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... Pieve di Pava (Pava) is a large parish church in the Val d'Asso between Siena and Arezzo in the Crete Senesi of Southern Tuscany (see Figure 1; Campana et al., 2005;Campana et al., 2007). Excavations at Pava revealed over 1000 burials, although only a subsample have been analyzed, however no human settlement was found in association with the religious building (Campana et al., 2008;Felici, 2016). ...
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Objectives: Our objective was to identify the relationship between biocultural factors of sex-gender and age and patterns of femoral cross-sectional geometry with historical evidence about labor and activity from an archeological skeletal sample excavated from the rural Medieval site Pieve di Pava. Materials and methods: The study site, Pieve di Pava, was a rural parish cemetery in Tuscany with osteoarcheological remains from the 7th to 12th centuries. Cross-sectional geometric analysis of femora from 110 individuals dated to the 10th-12th centuries were used to examine trends in bone quantity, shape, and bending strength between age and sex groups, as well as in clusters identified through Hierarchical Cluster Analysis (HCA). Results: Overall, our study sample showed remarkable heterogeneity and our cluster analysis revealed a complex underlying structure, indicating that divisions of labor did not follow a strict gender binary in our sample. We found high levels of bilateral asymmetry in our sample in multiple cross-sectional areas for a significant proportion of the population. We found minimal differences between age groups or sex. Discussion: Our results suggest that males and females had varied experiences of labor and work during their lives that did not reflect the strict binary gender roles sometimes documented for medieval Europe. One important axis of difference is the direction and magnitude of bilateral asymmetry observed in our femur sample, which is associated with divergent trends in section moduli and bone area measures.
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Objectives: In recent paleopathological literature, granular impressions on the endocranial surface are considered pathognomonic of tuberculous meningitis. This study aims to verify the presence of granular impressions and assess their relationship with tuberculosis in an archeological human skeletal assemblage. Materials: The study analyzed the endocranial surfaces of 212 skulls (38 non-adults and 174 adults) from the medieval site of Pieve di Pava, Italy. Methods: Macroscopic and stereomicroscopic examination of the endocranial surface was conducted to evaluate the presence, location, and manifestation of granular impressions. Results: Granular impressions affected more than half of the individuals, with no statistical difference between males and females. Conclusions: The high frequency of granular impressions challenges their interpretation as pathognomonic of tuberculous meningitis, a rare complication of tuberculosis affecting the central nervous system. Instead, these lesions should be considered indicative of bacteremia, when bacilli reach the central nervous system and form tubercles on the meninges. It cannot be established whether these tubercles were quiescent or had ruptured, leading to tuberculous meningitis. Significance: Based on the pathogenic life cycle of M. tuberculosis, as defined in clinical settings, it seems prudent to consider granular impressions as a marker of tuberculosis infection, rather than of active tuberculosis disease or tuberculous meningitis in paleopathology. Limitations: Research limitations include the smaller number of non-adults compared to adults. Suggestions for further research: Screening of granular impressions in other large osteoarcheological assemblages could provide new and more reliable data on the spread of tuberculosis infection across different social contexts, geographical settings, and historical periods.
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INTRODUZIONE La progettazione e la realizzazione della prima campagna di scavi archeologici sul sito di Pava, rap-presenta l'esito di un processo di studio pluriennale del paesaggio archeologico della Valle dell'Asso e della Val d'Orcia. Per comprendere la strategia di ricerca seguita e sviluppata nell'ambito del presente progetto è indispensabile esporre brevemente alcune informazioni sulle caratteristiche del sito, sui metodi di lavoro del gruppo di ricerca coinvolto, sulle finalità e i progetti legati a questo singolo caso di studio. Il sito archeologico è situato su un terrazzo alluvionale antico destinato, quantomeno dall'epoca moderna, a fon-do agricolo. Ubicazione e morfologia sono elementi estre-mamente significativi per la ricostruzione delle vicende storiche del sito. Si tratta di un'area appena sopraelevata a ridosso della confluenza di due torrenti, l'Asso e la Trove. Acqua e viabilità sembrano occupare ruoli cen-trali nell'assicurare una lunga continuità di vita, un arco cronologico che si estende probabilmente dall'età etrusca fino al bassomedioevo. Gli elementi archeologici evidenti prima dello scavo sono stati acquisiti progressivamente dal 2000 con le ricognizioni di superficie realizzate per il progetto Carta Archeologica della Provincia di Siena 1 . In seguito al survey abbiamo ipotizzato una frequentazione che dal II secolo a.C. si prolunga fino al VI secolo d.C., apparentemente senza soluzione di continuità. L'interpre-tazione del contesto tardo etrusco è riconducibile ad una generica frequentazione dell'area, mentre in età romana abbiamo ipotizzato l'esistenza di una struttura legata alla viabilità che si protrae fino alla tarda antichità 2 . Di diffi-cile interpretazione è risultata la presenza di un cospicuo numero di ossa umane che può prestarsi all'elaborazione di scenari significativamente differenti. Le ricerche condotte sul sito, dalle ricognizioni ripetu-te alle tecnologie di remote sensing applicate nel corso de-gli anni, costituiscono il prodotto di una metodologia di ricerca marcatamente indirizzata verso la stratificazione e l'integrazione delle informazioni. Questo approccio è ormai da diversi anni al centro degli interessi di ricerca del Laboratorio di Archeologia dei Paesaggi e Telerileva-mento dell'Università di Siena. Il Progetto Pava, oltre alle specifiche problematiche storiografiche, ha l'obiettivo metodologico di verificare tramite l'intervento diretto nel sottosuolo i risultati degli strumenti diagnostici uti-lizzati 3 . Le domande archeologiche sono invece connesse allo studio di un sito "mediocre" della bassa provincia di Siena ma proprio per questo estremamente rappre-sentativo. Centrale è chiarire il legame tra la situazione rilevata tramite le indagini archeologiche e l'attestazione nelle prime carte della disputa fra la diocesi di Siena e di Arezzo del 714-715, di un baptisterium Sancti Petri in Pava, collocabile in corrispondenza o nelle immediate vicinanze dell'attuale chiesa di Santa Maria, che domina dalla sommità di una collina il sito archeologico oggetto di scavo 4 . Dal IX secolo i documenti attestano la proba-bile presenza di due edifici religiosi a Pava. In uno dei documenti della contesa, dell'anno 853, nello stesso testo si parla infatti di una pieve di S. Pietro e di una pieve di S. Maria in Pava 5 . La certezza che la denominazione di S. Maria ha definitivamente rimpiazzato quella originaria di S. Pietro si ha da un documento del 1045, rogato sempre nell'ambito della Disputa, in cui si fa esplicito riferimento solo alla pieve di S. Maria in Pava 6 . Per comprendere le dinamiche del popolamento dell'area dalla tarda antichità alle fasi di transizione fino al medioevo intendiamo ribadire che lo scavo da poco intrapreso costituisce solo una parte del progetto. Non possiamo infatti ignorare la presenza nelle vicinanze del sito di altre forme insediative alcune delle quali centrali nella modellistica medievale toscana e italiana. Ci riferiamo ai castelli, nel nostro caso di Lucignano d'Asso, Monterongriffoli e San Giovanni d'Asso che ci obbligano ad estendere il raggio delle indagini diagno-stiche e stratigrafiche.
Due chiese paleocristiane: Castelvecchio/ Altenburg (C7) e Fiera di Primiero (Trentino)
  • Bombonato G Ravagnan
BOMBONATO G., RAVAGNAN G.L. ( †), 2003, Due chiese paleocristiane: Castelvecchio/ Altenburg (C7) e Fiera di Primiero (Trentino).
Chiese e insediamenti nelle campagne tra V e VI secolo
  • G P Brogiolo
BROGIOLO G.P. (a cura di), 2003, Chiese e insediamenti nelle campagne tra V e VI secolo, 9° Seminario sul Tardo-Antico e l'Alto Medioevo (Garlate, 26-28 settembre 2002), Mantova.
Chiese e insediamenti nei secoli di formazione dei paesaggi medievali toscani. Il rapporto fra le chiese e gli insediamenti tra V e X secolo
  • Chiese E Insediamenti
Chiese e insediamenti 2006 = Chiese e insediamenti nei secoli di formazione dei paesaggi medievali toscani. Il rapporto fra le chiese e gli insediamenti tra V e X secolo, a cura di S. Campana, C. Felici, R. Francovich, F. Gabbrielli, Atti del Seminario di studio (San Giovanni d'Asso-Montisi, 10-11 novembre 2006), in preparazione.
Edifici di culto in Friuli tra l'età paleocristiana e l'altomedioevo
  • Villa L
VILLA L., 2003, Edifici di culto in Friuli tra l'età paleocristiana e l'altomedioevo, in SENNHAUSER 2003, pp. 502-527.