della Liguria.
Sesso
Boxplots of Ltot (cm) by Sesso
F M
Ltot (cm)
150
100
50
177
Gli esemplari giovani presentano ben evidente la cicatrice del riassorbimento
del sacco vitellino fino ad una Ltot di circa 36 cm. Degli 83 esemplari esaminati
per lo studio della dieta, 40 presentavano almeno una preda. I taxa di prede identi-
ficati sono dieci: Podarcis muralis, Lacerta bilineata, Tarentola mauritanica, Anguis
fragilis, Chalcides sp., Malpolon monspessulanus, Hierophis viridiflavus, Rattus sp.,
Pitymys sp. e Turdus merula. In generale la dieta è caratterizzata da una prevalenza
di Sauri (Tabella I). Tra questi la Lucertola muraiola (Podarcis muralis) rappresenta
ben il 92% delle prede estratte dagli esemplari giovani. Gli esemplari adulti sem-
brano invece mostrare una variazione stagionale nella dieta che in estate è costituita
esclusivamente da Rettili (Figura 6).
D
Il Colubro lacertino è una specie che si nutre quasi esclusivamente di Vertebrati
(De Haan 1999; Bruno 1977). Nella sua dieta è preponderante la presenza di
Rettili, soprattutto Sauri, anche se sembrerebbe esistere un certo opportunismo
nella scelta delle prede, in base alla più facile reperibilità ed alle esigenze legate al pe-
riodo di attività come già messo in evidenza per alcune popolazioni spagnole (Diaz-
Panigua 1976). La presenza nella dieta di animali con un alto valore calorico (es.
Mammiferi), è stata rilevata solo in M. monspessulanus adulti raccolti in Maggio e
Giugno, quando gli animali hanno bisogno di un maggiore apporto calorico ed in
autunno prima del periodo
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Figura 6. Composizione stagionale della dieta in 30 esemplari adulti di Malpolon monspessulanus.
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre
%
RETTILI MAMMIFERI UCCELLI
di latenza invernale. Invece Sauri e Serpenti sembrano rappresentare gli elementi
principali della dieta di adulti e giovani nei mesi estivi (Luglio-Settembre). Come
già osservato in altre ricerche (Postel 1968; Rijst 1990) anche in questo studio è
stato riscontrato il fenomeno del cannibalismo. Gli uccelli - osservato un solo pul-
lo di Turdus merula - sembrano invece rivestire un ruolo marginale nella dieta della
specie, almeno nell’area di studio.
Nella popolazione ligure di M. m. monspessulanus è confermato il dimorfismo
sessuale descritto in studi precedenti con maschi dimensionalmente più grandi del-
le femmine (de Haan 1999). Inoltre è stata osservata una differenza nella coda, che
risulta proporzionalmente più lunga nelle femmine rispetto ai maschi di uguali di-
mensioni.
I dati riguardanti la distribuzione confermano quanto già osservato da studi
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Tabella I. Taxa rinvenuti nell’analisi dei residui stomacali e loro distribuzione negli esemplari studiati
(n = numero di esemplari determinati; %n = percentuale rispetto al totale delle prede determinate).
Podarcis muralis
Lacerta bilineata
Tarentola mauritanica
Anguis fragilis
Chalcides sp.
Non identificato
Malpolon monspessulanus
Hierophis viridiflavus
Non identificato
Rattus sp.
Pitymys sp.
Non identificato
Turdus merula (pullo)
n
15
13
6
0
1
1
3
2
2
1
0
1
7
1
0
6
1
1
0
23
%n
65.2
56.5
26.1
0.0
4.3
4.3
13.0
8.7
8.7
4.3
0.0
4.3
30.4
4.3
0.0
26.1
4.3
4.3
0.0
n
12
10
8
1
1
0
0
0
2
1
1
0
3
0
3
0
0
0
0
15
%n
80.0
66.6
53.2
6.7
6.7
0.0
0.0
0.0
13.4
6.7
6.7
0.0
20.0
0.0
20.0
0.0
0.0
0.0
0.0
n
11
11
10
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
12
%n
91.7
91.7
83.4
0.0
8.3
0.0
0.0
0.0
0.0
0.0
0.0
0.0
0.0
0.0
0.0
0.0
0.0
0.0
8.3
Maschi Femmine GiovaniTipo di preda
RETTILI
MAMMIFERI
UCCELLI
PREDE NON
IDENTIFICATE
TOTALE
Sauri
Serpenti
precedenti (Doria & Salvidio 2006); la specie ha infatti una distribuzione conti-
nua dal confine italo-francese sino alla porzione più occidentale della Provincia di
Genova (Comune di Arenzano). M. monspessulanus risulta essere strettamente lega-
to al bioclima mediterraneo ed è più frequente tra il livello del mare ed i 200 metri
di altitudine, anche se esitono alcune segnalazioni a quote decisamente più elevate.
Bruno (1977) ha segnalato la specie in diverse località con un altitudine superiore ai
1000 metri s.l.m (Monte Beigua, Colle del Melogno e Monte Toraggio) ma in nes-
suna di queste è stata recentemente confermata la presenza di Malpolon monspessu-
lanus, nonostante le intense ricerche degli autori. Va inoltre rimarcato che Doria e
Salvidio (2006), in base alle ricerche degli ultimi anni (Andreone & Sindaco 1999;
Caldonazzi et al. 2002), considerano errate o dovute ad animali rilasciati dalla catti-
vità o introdotti ma non acclimatati le segnalazioni della specie in Piemonte (Bruno
1977), Veneto (Vanni & Lanza 1988) e Trentino (Bruno 1965, 1967). Allo stato
attuale delle conoscenze si può affermare che la sottospecie nominale è presente in
Italia unicamente lungo la fascia costiera della Liguria centro-occidentale per cir-
ca 140 km dal confine Italo-Francese. La maggior parte delle osservazioni ricado-
no all’interno dell’isoterma dei 13°C di temperatura media annuale. Inoltre, secon-
do Saint-Girons (1982), l’isoterma dei 22°C della temperatura media del mese di
Luglio marca il limite settentrionale dei serpenti del paleartico occidentale a ciclo
spermatogenetico primaverile. Quanto osservato in questo studio conferma parzial-
mente le ipotesi di Saint-Girons (1982), tuttavia i dati a nostra disposizione porte-
rebbero ad indicare come limite settentrionale l’isoterma dei 21°C della temperatu-
ra media del mese di Luglio.
Ringraziamenti. Si ringrazia il Dott. Giuliano Doria per la possibilità di visionare e utilizzare
gli esemplari presenti nella collezione del Museo di Storia Naturale di Genova e la Sig.ra Bruna
Invernici per l’aiuto fornito nello studio di questi esemplari. Si ringraziano inoltre la Dott.ssa
Patrizia Gavagnin, la Dott.ssa Francesca Brezzi e la Dott.ssa Cinzia Lombardi per il ritrovamen-
to di alcuni esemplari in Provincia di Imperia ed in Provincia di Savona.
B
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