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Abstract and Figures

The colossal torso of the god Asclepius, kept into the Castello Maniace during the Spanish domination of Sicily, is now one of the most significant examples of roman statuary in the Syracuse Museum. The recent restoration of the Castello Maniace has been celebrated in 2008 with an exhibition of archaeological finds obtained in the various excavations of the castle. The statue of Asclepius, which had for centuries been a part of the architecture there, should have been the most significant piece on display. However, its large size and frailty made such a temporary move inadvisable, and it was decided that a plaster cast should be made and exhibited instead. A team of archaeologists and information technicians from the Archeomatica Project of Catania University were able to contribute to this task by creating a 3D model of the statue through the use of laser scanning techniques.
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Mayo de 2010
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Coming back home’
.
Il modello virtuale della statua romana di Asclepio del Museo
di Siracusa (Italia)
G. Gallo
1
, F. Milanese
1
, E. Sangregorio
1
, F. Stanco
1
, D. Tanasi
2,
, L. Truppia
1
1
Dipartimento di Matematica e Informatica, Università di Catania, Italia.
2
Dipartimento di Scienze Antropologiche, Archeologiche e Storico Territoriali, Università di Torino, Italia.
Resumen
El busto colosal del dios Asclepio, que estaba antiguamente colocado en el interior del Castello Maniace durante la dominación española en Sicilia, es ahora uno de
los ejemplos más significativos de estatuas romanas del museo de Siracusa. La reciente restauración del Castello Maniace ha sido celebrada en el 2008 con una
gran muestra de los objetos encontrados durante las excavaciones en el castillo. La estatua de Asclepio, que por muchos siglos fue parte del castillo, habría sido la
obra más importante que se exhibiera. Sin embargo, la fragilidad del material y el gran tamaño de la misma no han permitido su desplazamiento así que ha sido
necesario la realización de una copia de la estatua. El equipo de arqueólogos e informáticos del proyecto Archeomatica de la Universidad de Catania, han creado,
usando un escaneo 3D, el modelo virtual de la estatua que permitirá la realización de una copia.
Palabras clave
: ESCANEO 3D, RECONSTRUCCIÓN VIRTUAL, ASCLEPIO, ARCHEOMATICA.
Abstract
The colossal torso of the god Asclepius, kept into the Castello Maniace during the Spanish domination of Sicily, is now one of the most significant examples of
roman statuary in the Syracuse Museum. The recent restoration of the Castello Maniace has been celebrated in 2008 with an exhibition of archaeological finds
obtained in the various excavations of the castle. The statue of Asclepius, which had for centuries been a part of the architecture there, should have been the most
significant piece on display. However, its large size and frailty made such a temporary move inadvisable, and it was decided that a plaster cast should be made and
exhibited instead. A team of archaeologists and information technicians from the Archeomatica Project of Catania University were able to contribute to this task
by creating a 3D model of the statue through the use of laser scanning techniques.
Key words
: 3D MODELING,VIRTUAL RECONSTRUCTION, ASCLEPIUS, ARCHEOMATICA.
1. Il Dio Asclepio
Uno dei pezzi più rappresentativi della collezione di statuaria
romana del museo archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa è
senz’altro rappresentato da un busto colossale del dio Asclepio,
inv. n. 737 (fig. 1), in marmo lunense, probabilmente una copia
del I-II secolo d.C. di un originale tardo ellenistico (LIBERTINI
1929; CAPUTO 1939; CRISPINO, MUSUMECI 2009). La
statua, alta 154 cm, larga 90 cm e profonda 37 cm, conservata
per due frammenti ricomposti del torso e della testa, fu
rinvenuta “in mezzo alle anticaglie nello scavare le fondamenta
dei baluardi”, cioè nell’istmo di Ortigia durante lo scavo delle
fondazioni per la fortifìcazione spagnola, intorno alla metà del
XVI secolo. Custodita fino al 1810 nel Castello Maniace (fig. 2),
la principale piazzaforte spagnola di Siracusa (GIARRIZZO
1989; CASSATARO 1997; MAURICI 2001), e nota come il
“Don Marmoreo”, la statua del dio fu reimpiegata all’interno del
castello con delle modifiche radicali, che ne alterarono
l’iconografia, e verosimilmente collocata in una nicchia o fissata
ad una parete, come dimostrerebbe il lavoro di scalpellatura e
lisciatura eseguito sulla parte posteriore. In occasione di quei
lavori, venne incisa sul petto un’ epigrafe commemorativa in
lingua spagnola, che ricorda la concessione del re Filippo III al
castellano Giovanni de Rosa, nel 20 luglio del 1618, di intitolare
il forte a S. Giacomo, i quattro torrioni angolari ai santi patroni
S. Pietro, S. Caterina, S. Filippo e S. Lucia, e la concessione di
sparare con i cannoni a salve durante la festa del patrono
(LIBERTINI 1929).
«POR LETRA DEI 20 DE JULIO 1618 / CONCEDE SU
EXCELLENTIA Y REAL PATRIMONIO / AL
CASTELLANO D'ESTE CASTELLO D. JOAN DE ROCA /
M(ALDONA)DO QUE SE LLAME DE ST. JAGO DE
MANIACE Y QUE LOS QUA / TRO TOREONES S.
PEDRO, S. CATALINA. S. PHELIPE Y / S. LUCIA Y QUE
EN HONRA DEL GLORIOSO JAGO / SE HAGA SALVAS
SEGUIDA COMO ESTA HORDENADO / EN LAS DE
MAS FIESTAS DE L’ANO Y QU’ASÍ LO / ESTABLEZCA Y
SUS SUCESORES».
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Volumen 1 / Número 2
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Figura 1: Statua di Asclepio del Museo di Siracusa.
La statua del Castello Maniace porta sé numerose problematiche
di carattere storico ed archeologico, tra cui l’intepretazione
iconografica, l’ipotesi della presenza di un culto di Asclepio a
Siracusa, l’ubicazione del tempio che originariamente l’ospitava,
la quantitificazione degli interventi di alterazione di epoca
spagnola.
Figura 2: Siracusa, Castello Maniace.
Pur mancando alla statua i segni riconoscibili dell’iconografia del
dio della medicina, figlio di Apollo, ovvero il caduceo ed il
serpente, e sebbene la barba fluente e la folta chioma riccioluta
richiamino molte rappresentazioni canoniche dei fratelli divini
Zeus, Ade e Poseidone, un attento esame di alcuni elementi
stilistici, come i tratti del volto e lo strophion posto sul capo,
suggerisce come certo riscontro iconografico il cosiddetto
Asclepio di Mounichia, realizzato nel II secolo a.C. per
l’Asklepieion del Pireo, ora al Museo Nazionale di Atene
(CAPUTO 1939). Cronologicamente più vicino è anche
l’Esculapio romano di Villa Torlonia (fig. 3), di prima età
imperiale, che raffigura il dio barbato stante e con caduceo, semi
nudo, coperto da un himation sostenuto da un puntello
(GASPARRI 1980).
La grande fama che il culto del dio aveva nel mondo greco
(HART, FORREST 2000; MELFI 2007), che proseguì nella
devozione per l’Esculapio romano, e la notevole diffusione dei
suoi santuari in Sicilia, spesso caratterizzati da grandi complessi
architettonici (fig. 4), come ad Agrigento (DE MIRO 2003) ed
Eloro (VOZA 1999), lasciano supporre che anche Siracusa, città
primate della grecità d’occidente, fosse sede di un Asklepieion. Ai
riferimenti delle fonti letterarie, primo fra tutti il ricordo di
Cicerone nell’orazione In Verrem (57,127-128) del furto
compiuto da Gaio Licinio Verre, propretore della Sicilia dal 73 al
71 a.C. accusato di ruberie e malversazioni, di una statua di
Apollo Paian (guaritore) dal tempio di Asclepio a Siracusa, si
aggiungono alcune significative attestazioni epigrafiche e
numismatiche oltre che diverse scoperte archeologiche. Inoltre,
l’ipotesi che l’Asklepieion siracusano avesse la sua sede proprio ad
Ortigia, come il ritrovamento della statua dell’Asclepio del
Castello Maniace lascerebbe supporre, è ulteriormente avvalorata
dal rinvenimento di una statua di Igea, figlia di Asclepio ed
associata al culto del padre come divinità salvifica, negli scavi di
Piazza Pancali (ORSI 1901), e di un’iscrizione onorifica dedicata
dalla città ad un medico rinvenuta nelle scavi di Corso Matteotti
(ex via del Littorio), verisimilmente collocata all’interno di
un’area santuariale (CULTRERA 1940).
Figura 3: Roma, Asclepio di Villa Torlonia.
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Dopo il rinvenimento da parte degli Spagnoli, durante il suo
trasferimento al Castello Maniace, date le notevoli dimensioni, la
statua dovette probabilmente essere segata in blocchi separati,
come si intuisce dai netti tagli orrizzontali ancora leggibili in
corrispondenza del collo, della testa e della metà inferiore del
busto. In quella occasione, devono essere inoltre state
verosimilmente selezionate solo quelle le parti necessarie per
realizzare un’erma, che opportunamente modificata, fu poi
ricollocata nelle architetture del castello. Le modifica più
sostanziale fu quella dello spianamento dei pettorali in modo da
ottenere una superficie piana su cui incidere l’epigrafe, evocando
l’idea di due pagine di un libro aperto. Il deltoide sinistro fu
asportato, così come le tracce della veste che ricopriva la nudità.
Nel riassemblaggio della testa con il torso fu con tutta
probabilità commesso un errore che ha determinato l’anomala
inclinazione verso il basso e lieve torsione verso sinistra, insoliti
nell’iconografia canonica.
Figura 4: Moneta pergamena con al dritto il tempio di Asclepio.
In occasione del recente restauro del complesso architettonico
del Castello Maniace, è stata allestita una mostra di materiale
archeologico (CRISPINO, MUSUMECI 2009) proveniente dagli
scavi del castello (dal 14 dicembre 2008 al 15 febbraio 2009), in
cui avrebbe dovuto figurare come pezzo più rappresentativo
proprio il torso di Asclepio, che per tanti secoli era stato parte
delle architetture del castello. Tuttavia le grandi dimensioni e la
fragilità della statua hanno reso impossibile lo spostamento
temporaneo dal museo e l’esecuzione, con tecniche tradizionali,
di un calco in gesso.
Una soluzione a questo specifico problema di musealizzazione è
stato proposto dall’equipe di archeologi ed informatici del
Progetto Archeomatica dell’Università di Catania
(www.archeomatica.unict.it, SANGREGORIO, STANCO,
TANASI, 2008;
STANCO, TANASI 2009)
che ha sviluppato
con la tecnologia del laserscanning un modello virtuale
tridimensionale.
2. Il modello 3D
Il modello 3D dell’Asclepio è stato ottenuto mediante la tecnica
del laser scanning, largamente utilizzata nella valorizzazione dei
beni culturali (ABMAYR T. et alii 2008, CALLIERI M. et alii
2004, RISTEVSKI J. (2006), VALZANO V., BANDIERA A.,
BERALDIN J.-A. 2005, ZHOU K. et alii 2008). Nella fattispecie
si è utilizzato lo scanner a triangolazione ottica Next Engine
(www.nextengine.com), che ha la sua caratteristica principale in
una distanza tra sorgente laser e sensore digitale molto ridotta.
Ciò determina una struttura molto compatta e maneggevole, e
versatile soprattutto quando gli oggetti da acquisire sono
inamovibili o collocati in spazi angusti. Proprio questa
caratteristica si è rivelata assai utile per la scansione del busto di
Asclepio, poiché la statua, non trasferibile altrove per la
scansione, era collocata quasi a ridosso del muro della sala
espositiva, fatto questo che lasciava poco spazio di manovra agli
operatori del laser scanner. Lo scanner Next Engine ha
permesso di acquisire correttamente la maggior parte dell’area di
interesse, tralasciando una piccolissima area sulla spalla, poichè
estremante complessa da raggiungere, e la parte posteriore,
scalpellata e lisciata, come ricordato in precedenza.
Figura 5: Fasi di lavorazione del modello 3D.
La scansione del busto è avvenuta per fasce, dal basso verso
l'alto, con un movimento a serpentina. Ciò ha permesso di
minimizzare il tempo di acquisizione ed ha ridotto, inoltre, la
percentuale di errore introdotta dal macchinario. Il dataset
completo consta di 84 scansioni ed occupa un totale di 900 Mb.
Ogni fascia è stata successivamente suddivisa in tre sezioni e le
relative scansioni sono state allineate tramite il software Mesh
Align 2 prodotto dall’ISTI-CNR (www.isti.cnr.it). Mesh Align 2
ha permesso di allineare agevolmente le scansioni che
appartengono ad una stessa sezione e pertanto è stato scelto
inizialmente il gruppo dei pettorali e quello della zona centrale,
con cui gli altri gruppi sono stati allineati seguendo una strategia
“per ampiezza” (la fig. 5 mostra uno screenshot della fase di
lavorazione).
Per la fusione è stato utilizzato un software out of core che si
basa su algoritmi volumetrici, Plymc, sviluppato anch’esso
dall’ISTI-CNR capace di lavorare per parti in modo da poter
gestire l’intera mole di dati anche con apparecchiature hardware
di fascia media.
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Volumen 1 / Número 2
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Figura 6: Modello 3D della statua di Asclepio.
Un altro insieme di programmi è stato usato per la decimazione
necessaria a produrre il modello 3D finale, come Plymerge per il
merging, Octbuild e Raw2Ind per creare un octree facilmente
utilizzabile, Octdeci per la decimazione e la pulizia della mesh e,
infine, Octree per l'esportazione in un formato utilizzabile (tutti i
software sono disponibili su questo www.isti.cnr.it).
Il modello finale prodotto dall’operazione di fusione è composto
da 6.743.625 triangoli (figs. 6 e 7). Da questo modello se ne è
ricavato un altro meno complesso con soli 1.410.395 triangoli
che é stato utilizzato per la creazione di immagini e video. Per la
visualizzazione del modello è stato usato il software MeshLab
disponibile su http://meshlab.sourceforge.net/.
Figura 7: Modello 3D della statua di Asclepio, particolare del volto
Per la fruizione del modello all’interno su totem informatici sono
stati creati dei video AVI che mostrano la statua indugiando sui
dettagli del volto dell’epigrafe sul petto. E’ stato anche creato un
applicativo per la fruizione interattiva. Per quanto riguarda la
realizzazione dei video si è utilizzato Blender3D (www.blender.org),
mentre per il rendering ad alta risoluzione è stato usato il
renderer raytracing unbiased Indigo (www.indigorenderer.com).
3. Future works
Le future linee di ricerca riguardo allo studio della statua di
Asclepio, sono rappresentate dalla possibilità di elaborare il
modello ottenuto per rimuovere i restauri erronei e cercare di
restituire, sulla base dei riscontri stilistici, l’iconografia originale
con cui il dio era rappresentato prima delle modifiche di epoca
spagnola, curando anche gli aspetti policromici, laddove essi
siano documentabili. Più ambiziosa e strettamente connessa ai
progressi della ricerca archeologica, ma non per questo
impraticabile, potrebbe essere, in seguito, l’ipotesi ricostruttiva
virtuale del tempio in cui la statua era originariamente collocata
in epoca romana.
Nel frattempo, l’Asclepio del Castello Maniace, come è noto
nella letteratura scientifica, ha avuto la possibilità di tornare in
quella che era stata per secoli la sua ultima dimora, restituito,
anche se in forma virtuale, ad un pubblico ancora più vasto.
Ringraziamenti
Si ringrazia la dott.ssa C. Ciurcina, direttrice del Museo Archeologico "Paolo Orsi" di Siracusa per averci concesso, con la consueta
liberalità, di sviluppare il presente progetto ed il Dott. R. Scopigno e i colleghi dell’ISTI-CNR di Pisa per il supporto prestatoci.
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Bibliografia
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yungang grotto”, in ISPRS Congress Beijing 2008 proceedings Vol.XXXVII, ISSN 1682-1750.
... The research and outreach aims of this subject are demonstrated well as underwater sites find themselves even less accessible to the public and scholars as compared to their terrestrial counterparts. The work byTanasi et al. (2009),Gallo et al. (2010), demonstrates that sculptures can and should be scanned to enable further analysis. ...
Thesis
Full-text available
With 10 million copies sold and 500 million dollars of revenue, the 11th installment of Ubisoft’s Assassin’s Creed series, Assassin’s Creed Odyssey (2018), showed how a videogame based on ancient Greek history and archaeology can make a splash in popular culture and that the distant past can become an extinguishable source of infinite engaging gaming narratives. As pedagogic and research counterparts to videogames of this kind, serious games and archaeogames focusing on Greek and Roman civilizations move from different premises, though aspiring to the same level of success. Serious games, created for a primary purpose other than sole entertainment, have found their way into classrooms and museums to educate students in a variety of disciplines mostly relying on digital storytelling strategies. Archaeogaming, on the other hand, encompasses, among other things, the creation of video games by archaeologists, who create 3D representations of the ancient material culture subject of their study, initially for the purpose of testing hypotheses in simulated environment and later to popularize archaeology and cultural heritage studies, finding a more ‘serious’ use in higher education. This dissertation deals with defining best practices in archaeogaming design and production focusing on two practical examples of re-use of digital archaeological data for the generation of game assets for teaching and public outreach. Both case studies explore the context of Late Roman Sicily on which I conducted most of the experimental work in the preparatory years of this research. The first case study will be the narrative game prototype for the Villa del Casale (Piazza Armerina) in Enna, Sicily, entitled In Ersilia’s Footsteps, featuring Ersilia Caetani-Lovatelli (1840-1925), the first female archaeologist in Italian history. The game, developed in collaboration with the University of Arkansas’ Tesseract and directed by Dr. David Fredrick and Dr. Rhodora Vennarucci, narrative follows her in the exploration of the Late Roman Imperial countryside residence and UNESCO World Heritage site. The game revolves around the use of 3D digitized assets, created employing digital photogrammetry and 3D laser-scanning to capture the archaeological site, that significantly contributed to increase the realism of the game environment influencing the game creation process towards telling stories of real historic characters in real historic places. The second game, Building by the River, is an a building and experimental archaeogame, aimed at both contextualized elements from the archaeological site as well as the ability aid researchers in understanding the relationship between space and flow in the Late Roman villa of Caddeddi on the Tellaro river (Noto). More specifically, it seeks to explore how the Villa di Caddeddi may have looked and how the rooms functioned during its time as an operating rural villa in the late 4th Century CE. Giving players the ability to pick from a list of 3D digitized assets of actual archaeological materials found both on site and in similar Sicilian Roman villas, the game seeks to engage with playful building and experimentation as seen in other popular digital game titles, like Sims 4, Subnautica, and Minecraft. The on-going work at adding assets to use in the game as well as learn more about the nature and history of the Villa di Caddeddi is discussed in terms of the second-life of digital data, archaeological interpretation, and investigation of spatial use by ancient Romans in their elite rural homes. These assets, in both In Ersilia’s Footsteps and Building by the River, represent at the same time an example in best practices in reusing 3D data, since, once used to achieve research goals, they are repurposed and in combination with an original narrative and a user-friendly interface and mechanics they become the core of an engaging and exciting exploration game. Ultimately, the experimental work, the new data gathered and the production of two original media research tools have proven to be a strategic decision to advance the digital scholarship agenda on Roman archaeology of Sicily and to trace a path for incorporating archaeogaming as a methodological approach into a research framework. The ability to re-use scientific data for the purpose of public outreach, education, and research allows for archaeologists to address pseudoscience and dangerous representations of the field. As such, the need to provide assets for games can be served through the second life of 3D digital archaeological materials.
... project is NextEngine's 3D Scanner HD, which falls into the triangulation-based laser scanners category. These are suitable for close-range applications and are generally used to survey medium and small objects, being the acquired area extent rather limited; nevertheless it's possible to combine and merge scans of several portions of bigger objects (as can be seen in Gallo et al., 2009). The size of the fi ndings of the current project ranges from 1 to 40 cm in height and/or width: according to the defi ned procedure policies, the bigger object to be laser scanned is ≈ 30 cm tall, while larger and heavier artifacts are being digitalized with the photogrammetric system Z-Scan by Menci Software (Tucci et al., 2010;Menci et al., 2007), partner in the project. ...
Article
Full-text available
This paper presents a set of results of an on-going research on digital 3D reproduction of medium and small size archaeological artifacts which is intended to support the elaboration of a virtual and interactive exhibition environment, and also to provide a scientific archive of highly accurate models for specialists. After a short illustration of the background project and its finalities, we present the data acquisition through triangulation-based laser scanning and the post-processing methods we used to face the challenge of obtaining a large number of reliable digital copies at reasonable costs and within a short time frame, giving an account of the most recurrent problematic issues of the established work-flow and how they were solved (the careful placing of the artifacts to be digitized so to achieve the best results, the cleaning operations in order to build a coherent single polygon mesh, how to deal with unavoidable missing parts or defected textures in the generated model, etc.).
Book
Full-text available
Ancient Syracuse. New perspectives of research, is a miscellany of papers written by scholars who have dealt with this topic, in various ways and according to different perspectives. Alongside the archaeological writings, which outline the development of the city from Prehistory to the Islamic period, there are contributions that address the history of research, also through archival documentation, questions concerning the identity of the ancient city and the reflections of the ancient city inside the modern, both in its urban structure and in the collective imagination. The volume brings together previous acquisitions re-examined through new perspectives and numerous hitherto unpublished data, including from recent research, which taken globally provide a certainly new image of ancient Syracuse and its important archaeological and monumental history
Article
Full-text available
This paper contributes to depict the current pattern of applications of digital 3D models for professional research and practice, and for broader dissemination of cultural heritage. Passing from a general review to the illustration of the background project, named MUSINT, the authors underline the objectives. The present case study primarily aims to share information about valuable archaeological collections which have little visibility. To enhance the project's contents, which include a whole set of different artifacts, the authors have reproduced high resolution, faithful and measurable digital models on one side, and on the other, lower resolution and geometrically simplified models are yet completed and very close to reality. The former are meant to implement a scholars' archive for further scientific activity. The latter to provide content for virtual exhibitions on the Web or on stand-alone interfaces situated in the actual physical museum spaces. The data acquisition and post-processing methods which have been tested and chosen are here briefly described. Hence, the authors then give an account of the most recurrent problematic issues of the established work-flow and how they should be solved. Touched instances are the delicate placing of the artifacts, which must be digitized, in relation to the triangulation-based laser scanner's functionality, the refining operations in order to build a coherent single polygon mesh, the most effective ways to deal with unavoidable missing parts or defected textures in the generated model and so on.
Conference Paper
Full-text available
This paper deals with a project of virtual reconstruction of an entire archaeological site, the Sicilian Archaic sanctuary on the acropolis of Polizzello Mountain. This research program, called ’Virtual Acropolis’ has been developed in order to allow the experience of visiting an interactive and immersive 3D environments reconstructed in all and set in a realistic landscape. A visit that in the reality is currently impossible due to the still ongoing restoration works. For improving the archaeologist’s hypotheses about rituals and performances that were carried out in the sanctuary, all votive objects and offerings were digitally recreated and located in their original position and an avatar of a worshipper was implemented within the interactive model in order to directly experience, thanks to the archaeological and literary sources collected, how was one ordinary day in an Archaic sanctuary. Furthermore, the application of this technique represents the more recent frontier in the policies aimed to promotion of cultural and archaeological heritage.
Conference Paper
Full-text available
In this paper the project Archeomatica of Catania University dedicated to Minoan civilization and Cretan culture is presented. The project carried out by experts of information technology and archaeological research provides the creation of realistic 3D models based on the data recorded during excavations that are digital upgradeable archives to add to the traditional graphic and photographic documentations. In particular two case-studies of 3D reconstructions of monuments of prehistoric and proto-historic archaeology, realized by a "philological approach", are presented.
Article
Full-text available
The program of scientific investigations planned in the framework of the restoration of Michelangelo's David produced several useful guidelines for defining and developing innovative ways to process and visualize 3D data in cultural heritage applications. Our ultimate goal was to include 3D graphics among the tools which can help restorers select the proper restoration procedures for the task at hand and objectively assess restoration results. For this, the David restoration was an ideal test bed to demonstrate the usefulness of digital 3D models and visualization tools in a restoration project. Because a complex set of scientific investigations was planned before and after the restoration intervention, we could try various methodologies to support restorers and scientists with visualization tools based on 3D digital models.
Article
Terrestrial laser scanner was applied extensively in the heritage documentation in recent years, and laser point-cloud is an important sort of data source for making high-resolution 3D model. As a famous world culture heritage with thousand year history, Yungang Grotto was the first large-scale stone engraving in China which was destroyed by the wind erosion seriously and needed a rescuing conservation for its detailed 3D information. This paper presents a technological method for conserving a virtual Grotto by terrestrial laser scanner with digital images, and describes its datum processing workflow for making the Grotto's 3D model integrated with vector data, and also introduces the way of smoothing high-quality contour charts for some bodhisattva in this Grotto. The experiment proves these methods are reliably and efficiently for heritage conservation.
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When presenting the history of a heritage site or an artefact using multimedia technology, the proper use of technology to acquire and represent spatial information is crucial in order to facilitate the understanding of that particular site and the relationship between the elements constituting that site. In many cases, one has to model complex environments that have a rich historical content. These are composed of several objects with various characteristics and it is essential to combine data from different sensors and information from different sources. There is no single approach that works for all types of environment and at the same time is fully automated and satisfies the requirements of every application. A general approach combines information from historical material, multiple images, single images, laser scanner data, known shapes, CAD drawings, existing maps, survey data, and GPS data. This paper presents the work that was accomplished in preparing realistic representations of cultural heritage sites for interpretation and entertainment purposes. The general approach was applied to three cases: the Byzantine Crypt of Santa Cristina, Apulia; the remains of Temple C of Selinunte Sicily; a bronze sculpture with very fine incisions, and, a cave with Neolithic paintings. La présentation multimédia de l'histoire d'un site ou d'un objet culturel exige un bon usage de la technologie d'acquisition et de représentation des données spatiales afin de faciliter la compréhension du site présenté ou de la relation entre les divers éléments de ce site. Dans de nombreux cas, il faut modéliser des environnements complexes comportant un riche contenu historique. Ces environnements regroupent plusieurs objets aux caractéristiques variées, et il est essentiel de combiner les données provenant de différents capteurs et de diverses sources. Aucune approche ponctuelle n'est valable pour tous les types d'environnements tout en étant entièrement automatisée et adaptée aux exigences de toutes les applications. Une approche générale combine l'information de documents historiques, images multiples, images uniques, données de balayage laser, formes connues, dessins CAO, cartes existantes, données d'arpentage et données GPS. Nous présentons ici les travaux réalisés pour la préparation de représentations réalistes de sites du patrimoine culturel à des fins d'interprétation et de divertissement. L'approche générale a été appliquée dans trois cas : la crypte byzantine de Santa Cristina, en Apulie; les vestiges du temple C à Sélinonte en Sicile; une sculpture de bronze finement incisée et un ensemble de peintures rupestres du Néolithique.
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Terrestrial laser scanning- applications in cultural heritage conservation and civil engineering
  • Abmayr T
  • Reinkoster M Hartl F
  • C Frohlich
ABMAYR T., HARTL F, REINKOSTER M., FROHLICH C. (2008): "Terrestrial laser scanning-applications in cultural heritage conservation and civil engineering". In ISPRS Congress Beijing 2008 proceedings Vol.XXXVII, ISSN 1682-1750
Collezioni e raccolte archeologiche a Siracusa dal XVIII al XX secolo
  • A Crispino
  • A Musumeci
CRISPINO, A., MUSUMECI, A. eds. (2009): Musei nascosti. Collezioni e raccolte archeologiche a Siracusa dal XVIII al XX secolo. Electa. Napoli.
Realistic Representations of Cultural Heritage Sites and Objects through Laser Scanner Information
  • Valzano V Bandiera
VALZANO V., BANDIERA A., BERALDIN J.-A. (2005): "Realistic Representations of Cultural Heritage Sites and Objects through Laser Scanner Information", in the 10th International Congress "Cultural Heritage and new Technologies". Vienna, Austria. Invited Paper and Talk. November 7-10, 2005.
Note alle sculture del museo siracusano
  • G Caputo