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La valutazione della qualità dei siti Web

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L’importanza di Internet e del Web hanno aumentato la domanda di qualità per i siti Web. Secondo le statistiche più recenti, gli utenti di Internet rappresentano ormai il 16,6% della popolazione mondiale, con percentuali che arrivano fino al 69,7% per l’America del Nord (Internet World Stats, http://www.worldstats.com). Sempre più vasta e articolata è la gamma di attività realizzate attraverso Internet. Un indicatore interessante delle dimensioni di questo fenomeno è rappresentato dalla lunga lista di neologismi di cui e-commerce è forse il più noto (dati sulla portata economica di questo settore sono reperibili, oltre che sul sito sopra citato, sul sito dell’EITO - European Information Technology Observatory, http://www.eito.com), fra i quali possiamo citare e-business, e-government, e-democracy, e-learning, e-tourism, e-cruitment (Word Spy, http://www.wordspy.com). In: La comunicazione turistica. Viaggi reali e virtuali fra storia e futuro, Roma: Edizioni Kappa, 2007, p. 403-414. - (La Galaxie). - ISBN: 9788878907799
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La valutazione della qualità dei siti Web
1
Luisa Mich
Università di Trento
Premessa
L’importanza di Internet e del Web hanno aumentato la domanda di qualità per i
siti Web. Secondo le statistiche più recenti, gli utenti di Internet rappresentano
ormai il 16,6% della popolazione mondiale, con percentuali che arrivano fino al
69,7% per l’America del Nord (Internet World Stats, http://www.worldstats.com).
Sempre più vasta e articolata è la gamma di attività realizzate attraverso
Internet. Un indicatore interessante delle dimensioni di questo fenomeno è
rappresentato dalla lunga lista di neologismi di cui e-commerce è forse il più
noto (dati sulla portata economica di questo settore sono reperibili, oltre che sul
sito sopra citato, sul sito dell’EITO - European Information Technology
Observatory, http://www.eito.com), fra i quali possiamo citare e-business, e-
government, e-democracy, e-learning, e-tourism, e-cruitment (Word Spy,
http://www.wordspy.com).
Definizioni e concetti di base
Per affrontare il problema della valutazione della qualità dei siti Web, è
necessario innanzitutto dare una definizione del termine qualità. A tal fine
faremo riferimento alla definizione proposta dall’International Standards
Organization (ISO), che recita: [Quality is] “the totality of characteristics of an
entity that bear on its ability to satisfy stated and implied needs(ISO 8402,
1994). Analizzando le componenti principali di questa definizione entità e
necessità - osserviamo innanzitutto come la genericità del termine entità ci
permetta di applicarla anche ai siti Web. Mentre ‘necessità’ richiama uno o più
soggetti, che dovranno essere identificati per poter determinare quali siano le
caratteristiche che il sito Web deve presentare per soddisfarne le esigenze.
Come vedremo, nell’interpretazione di questa definizione sono contenuti tutti gli
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Ed. Kappa, Roma, 2007
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elementi base per definire un metodo per la valutazione della qualità dei siti
Web.
Approfondiamo ora ciascuno dei concetti richiamati, a partire da quello di sito
Web: “Un sito web o sito internet (spesso abbreviato in sito) è un insieme di
pagine web, ovvero una struttura ipertestuale di documenti accessibili con un
browser tramite World Wide Web su rete Internet. Una pagina Web è un
documento, tipicamente scritto in HTML, nella maggior parte dei casi
accessibile via http, un protocollo che trasmette informazioni dal server su cui si
trova il sito Web al browser dell’utente” (Wikipedia, http://www.wikipedia.org).
Da questa prima descrizione emerge come un sito Web sia costituito da
elementi informatici di diversa natura - software, hardware e di rete. Per i nostri
scopi è necessario aggiungere un aspetto meno evidente, ma molto rilevante ai
fini della valutazione della qualità: per i siti Web si deve parlare di servizi e
prodotti embedded. Un sito Web infatti non è solo un prodotto, solo un
servizio, ma è un’entità complessa, per la quale risulta difficile stabilire dove
termina la parte tecnologica e inizia quella di servizio, o dove termina il codice e
iniziano i contenuti, ecc. Non solo, in molti casi il sito Web è parte integrante del
modello di business di un’azienda o di una organizzazione, per la quale gioca
un ruolo strategico. Queste prime considerazioni portano a due riflessioni
importanti: la prima, di carattere metodologico, riguarda il fatto che non è
possibile adottare per la valutazione della qualità di un sito Web modelli
esistenti, sviluppati, ad esempio, per valutare la qualità del software o dei
servizi o delle informazioni, perché in ogni caso rimarrebbero esclusi elementi
importanti. La seconda considerazione, che deriva linearmente dalla prima,
riguarda il fatto che si rende necessario adottare un approccio sistemico
(Bertalanffy, 1968) alla valutazione della qualità di un sito Web, che permetta
tener conto delle numerose e diversificate componenti di un sito Web, oltre che
delle funzioni e degli obiettivi che esso deve realizzare.
Il primo passo per valutare la qualità di un sito Web è perciò rappresentato dalla
identificazione dei soggetti ad esso collegati, cioè degli stakeholder’, o portatori
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di interesse. In generale questi ultimi sono numerosi e possono appartenere a
categorie diverse, riconducibili a tre ruoli principali:
proprietario del sito Web, che mette a disposizione le risorse economiche
per lo sviluppo e il mantenimento del sito;
utente, che usufruisce delle informazioni e dei servizi offerti dal sito Web;
sviluppatore, che partecipa nella realizzazione delle varie componenti di
un sito Web.
A ciascuno di questi ruoli possono corrispondere più ‘attori’. Nei casi più
semplici il proprietario di un sito è una singola persona o azienda, ma i
proprietari possono essere anche numerosi; ad esempio, per un portale,
possono essere proprietari i membri di un consorzio di imprese. Gli utenti vanno
individuati di volta in volta: per un sito aziendale ad esempio si possono
identificare utenti corrispondenti a segmenti di mercato diversificati, a clienti
potenziali ed effettivi, ecc. Infine, gli sviluppatori, date le numerosi componenti
di un sito web, comprendono competenze molto diverse, che vanno
dall’informatica, al design grafico, al marketing. Non solo, per ciascuna di
queste categorie si richiede una specializzazione specifica per il Web, dato che
progettare e sviluppare un sito Web è diverso dal progettare un sistema
informativo tradizionale; disegnare la grafica per un sito richiede abilità che
tengano conto della natura multimediale ed ipertestuale del mezzo; e il
marketing on-line ha cambiato profondamente le modalità di interazione fra
l’azienda e il cliente, in presenza di modelli di business talvolta inediti rispetto a
quelli tradizionali.
In accordo con la definizione di qualità, per ciascuna di queste categorie di
attori si devono identificare le esigenze che il sito Web in esame deve
soddisfare. Una prima importante riflessione è perciò legata al fatto che la
qualità di un sito Web non è un concetto assoluto, ma relativo, in quanto essa
dipende dagli obiettivi e dalle necessità che il sito deve soddisfare. In altri
termini, nell’accingersi a valutare la qualità di un sito Web, ci si deve chiedere in
primo luogo a chi serve quel sito (attori), quali sono gli obiettivi che deve
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soddisfare (esigenze). L’ingegneria del software, e quindi anche l’ingegneria del
Web, per indicare l’attività volta ad identificare tali esigenze parlano di
‘elicitazione dei requisiti’, una denominazione che riflette la difficoltà di questo
compito, uno più difficili e più critici nello sviluppo di un sistema informatico o
sistema software, e quindi anche per disegnare e realizzare, e -
simmetricamente per valutare un sito Web. Fra i fattori che rendono
complessa questa attività sono da ricordare, oltre alla molteplicità degli
stakeholder, il fatto che spesso i vari attori hanno esigenze ed obiettivi
conflittuali: si pensi ad esempio all’abitudine del navigatore a trovare
informazioni gratuite sul Web, laddove c’è la necessità di coprire le spese
necessarie per pubblicarle ed aggiornarle. L’elicitazione dei requisiti è perciò un
passo fondamentale che deve aver luogo prima di impostare qualunque
processo di valutazione della qualità di un sito Web (Mich et al., 2003a).
Riassumendo quanto visto finora rielaborando la definizione dell’ISO citata
all’inizio del lavoro, la qualità di un sito Web è determinata dalla totalità delle
caratteristiche dello stesso che contribuiscono alla soddisfazione dei requisiti
delle diverse categorie di stakeholder o attori.
Procedendo nella elaborazione di questa definizione, si deve affrontare il
problema di come sia possibile verificare se le caratteristiche di un determinato
sito Web permettano di soddisfare i requisiti identificati. In primo luogo ci si può
chiedere se è possibile ‘misurare’ la qualità dei siti web. La risposta è
essenzialmente negativa. Quello che possiamo fare non è misurare, ma
valutare. Un punto controverso nella valutazione della qualità un sito Web è
infatti costituito dalla possibilità di applicare solo criteri quantitativi. In senso
stretto, ciò richiederebbe l’introduzione di caratteristiche misurabili. Ma se nel
linguaggio comune misurare viene spesso usato come sinonimo di valutare, nel
linguaggio scientifico una misura implica una serie di presupposti precisi, quali
la definizione di una unità di misura, di una scala, la soddisfazione di alcune
proprietà. Tuttavia, l’analisi preliminare della natura composita dei siti Web
porta ad escludere che siano applicabili esclusivamente criteri di tipo
quantitativo per valutare un sito Web. Esistono infatti aspetti come ad
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esempio il design grafico del sito, il logo, lo stile del linguaggio adottato che
non si prestano ad una valutazione prettamente quantitativa, in termini di
misura in senso fisico, di indicatori definiti su metriche di tipo empirico. Non
solo, anche misure in senso fisico, per essere devono essere confrontate con
soglie a volte difficili da definire; ad esempio, l’adeguatezza di un parametro
temporale, quale il tempo di caricamento di una home page può essere valutata
solo se si è in grado di stimare il tempo che l’utente è disposto ad attendere per
accedere a uno specifico sito Web. Non è possibile nemmeno associare ad un
approccio quantitativo e all’uso di numeri una maggiore oggettività: una
valutazione di un esame non è meno soggettiva se espressa su una scala
numerica piuttosto che con delle valutazioni qualitative; anche se i voti numerici,
hanno il vantaggio di poter essere elaborati (ad esempio confrontati, mediati) in
modo molto più semplice. Per questo, per i siti Web si rende necessario
accettare che fra le caratteristiche considerate ci siano anche aspetti qualitativi,
intrinsecamente refrattari ad essere misurati, la cui valutazione tende ad essere
soggettiva. L’obiettivo diventa quindi quello di rendere il più trasparente
possibile il processo di valutazione, esplicitando quali sono i criteri adottati per
caratterizzare il sito e per la loro valutazione.
Il campo delle discipline sportive può aiutare a comprendere questi concetti: vi
sono sport che potremo classificare come sport ‘misurati’ (quali ad esempio,
ciclismo, calcio, automobilismo, atletica) ed altri che potremo classificare come
sport ‘valutati’ (ad esempio, ginnastica artistica, tuffi, pattinaggio). Riguardo ai
primi, anche se il risultato in generale è determinato sulla base di misure
oggettive di tempo o spazio, o di punteggi basati a loro volta su grandezze
fisiche - si potrebbe discutere a lungo sull’oggettività del processo con cui si è
raggiunto il risultato: non si spiegherebbero altrimenti le animate discussioni del
‘dopo-partita’ (il calciatore era fuorigioco o no?, La punizione era giustificata o
no?, ecc.). Negli sport ‘valutati’ le classifiche vengono elaborate sulla base di
procedure di valutazione strutturate, in cui sono coinvolti degli esperti, i giudici,
ciascuno dei quali esprime un punteggio che tiene conto di alcuni parametri
caratteristici della disciplina, quali ad esempio la difficoltà di una certa
prestazione o il numero di errori commessi. Sui punteggi così ottenuti vengono
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poi applicate delle regole prestabilite quali ad esempio, “il punteggio finale si
ottiene calcolando la media dei punteggi dopo aver eliminato il punteggio più
alto e quello più basso” - volte a ridurre la soggettività (oltre che a ridurre i
comportamenti opportunistici). In sostanza, l’obiettivo è quello di esplicitare i
parametri da valutare ed un metodo di valutazione. Per valutare la qualità dei
siti Web dovremo adottare un approccio analogo e a tale scopo dovremo: a)
sviluppare un modello dei siti Web adeguato, che permetta di individuare e
classificare le caratteristiche di un sito Web; b) un processo per valutare la
qualità dei siti Web.
Modelli per la valutazione della qualità dei siti Web
Dall’analisi della letteratura emerge immediatamente il fatto che esistono molti
modelli per la qualità dei siti Web i modelli disponibili sono infatti molte decine
- a riprova dell’interesse attorno al tema della qualità dei siti (una bibliografia al
riguardo è disponibile sul sito del gruppo di ricerca eTourism:
http://www.economia.unitn.it/etourism/risorseQualita.asp). Per questa ragione
può essere utile proporre una prima classificazione, sulla base delle ragioni
principali che hanno portato alla nascita di ciascuno di essi o degli obiettivi che
essi si pongono:
Alcuni modelli sono nati con lo scopo di sviluppare strumenti per la
valutazione automatica della qualità; sono modelli utilizzati nei casi in cui
si ha la necessità di valutare un numero molto elevato di siti Web, cosa
che sarebbe difficile e costosa impiegando modelli che richiedono
l’intervento umano. Indicatori usati in questo tipo di modelli sono ad
esempio il tempo medio per scaricare una pagina, il numero di errori
trovati nel codice HTML, il numero di broken links (link non funzionanti)
presenti nelle pagine, e così via. Occorre ricordare che raramente i
parametri usati - quelli determinabili in maniera automatica - sono
significativi per valutare in maniera esauriente la qualità di un sito web;
aspetti più soggettivi, come ad esempio la grafica, non possono essere
considerati.
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Altri modelli sono stati creati per rispondere ad obiettivi specifici relativi
all’evoluzione del sito Web o al confronto con altri siti, ad esempio, per
migliorare alcuni aspetti specifici (usabilità, navigabilità, ecc.), oppure per
confrontare siti di una certa categoria di operatori o con finalità analoghe,
od ancora per valutare più siti Web nell’ambito di un concorso a tema.
Molti dei modelli esistenti sono stati sviluppati non solo per un obiettivo
specifico, ma anche con una specializzazione su un dominio più o meno
limitato: ad esempio, esistono modelli per valutare i siti delle biblioteche,
oppure per valutare i siti dei musei, ecc. Il problema principale di questo
tipo di modelli è che non solo non è facile trovare fra quelli esistenti il
modello adatto per uno specifico progetto di valutazione, ma è anche
difficile giustificare le ragioni della scelta delle caratteristiche dei siti
prese in considerazione e quindi, eventualmente modificarle.
Data l’importanza che ha assunto il commercio elettronico, esistono
modelli sviluppati appositamente con lo scopo di valutare siti Web per il
l’e-commerce, talvolta specializzati a seconda del tipo di relazioni che il
sito Web deve supportare, ad esempio, per siti Web progettati per essere
usati per transazioni fra aziende (B2B - Business to Business) o
direttamente con il cliente (B2C - Business to Customer). Questi modelli
vanno a vedere in particolar modo contenuti, funzionalità e servizi
specifici per l’e-commerce, quali ad esempio, il catalogo dei prodotti, la
procedura di inserimento di un ordine, la sicurezza del pagamento
elettronico. Presentano alcuni dei limiti della categoria precedente, fra cui
la difficoltà a giustificare l’adozione di un particolare modello e ad
effettuare adattamenti per tener conto dell’evoluzione delle tecnologie, o
delle strategie del modello di business.
Un’altra classificazione si può costruire tenendo conto dell’’area che ha prodotto
un determinato modello per la valutazione della qualità dei siti Web:
Nell’area dell’ingegneria del software, sono stati proposti alcuni modelli
ottenuti adattando i modelli usati per valutare la qualità del software -
rientrano in questa categoria i modelli dell’ISO (ISO/IEC 9126-1, 2001) e
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dell’IEEE (IEEE Std 1061, 1998) -, integrandoli con un certo numero di
parametri tipici dei siti Web. Si tratta perciò di modelli che tendono a
sopravvalutare le caratteristiche tecnologiche dei siti, trascurando aspetti
comunicativi e di immagine, ma che essendo indipendenti da ogni
specifico dominio applicativo possono essere specializzati qualora sia
necessario applicarli ad un settore specifico.
Altri modelli derivano dagli studi e dai risultati prodotti nell’ambito dell’HCI
(Human Computer Interface) e, considerando il Web essenzialmente
come uno strumento di comunicazione, si concentrano in particolare
sulle modalità di interazione uomo-macchina e quindi sull’usabilità del
sito. Sono modelli molto utili per una valutazione dal punto di vista
dell’utente, ma come la categoria precedente non coprono
adeguatamente le diverse componenti di un sito Web.
Infine, l’ultima categoria è quella dei modelli introdotti specificatamente
per la valutazione e la progettazione dei siti Web, proposti di solito
nell’area aziendale; si tratta di modelli che spesso sono stati sviluppati da
zero, senza tener conto dei contributi esistenti nelle altre aree. Per
questo si sono ottenuti o modelli molto semplici - applicabili in qualunque
contesto e per qualunque tipo di sito Web, ma carenti rispetto ad aspetti
importanti -, oppure modelli specializzati per un determinato dominio, che
non possono essere perciò adattati per altre valutazioni.
Tuttavia, dall’analisi dei modelli esistenti emergono moltissime ridondanze: ciò
fa pensare che sia possibile convergere verso un certo insieme condiviso di
caratteristiche da inserire in qualunque modello per la valutazione dei siti Web.
D’altra parte, si deve anche notare una notevole differenza di ‘ampiezza’ o di
scala: si va da modelli che prevedono solo tre caratteristiche ad altri che
arrivano a considerarne alcune centinaia. Riportiamo qui a titolo di esempio due
modelli che rappresentano questi due estremi. Nel primo, i siti Web vengono
classificati sulla base di tre parametri contenuto, velocità, grafica, per ciascuno
dei quali può essere dato un giudizio su quattro livelli (figura 1). Per gli scopi
che si proponeva la rivista che lo ha adottato, questo modello può essere
considerato adeguato e una valutazione più approfondita, oltre che più costosa,
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sarebbe inutile e meno efficace. Se invece tentassimo di usare questo modello
per analizzare il sito di un’azienda con l’intento di capire come migliorarlo, il
modello risulterebbe assolutamente inadeguato perché troppo sintetico.
Figura 1 – Modello usato da ‘Il Venerdì’ – Repubblica (2001)
All’estremo opposto della scala di complessità troviamo modelli che prevedono
centinaia di parametri molto specifici, quali ad esempio il QEM (Quality
Evaluation Model) (Olsina & Rossi, 2002) che in alcune delle sue versioni
comprende centinaia di criteri di valutazione.
Dalle due considerazioni, apparentemente contraddittorie, sulla presenza, da un
lato di caratteristiche ricorrenti nei diversi modelli e dall’altro di notevoli
variazioni nelle dimensioni degli stessi, emerge la necessità di definire uno
schema concettuale generale a partire dal quale sia possibile sviluppare modelli
per valutare i siti Web a diversi livelli di dettaglio, sulla base degli obiettivi della
valutazione, del dominio del sito e delle esigenze dei diversi attori. In altri
termini, si rende necessario definire un meta-modello. In questo modo è
possibile evitare di dover scegliere di volta in volta fra i modelli esistenti quello
più adatto, oppure di doverne costruire uno ad hoc.
Il meta-modello 7 Loci
Secondo il nostro approccio un modello per la valutazione della qualità dei siti
Web deve soddisfare alcuni requisiti essenziali; in particolare deve essere:
indipendente dal dominio, per essere adattabile a siti appartenenti a
settori applicativi diversi, ad esempio per il turismo, la pubblica
amministrazione, il commercio elettronico, la formazione;
robusto, per permettere di classificare qualunque caratteristica si
presenti nei siti Web esistenti, anche in quelli molto innovativi, e quindi
non riscontrabili nei modelli finora sviluppati;
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user-friendly, in modo da non richiedere a chi deve utilizzarlo
competenze molto specifiche, né sul dominio del sito, sugli aspetti più
prettamente tecnologici; solo in questo modo è possibile coinvolgere
nella valutazione figure con competenze molto diverse (marketing,
grafica, informatica, content-provider, ecc.);
general purpose o a scopo generale, per essere adatto all’impiego per
scopi diversi: per confrontare siti, per approfondire la valutazione di un
sito, per scoprirne i punti deboli e i punti di forza, per competizioni tra siti,
ecc.;
scalabile, cioè adattabile ad esigenze di valutazione che richiedono livelli
di dettaglio o di ‘granularità’ diverse, che vanno da pochi parametri o
caratteristiche, a un numero molto elevato di caratteristiche molto
specifiche.
Tuttavia, l’assunzione più importante è collegata al fatto che un sito Web è un
sistema iper-mediale con un ruolo essenzialmente comunicativo. Questa
assunzione ha portato naturalmente a fare riferimento alla Retorica e in
particolare ai loci introdotti da Cicerone nel De Invenzione e ridefiniti nei trattati
medievali (Garavaglia, 1989). Un meta-modello per la valutazione della qualità
dei siti Web è stato proposto in una prima versione con la sigla 2QCV2Q, dalle
iniziali dei sei loci ciceroniani, opportunamente interpretati per classificare le
caratteristiche di un sito Web in sei gruppi o ‘dimensioni’ (per i giornalisti della
scuola anglosassone i sei Loci sono conosciuti anche con la sigla 5W/H: Who,
What, Why, Where, When, How). Successivamente è stata aggiunta una
settima dimensione, rinominando il modello 2QCV3Q (Mich et al., 2003) e più
recentemente 7Loci (figura 2).
Locus Interpretazione
QVIS? Identità
QVID? Contenuto
CVR? Servizi
VBI? individuazione
QVANDO? Manutenzione
QVOMODO? Usabilità
QVIBVS AVXILIIS? Fattibilità
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Figura 2 – Il meta-modello 7Loci
La prima dimensione, l’Identità, è costituita dagli elementi che determinano
l’immagine e comunicano al visitatore l’identità del sito web, del suo
proprietario, dell’organizzazione che lo mantiene. Si può esprimere attraverso
l’uso di marchi, caratteristiche grafiche, ecc. Per il suo ruolo ‘pragmatico’ (così
come è definito dalla semiotica, che per un messaggio distingue altri due livelli,
quello sintattico e quello semantico), tale dimensione richiede competenze e
sensibilità adeguate nel campo della grafica e del marketing.
Il Contenuto riguarda le informazioni che ci si aspetta di trovare sul sito Web e
si valuta in termini di copertura, accuratezza, attendibilità e valore delle
informazioni. Considerata la dimensione più importante per il Web – per il quale
si trova spesso l’affermazione “Content is the king” presenta numerose sfide
per chi sviluppa contenuti. Insieme con i Servizi, i Contenuti rappresentano la
‘semantica’ di un sito Web, e sono perciò le due dimensioni che richiedono
maggior competenza nel dominio del sito.
La dimensione Servizi rappresenta l’insieme delle funzioni che il sito Web offre
per realizzare gli obiettivi degli utenti del sito e per supportare le strategie del
proprietario. Tali servizi dovranno essere efficaci, garantire la correttezza delle
operazioni o transazioni effettuate tramite il sito, oltre che un adeguato livello di
sicurezza.
Individuazione è determinata dall’insieme delle caratteristiche che
contribuiscono alla visibilità del sito Web per essere trovato facilmente
nell’universo del Web; non è infatti sufficiente essere presenti sul Web perché il
sito abbia successo, occorre farsi trovare. Inoltre, questa dimensione
comprende anche gli strumenti di comunicazione che il sito web offre per
l’interazione diretta fra gli utenti del sito Web e per la creazione di comunità. A
partire da questa dimensione, classificabile come ‘sintattica’, diventano
importanti competenze di tipo tecnologico, che devono essere sempre
accompagnate da esperienza in ambiti manageriali e di comunicazione. In
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particolare, la scelta del tipo di comunità deve avvenire nell’ambito della
definizione del modello di business.
La Manutenzione riguarda le caratteristiche del sito Web che ne garantiscono
un funzionamento corretto e che permettono di aggiornarlo regolarmente ed
efficacemente. Tale dimensione è collegata a tutti gli aspetti di un sito Web, dai
testi, alle animazioni, ai link, alle tecnologie, alla grafica ecc. Oltre alle verifiche
di carattere informatico sulla correttezza del codice, del funzionamento dei link,
degli accessi ai dati ecc., la manutenzione deve essere accompagnata da un
adeguato modello dei tempi e delle responsabilità degli aggiornamenti dei
contenuti e dei servizi, oltre che, ad un altro livello, delle tecnologie.
L’Usabilità è la dimensione forse più nota e studiata (si vedano ad esempio i
lavori e il sito di Jacob Nielsen, http://www.useit.com); comprende l’insieme dei
fattori che concorrono a determinare la facilità d’uso del sito Web da parte degli
utenti: struttura di navigazione, ausili alla ricerca delle informazioni, lingue,
terminologia, ecc. Da sottolineare come il problema della lingua non si
esaurisce con la traduzione dei contenuti, ma richiede una particolare
attenzione agli aspetti culturali. Per questo la realizzazione di versioni in lingue
diverse dello stesso sito o di sotto-sezioni viene indicata come ‘localizzazione’.
Rientra nella dimensione Usabilità anche l’accessibilità, intesa come insieme
delle buone pratiche che permettono l’accesso al sito anche da parte di utenti
che soffrono di inabilità di vario tipo, ipovedenti, disabili motori, ecc. Oggetto di
linee guida specifiche nell’iniziativa del WAI (Web Accessibility Initiative:
http://www.w3.org/WAI) del consorzio W3C che si occupa degli standard per il
Web e del Rehabilitation Act in USA (Section 508, http://www.section508.gov/),
recentemente il problema dell’accessibilità per le tecnologie informatiche e i siti
Web è stato affrontato anche in Italia, (Legge Stanca, 2004,
http://www.pubbliaccesso.it/normative/legge_20040109_n4.htm).
La dimensione Fattibilità è composta dagli elementi tipici del project
management e quindi comprende le attività di programmazione delle risorse
umane, finanziarie, temporali e la pianificazione di tutte le attività che
riguardano il sito Web. Gioca un ruolo fondamentale per garantire il successo di
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un sito Web; infatti, si tende spesso a sottovalutare il fatto che lo sforzo per la
realizzazione di un sito va al di dello sviluppo della prima versione: un sito
deve essere aggiornato e fatto evolvere con tempi e modalità e quindi
investimenti adeguati agli scopi e agli obiettivi degli stakholder. Richiede, oltre a
competenze manageriali ed informatiche, informazioni esterne al sito stesso e
quindi per la sua valutazione è indispensabile la disponibilità del proprietario del
sito Web.
Il processo di valutazione della qualità dei siti web
Un metodo per la valutazione della qualità dei siti Web deve prevedere anche
un modello per il processo di valutazione. Un approccio adeguato alla qualità
dei siti si può avere solo in un’ottica di quality management. In particolare, si
dovrà adottare un approccio sistemico che tenga conto:
dei punti di vista, degli obiettivi e dei requisiti di tutti gli attori coinvolti
(multi-stakeholders);
di tutte le componenti del sito (copertura), anche se il livello di dettaglio e
il peso dei vari aspetti varia a seconda del progetto di valutazione;
dello scopo della valutazione per ottimizzare gli investimenti necessari
(resources/project management); ad esempio verificare se un sito è
adeguato rispetto a quelli della concorrenza richiede meno risorse che
una valutazione volta a decidere le strategie per migliorare il sito.
In questo contesto un processo per la valutazione della qualità dei siti Web può
essere definito tenendo conto delle tre fasi fondamentali per la risoluzione di
problemi (in questo caso il problema è la valutazione del sito Web); le tre fasi
sono:
inizializzazione
disegno
realizzazione.
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La prima fase comprende tutte quelle attività che sono necessarie per
impostare correttamente la valutazione del sito o dei siti Web e quindi attività di
analisi del problema:
identificazione degli stakholder e dei loro obiettivi e requisiti
analisi dello scopo della valutazione
classificazione del tipo e del dominio del sito
analisi del modello di business.
La fase di disegno della valutazione usa le informazioni raccolte nella fase di
inizializzazione per:
definire lo schema (modello) di valutazione, ovvero per identificare gli
attributi e sotto-attributi che specializzano il meta-modello 7Loci (Mich et
al., 2005);
determinare le modalità di valutazione, identificando le tecniche e gli
strumenti più adeguati, il numero e il ruolo dei valutatori.
Per quanto riguarda le tecniche di valutazione, si possono distinguere due tipi
fondamentali: a) Ispettive, condotte da un certo numero di esperti attraverso la
navigazione del sito Web e l’analisi dei file di log che raccolgono informazioni
sugli accessi al sito; e b) User-based, in cui si coinvolge un campione di utenti
in esperimenti controllati per compiti specifici.
Infine, la realizzazione della valutazione comprende:
una o più visite del sito o dei siti Web da valutare per rispondere ai
quesiti del modello di valutazione e/o la realizzazione degli esperimenti
controllati, eventualmente con l’uso di strumenti automatici e di supporto;
la raccolta dei dati;
l’analisi e interpretazione dei risultati;
la redazione di relazioni più o meno strutturate.
Applicazioni del meta-modello 7Loci: sviluppi e casi di studio
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Il meta-modello 7Loci è stato applicato in numerosi progetti a partire dal 1997.
Segnaliamo qui quelli più significativi - con i relativi riferimenti bibliografici -
perchè contengono soluzioni metodologiche od operative utili per chi voglia
adottare l’approccio descritto in questo lavoro.
Sul piano metodologico, sono da segnalare alcune analisi volte a verificare che
la valutazione dei siti Web non cambia se si applicano modelli con granularità di
analisi diversa (corrispondente a diversi livelli di specializzazione delle
dimensioni del meta-modello 7Loci) (Mich et al., 2003b; Mich et al., 2003c). Un
altro progetto ha riguardato lo sviluppo di uno strumento che aiuta il valutatore
ha definire gli attributi e le domande corrispondenti per uno specifico progetto
(Mich & Franch, 2002).
Per quanto riguarda specifici progetti di valutazione, uno dei primo progetti
aveva l’obiettivo di valutare il sito di un importante consorzio sciistico; per tale
progetto abbiamo applicato una tabella che potremo definire standard in cui le
prime sei dimensioni del modello 7 Loci sono specializzate in 26 attributi (4 per
ciascuna dimensione, con l’eccezione dell’usabilità che ne prevede 6). Il
valutatore assegna un punteggio a ciascun attributo, che contribuirà alla
valutazione complessiva di ciascuna dimensione sulla base di un peso
assegnato dal proprietario. La tabella standard è stata poi applicata in molti altri
progetti e si è dimostrata uno strumento adeguato sia per riassumere risultati di
indagini ispettive molto dettagliate, che per realizzare valutazioni da parte di più
esperti per mettere in evidenza gli aspetti più critici (indicazioni di carattere
operativo) e più soggettivi (indicazioni di carattere metodologico) (Mich &
Franch, 2000).
Un importante progetto di valutazione comparativa è stato condotto sui siti Web
degli enti di promozione turistica delle regioni delle Alpi. Per questo progetto si
è definito un modello di valutazione molto dettagliato costituito da circa un
centinaio di domande di tipo booleano (con risposta o no) per ridurre il livello
di soggettività, distribuite sulle sette dimensioni del meta-modello 7Loci. La
valutazione è stata effettuata per 26 siti, nella versione con la lingua originale
della regione e anticipando le domande su contenuti e servizi rispetto a quelle
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sull’identità. Per il 12% delle domande è stato possibile usare strumenti di
supporto che hanno permesso di automatizzare, almeno parzialmente, la
valutazione di alcune delle domande. I risultati ottenuti hanno permesso di
mettere in evidenza criticità presenti in molti dei siti (Mich & Franch, 2003), ma
soprattutto di definire linee guida di carattere generale per il disegno di siti Web
per la promozione turistica del turismo alpino (Mich et al., 2004).
Un progetto più recente ha riguardato i siti Web delle imprese alberghiere delle
regioni del
versante italiano delle Alpi, costituite per la maggior parte da aziende
di piccola o media dimensione per verificare quanto essi supportino attività di
promozione e di commercializzazione in un’ottica di destination management
(Mich & Franch 2007). In questo caso il modello di valutazione si è concentrato
prevalentemente sulle prime dimensioni del meta-modello 7Loci, con alcune
domande di controllo per le dimensioni di carattere sintattico. Per ciascuno dei
204 siti web si è risposto alle 23 domande dello schema di valutazione: i risultati
hanno messo in evidenza come nessuno dei siti raggiunga il punteggio
massimo, con più del 66% che non supera il 13 punti.
Da segnalare infine un progetto in cui si è realizzata in primo luogo una
valutazione ispettiva basata su livelli successivi di approfondimento per il sito
Web di un importante ente di promozione turistica: una prima valutazione è
stata realizzata con la tabella standard per confrontare il sito con quelli della
concorrenza; una valutazione più dettagliata è stata effettuata usando il meta-
modello 7Loci per classificare le criticità e il limiti del sito individuati da più
esperti. Infine, si è realizzato un esperimento controllato in laboratorio per
verificare alcune funzionalità del sito Web (22 utenti, rappresentativi dei profili
dei turisti che caratterizzano la domanda), per verificare le cause di uno scarso
numero di prenotazioni di pacchetti turistici. Quest’ultima valutazione ha
permesso di identificare alcuni problemi di usabilità della funzione di
prenotazione e di risolvere il problema con successo.
Riferimenti bibliografici
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17/18
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Siti Web
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Bibliografia sulla qualità dei siti Web e per pubblicazioni sul meta-modello 7Loci
EITO - European Information Technology Observatory: http://www.eito.com
Dati sull’uso delle tecnologie informatiche
Il mestiere di scrivere: http://www.mestierediscrivere.com/
Linee guida ed esempi di testi scritti per il Web
Internet World Stats: http://www.worldstats.com
Statistiche sull’uso di Internet
ISO - International Standards Organization: http://www.iso.org
Standard per la qualità
18/18
Usabile: http://www.usabile.it/
Il sito italiana sull’usabilità
WAI – Web Accessibility Initiative: http://www.w3.org/WAI
Linee guida per sviluppare siti accessibili anche ai disabili
W3C - World Wide Web Consortium: http://www.w3c.org
Strumenti per la valutazione di aspetti specifici di un sito Web
Wikipedia: http://www.wikipedia.org
Enciclopedia libera
Word Spy: http://www.wordspy.com
Neologismi della lingua inglese
... 1. general evaluation of all site's characteristics 2. evaluation of how well the site meets specific needs These two aspects lead to as many considerations: although the generality of the definition of quality allows it to be applied to websites as well, it is necessary to understand that it is not possible to adopt for this type of assessment, existing models created for software or services. This is because a website is not just a product but a complex entity consisting of embedded products and services, so models that take into account only the individual aspects would appear incomplete (Mich, 2007). ...
... The second requirement leads to the need to define who are the actors involved, the stakeholders, whose needs is necessary to meet (Mich, Franch, & Gaio, 2003) (Mich, 2007): ...
... Design/methodology/approach -The study was conducted after the conception and experimentation of a model (called SObER), the fruit of detailed studies of experiential marketing (Schmitt, 1999a, b). The model was tested using the user-based focus group technique (Mich, 2007) and verified with reference to certain consortia brands considered to reflect best practices in communication of the brand-land connection. ...
... • the degree of involvement that follows from these elements. For this purpose, a user-based focus group (Mich, 2007) was set up, with the participation of web marketing experts and people with knowledge of the agrofood sector, consisting of: two consumers, two food journalists, two entrepreneurs and two marketing professors. The user-based focus group lasted 100 minutes and took place in May 2015. ...
Article
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Purpose – The purpose of this paper is to investigate the experiential dimension of certain Italian agrofood products’ websites, which are seen as exemplifying best practices in the terms of the representation of the brand-land relationship, including their link with the territory of origin in the sense of terroir. Design/methodology/approach – The study was conducted after the conception and experimentation of a model (called SObER), the fruit of detailed studies of experiential marketing (Schmitt, 1999a, b). The model was tested using the user-based focus group technique (Mich, 2007) and verified with reference to certain consortia brands considered to reflect best practices in communication of the brand-land connection. Findings – The analysis made it possible to identify the key elements for expressing both the experiential dimension and the brand-land relationship of traditional agrofood products, ensuring their effective online communication. Research limitations/implications – Although the research uses a benchmarking technique, it focuses on specific case studies; thus, the outcomes can be generalised by means of an extension of the analysis. Originality/value – The value of the analysis carried out lies in the creation of a model aimed at the assessment of agrofood products and, more generally, their link with the territory of origin in the online context. In addition, the marketing literature on the experiential dimension applied to website tools is still limited. For this reason, this work may stimulate future in-depth analysis with reference to the proposed model.
... Si è così ideata e testata un'apposita metodologia per analizzare la dimensione esperienziale di un website (applicandolo al contesto esaminato), la quale si articola negli step seguenti: 1) individuazione e selezione degli elementi chiave su cui valutare la dimensione esperienziale di un sito web (Selection), sulla base di ogni strategic experiential module con precipuo riferimento all'articolazione delle informazioni (contenuto testuale e visivo); a tal fine, si è fatto ricorso ad un focus group di tipo ispettivo (Mich, 2007), con esperti in comunicazione e marketing nel settore; 2) osservazione del comportamento di consumatori, esperti di web marketing e conoscitori del settore agroalimentare (Observation), tramite focus group user based (Mich, 2007), al fine di analizzare: la fruizione dei contenuti, attraverso la navigazione nel website (surfing); la percezione dell'esperienzialità tramite valutazione comparativa degli elementi chiave individuati con gli esperti di cui al punto 1 (perceived topic); il grado di coinvolgimento che consegue dagli stessi (involvement degree). a) comunicazione, intesa come l'insieme delle campagne pubblicitarie, relazioni pubbliche, comunicazione aziendale interna ed esterna (es. ...
... Si è così ideata e testata un'apposita metodologia per analizzare la dimensione esperienziale di un website (applicandolo al contesto esaminato), la quale si articola negli step seguenti: 1) individuazione e selezione degli elementi chiave su cui valutare la dimensione esperienziale di un sito web (Selection), sulla base di ogni strategic experiential module con precipuo riferimento all'articolazione delle informazioni (contenuto testuale e visivo); a tal fine, si è fatto ricorso ad un focus group di tipo ispettivo (Mich, 2007), con esperti in comunicazione e marketing nel settore; 2) osservazione del comportamento di consumatori, esperti di web marketing e conoscitori del settore agroalimentare (Observation), tramite focus group user based (Mich, 2007), al fine di analizzare: la fruizione dei contenuti, attraverso la navigazione nel website (surfing); la percezione dell'esperienzialità tramite valutazione comparativa degli elementi chiave individuati con gli esperti di cui al punto 1 (perceived topic); il grado di coinvolgimento che consegue dagli stessi (involvement degree). a) comunicazione, intesa come l'insieme delle campagne pubblicitarie, relazioni pubbliche, comunicazione aziendale interna ed esterna (es. ...
Conference Paper
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Obiettivi. l'obiettivo del presente lavoro consiste nell'approfondimento della dimensione esperienziale di innovativi format di vendita e di website dedicati alla promo-commercializzazione di prodotti agroalimentari tipici, particolarmente rappresentativi del proprio territorio di origine (cd. legame brand-land). Metodologia. al fine di verificare l'ipotesi di ricerca formulata, si è fatto uso di un modello (ideato e testato in un precedente lavoro) che prevede, anche tramite l'adozione della tecnica dei focus group, l'analisi della percezione della componente esperienziale delle best practice considerate (Consorzi di Tutela: Chianti Classico, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma), tanto nelle strategie di comunicazione implementate nello spazio virtuale, quanto in quello fisico (si analizzeranno e sperimenteranno, infatti, gli elementi strutturali ed esperienziali utili per allestire un concept store per i prodotti agroalimentari salentini). Risultati. l'esame ha permesso di individuare gli elementi chiave per trasmettere la dimensione esperienziale ed il legame brand-land dei prodotti tipici agroalimentari nella comunicazione in store ed online. Limiti della ricerca. il lavoro, pur adottando un'analisi di benchmarking, è focalizzato su un caso specifico e, per consentire di generalizzare i risultati ottenuti, sarebbe opportuno ampliare l'indagine. Implicazioni pratiche. l'indagine si inserisce in un progetto di ricerca a cui partecipano aziende del settore agroalimentare, con le quali si sono condivise e sviluppate alcune delle risultanze emerse, che potranno agevolare l'implementazione di buone prassi comunicazionali. Originalità del lavoro. la letteratura di marketing sulla dimensione esperienziale dei website è ancora carente; il lavoro, pertanto, potrebbe stimolare futuri approfondimenti anche in merito alla possibile adozione del modello di analisi qui prospettato. Parole chiave: legame; brand-land; marketing esperienziale; effetto Made in; agroalimentari tipici Objectives. the objective of the present work is to deeply analyse the experiential dimension of the innovative sales format and website dedicated to the promo-commercialisation of the typical agrofood products, particularly representative of their place of origin (cd. brand-land relation). Methodology. with the aim to verify the hypothesis of research, we use a model already created and tested, which considers (through the adoption of the focus group techniques, too) the analysis of the consumers' perception of the experiential aspects in the communication strategies implemented by the best practices examined (Consortia: Chianti Classico, Parmigiano Reggiano, Parma Ham) in both the website and in the store (for the latter, there will be analised and tested the structural and experiential elements useful for the creation of a concept store for the " Made in Salento " products). Findings. the analysis permitted to identify the key elements to hand over both the experiential dimension and the brand-land relation of the typical agrofood products, to provide an emotional offline and online communication of them. Research Limits. even if the research uses a benchmarking technique, it focuses on a specific case study; so, the generalisation of the outcomes could be possible with an extension of the analysis. Practical implications. this work is part of a research project in which are involved several firms of the agrofood sector; with them it has been possible to share and improve some of the results obtained, which will likely facilitate the implementation of good communicational practices. Originality of the study. the marketing literature on the experiential dimension applied to the website tool is still lacking; for this reason, this work could stimulate future in-depth analysis, referring to the proposed model in addition.
... In order to validate the analysis model and the attributes identified in the academic literature (see table 1), adapting them for the cognitive demands of the case studies used, an examining focus group was organised (Mich, 2007). A few experts in the winemaking industry (two sommeliers, two entrepreneurs) and in business communications (two university researchers, a sociologist, two digital strategists) participated in the meeting, held 5 June 2015. ...
Conference Paper
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The goal of this research project is to deepen and expand the web marketing strategies used by family businesses (FB) and to identify the role assigned to websites and the online communication strategies implemented through them. In order to examine the content of the information found on the website of selected FBs, an “ad hoc” analysis model was designed and validated with the support of marketing and industry experts through an inspecting focus group (Mich, 2007). The observation of the FB websites showed that family-run Italian wineries use their websites mainly to present information about the business and as a relational tool through edutainment- style activities; FBs yet neglect the potential of e-commerce. Although this path has allowed the traits essential to launch effective online communications for FBs, the small number of businesses surveyed (10) does not permit a theoretical generalisation of the results. Thus, we expect to integrate the information obtained from this preliminary study with in-depth interviews with the digital strategists for the companies examined or by increasing the number of FBs studied. In addition, the results could be compared with those from Italian businesses in the wine industry which are not family run and which meet the selection criteria (turnover, etc.). The study highlights the importance and the attention that FBs, among others, should dedicate to the role of web communication within their communications strategy. It also provides a list of contents to consider when creating a website which should be customised with the brand’s specific details.
... Il metodo sopra descritto, che per semplicità chiameremo 7Loci come il metamodello [8], è stato applicato in progetti di valutazione riguardanti siti Web di molti tipi, sia per scopi di ricerca che per applicazioni reali [9], [10], [11]. I risultati hanno confermato che esso costituisce uno strumento efficace e flessibile. ...
Conference Paper
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La complessità dei siti Web e la necessità di coinvolgere molte competenze, per garantire un approccio sistemico che non trascuri nessuno degli aspetti che ne determinano la qualità, costituiscono una sfida per il formatore, che spesso si trova ad affrontare questo tema anche all’interno di corsi di studio di area non informatica. Questo lavoro riporta i risultati e le considerazioni più importanti riguardo all’esperienza maturata nell’ambito della formazione alla valutazione della qualità dei siti Web con il metodo 7Loci. Tale metodo si basa su un approccio ‘multi-perspective’ e ‘goal-driven’, che permette di ‘istanziare’ un meta-modello generale per la qualità dei siti Web, al fine di ottenere schemi di valutazioni adatti a valutare i diversi tipi di siti.
Article
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Purpose The purpose of this paper is to deepen the web marketing strategies used by wine family businesses (FBs) with the aim to identify the role assigned to websites, the online models and the competitive strategies implemented through them. Design/methodology/approach In order to examine the content and structure of the information found on the website of selected FBs, an ad hoc analysis model was designed and validated with the support of marketing and industry experts through an inspecting focus group (Mich, 2007). Findings The subsequent observation of the websites of the businesses studied showed that family-run Italian wineries use their websites mainly to present information about the business and as a relational tool through edutainment activities; FBs yet neglect the potential of e-commerce. Research limitations/implications The study highlights the importance and the attention that FBs, among others, should dedicate to the role of web communications within their communications strategy. Although this path has allowed the traits essential to launch effective online communications for FBs, the small number of businesses surveyed (ten) does not permit a theoretical generalisation of the results. Thus, we expect to integrate the information obtained from this preliminary study with in-depth interviews with the digital strategists for the companies examined or by increasing the number of FBs studied. Originality/value The paper provides an evaluation model to effectively organise the websites’ contents; wine businesses should consider and customise these essential elements with the brand’s specific details.
Conference Paper
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In the new millennium, due to the spreading of globalization and the changes in consumers’ life style, the agrifood system has been forced to face a deep transformation in the dynamics that involve food demand and structure and organization of the entire production system, processing and commercialization. Due to a renovated interest of consumers, agrifood products need to change their development policies by adopting innovative strategies of experiential marketing, which include Infor-mation and Communication Technologies - ICTs. The combination of the values of the territory, techniques of production and products themselves, allows spreading the importance of the "origin" of products in all aspects: physical, sensorial and cultural. By changing the current approach to online market, consumers will show more and more interest towards the "origin" of products in relation to the global market, focusing on the research of the territory and production techniques from which to obtain emotions and sensations. In the future this strategy will represent the new frontier for agrifood products. It will exalt the importance of the "origin", assigning the role of protagonist to the production process and the territory, which together, in synergy with ICT innovations, will annul the distance between producers and consumers, which still remains in the shop-window-like website of the online agrifood products analyzed.
Article
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The phenomenon of high land parcelling visible in the Italian wine sector (that obviously reflects, as well, on the ability of the companies themselves to "communicate" their supply and subsequently make it available on the market) as well as the tendential reduction in wine consumption, that is characterising the traditional leader countries of its production, especially Italy and France, are causing companies in this area that are already "weak" due to their "small" size, to look for more land space in zones that have not traditionally been involved in wine production but in which an increase in the demand of this product is occurring. It thus seems inevitable for the companies in this sector, in particular for the small ones, to turn to a new channel of distribution, that of e-commerce, which can potentially combine both the needs of acquiring visibility in international markets and a reduction in expense. The search for visibility of a brand on the web, instead, causes high degrees of complexity from the growing variety and variability of the e-commerce phenomenon. The reduction of complexity of the e-wine phenomenon from the consumer"s point of view and the satisfying of information needs as well, prior to purchase characterise the category of "connoisseur products" to which wine belongs (Mattiacci and Ceccotti and De Martino, 2006), can be pursued through the careful management of the virtual store (Internet site). In this study, using the model known in literature as 2QCV2Q (Mich and Franch, 2000) which has been suitably adapted to the sector under examination, we have tried to provide an "evaluation" of some e-wines websites in order to establish their "theoretical selling potential". 1. Main features of the wine sector The global wine market shows growing degrees of complexity 1 coming from the greater variety and the variability characterising the sector both for demand and supply. In regard to demand, the variety attribute is qualifiable with the total number of world wine consumers, their geographical origin and their purchasing needs (distribution channels used) and consumption (frequency of wine use 2 , quantity drunk). The variability can be qualified, instead, by the probability of change of the above-mentioned purchasing patterns (emerging from new distribution channels) and habits of consumption as well as by the variation in numbers of consumers and the emerging of new market outlets. As to supply, variety is related to the number of producers, to their geographic origin, to their size, to the typology of relations they establish on a horizontal and vertical level (especially at the basis: directly with consumers or with the commercial brokers) in order to make their product available on the market. Variability is represented by the probability of change in time of the aforementioned variety elements. In particular, nowadays in the wine sector we notice: -regards demand; a geographic redistribution with the reduction of wine consumption in traditional producer countries (Italy, France, Spain, Portugal) and an increase of demand in countries such as United Kingdom and Japan traditionally non-producers but also non-consumers. We also notice, moreover, the emergence of new consumer needs, especially in countries where the trend in consumption is decreasing. The demand has become harder to satisfy and a great attention is given (especially for on-line purchasing) to the geographic origin, to the producer"s information and to the guarantee brands (DOC, DOCG e IGT) (Nomisma, 2001);  Phd Doctor, Department of Economics, University of Salento, Italy; p.scorrano@economia.unile.it. 1 On the concept of complexity see: Golinelli, G.M. (2000). L'approccio sistemico al governo dell'impresa. vol. I, Padova: Cedam, pag. 127. 2 Among the wine consumers we can distinguish the drinkers with a "functionalist" drinking approach, the tasters with a more aedonistic approach.
Article
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L’attività di ricerca del gruppo eTourism, attivo presso il Dipartimento di Informatica e Studi Aziendali dell’Università di Trento (http://www.cs.unitn.it/etourism/) e coordinato dalla Prof.ssa Mariangela Franch, è concentrata da 3 anni sullo studio del fenomeno turistico nell’arco alpino. Si tratta di un progetto suddiviso in più aree, interdipendenti e coordinate, che ha per obiettivo da una parte l’identificazione dei comportamenti strategici inerenti la definizione dell’offerta turistica, e le conseguenti forme organizzative del suo management e dall’altra, l’analisi del ruolo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione nell’agevolare i processi di coordinamento fra gli attori nella definizione, promozione e commercializzazione dei prodotti turistici. Questo secondo articolo presenta i risultati della valutazione della qualità dei siti web degli enti turistici regionali nelle Alpi.2 Ai risultati delle altre parti della ricerca saranno dedicati ulteriori articoli nei prossimi numeri della Rivista.
Conference Paper
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In this paper we introduce a general model for web site design and evaluation. The model has been developed within a research program concerning on-line marketing research. However, given its flexibility, it can be applied to the development or the evaluation of web sites, independently of their goals and domain. To validate the model we applied classic rhetorical principles based on ciceronian loci or argumentum, which can be used to check the completeness of an exposition. To illustrate the application of the model we report here the results of the analysis of a ski consortium web site in the Dolomites.
Conference Paper
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In this paper we describe the set of requirements for a tool to support the evaluation of the quality of Web sites. At a theoretical level, the tool provides a model to identify the characteristics that determine the overall quality of a Web site; such model is called 2QCV3Q, developed by our research group and first applied in 1997. The experience gained in these five years—through direct application of the model in diverse contexts with different objectives—has made it possible to identify the most critical elements in the process of evaluating the quality criteria for a Web site. Moreover, to more easily identify the requirements for the tool, we have developed an explorative prototype. This paper is part of a process of getting feedback on the set of requirements and validating it.
Conference Paper
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One of the most critical decisions in a quality evaluation project is to establish the level at which to analyse the characteristics of the Web sites. This choice should be driven by the underlying goals of the evaluation. Scalability and flexibility are thus desiderable features of the models used to evaluate the quality of a Web site. In this paper we describe two separate studies of Regional Tourist Boards in the Alps that were conducted using the meta-model 2QCV3Q. Specifically, we will show that the results of the first study - based on a lightweight model - are consistent with those obtained with the more detailed heavyweight model in the second study.
Article
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Requirements analysis constitutes a critical phase in the development of software systems, and for Web sites it can often be a determining factor in the success of the company or organisation. A thorough requirements elicitation will take into considerations the objectives and needs of all the actors involved. It is therefore important for an analyst to have conceptual instruments that support their identification, taking into account the different components of a Web site. In this paper we propose the application of a quality model - the 2QCV3Q meta-model - to the activities related to the requirements engineering process. To illustrate this we describe the requirements analysis for an ONLUS organisation called "No Pain for Children", a nonprofit association for promotion of analgesic treatment. Developed to evaluate the quality of existing Web sites, the meta-model proved to be a useful tool also in gathering and negotiating the requirements. In particular, it was possible to highlight from its conception the priorities of the newly founded association and also the potential areas of conflict between the objectives of the association (and its promoters) and the needs of the doctors and families involved with it.
Article
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n this paper we describe an original model for evaluating and designing the quality of web sites. The model, called 2QCV3Q, has been developed using classic rhetorical principles and can be used to single out elements which, when suitably combined, permit evaluation of the quality of a web site and provide suggestions for improvements. Symmetrically, the model provides guidelines for the design of a site and allows identification and classification of the owners’ and users’ requirements. During the two years since development of the 2QCV3Q model, we have applied the model to sites of various kinds, in sectors from tourism to education and the banking sector. The results of these applications highlight the flexibility of the model, which can be used as a framework for the analysis and evaluation of web sites independently of their goals and domain. The first step in the application of the model is its customization in order to take account of the goals of the site’s owner and the needs of users. For evaluation we used support tools which yielded data for analysis of some of the model’s given attributes. In accordance with out predictions, the level of support was higher for items of the 2QCV3Q closely tied to syntactic aspects and less dependent on contents. To exemplify the application of the model and to illustrate its characteristics we present two different applications, relative to university sites and a ski consortium.
Article
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This article discusses using WebQEM, a quantitative evaluation strategy to assess Web site and application quality. Defining and measuring quality indicators can help stakeholders understand and improve Web products. An e-commerce case study illustrates the methodology's utility in systematically assessing attributes that influence product quality
Article
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One of the most critical decisions in a quality evaluation project is to establish the level at which to analyse the characteristics of the Web sites. One of the most critical decisions in a quality evaluation project is to establish the level at which to analyse the characteristics of the Web sites. This choice should be driven by the underlying goals of the evaluation. Scalability and flexibility are thus desirable features of the models used to evaluate the quality of a Web site. In this paper we describe two separate studies of Regional Tourist Boards in the Alps that were conducted instantiating the meta-model 2QCV3Q (7Loci). Specifically, we will show that the results of the first study - based on a lightweight model - are consistent with those obtained with the more detailed heavyweight model in the second study.
Il sito italiana sull'usabilità WAI – Web Accessibility Initiative: http://www.w3.org/WAI Linee guida per sviluppare siti accessibili anche ai disabili W3C -World Wide Web Consortium
  • Usabile
Usabile: http://www.usabile.it/ Il sito italiana sull'usabilità WAI – Web Accessibility Initiative: http://www.w3.org/WAI Linee guida per sviluppare siti accessibili anche ai disabili W3C -World Wide Web Consortium: http://www.w3c.org Strumenti per la valutazione di aspetti specifici di un sito Web Wikipedia: http://www.wikipedia.org Enciclopedia libera Word Spy: http://www.wordspy.com Neologismi della lingua inglese