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Cattolicesimi a confronto. Note metodologiche su uno studio pilota

Authors:

Abstract

Catholicism is subject to a process of pluralization in accordance with social trends in advanced societies. In the past, several scholars have already found how flexible and adaptive Catholicism may become when comparing diverse regional and cultural settings. Nevertheless, there is a lack of empirical data which could provide a more nuanced image of this phenomenon. In order to explore this often uncharted territory, an international survey has been promoted among people who attend Sunday Mass in a small sample of parishes in four countries: USA, Italy, Spain and Portugal. Extensive questionnaires were distributed to and completed by Mass attendants. The questionnaires were processed to verify the similarities and differences of the various settings, to show the relationship with data available from their area, and to show how Catholic identity is construed and negotiated within their own cultural environment.
Stefano Federici, Giuseppe
Giordan'~
Cattolicesimi aconfronto.
Note
metodologiche su
uno
studio pilota
Catholicism
is
subject to aprocess
of
pluralization in accordance with social trends in
advanced societies. In the past, several scholars have already found how flexible
and
adaptive Catholicism
may
become when comparing diverse regional and cultural settings.
Nevertheless, there
is
alack
of
empirical data which could provide amore nuanced image
of
this phenomenon. In order to explore this often uncharted territory, an international
survey
has
been promoted among people who attend Sunday
Mass
in asmall sample
of
parishes in four countries: Italy, USA, Spain
and
Portugal. Extensive questionnaires were
distributed to and completed
by
Mass
attendants. The questionnaires were processed to
verify the communalities and contrasts
of
the different settings, to show the relationship
with data available from their area,
and
to show
how
the Catholic identity
is
construed
and
negotiated within its own cultural environment.
1.
Introduzione
Si
eevidenziato dapiu
pani
come la larga diffusione del cristianesimo ein particolare
del cattolicesimo sia
dovuta
alIa sua straordinaria
capacid
di saperdeclinare
Ie
proprie
credenze,
Ie
prescrizioni morali ela
propria
ritualiti
secondo
Ie
diverse culture
con
Ie
quali lungo isecoli
si
etrovato aconfrontarsi. La storia di questa religione
puc>
essere
compresacome una continuaopera di contrattazione edi negoziazione, di adattamento
edi flessibiliti; in altri termini,
con
un
linguaggio piu teologico, coniato e
promosso
soprattutto
dal Concilio Vaticano II in poi,
potremmo
parlare di mediazione,
di
in-
culturazione, di discernimento
e,
in senso piu largo einclusivo, di aggiornamento.
Un
processo di adattamento mai subito passivamente, anche se talvolta
soffeno
nelle sue dinamichepiu difficilmente conciliabili, almeno aprima vista,
con
il depositum
fidei della tradizione; per
ceni
aspetti,
pen'>,
si
puC>
addirittura ricostruire la storia di
un
processo
'voluto'
di adattamento, il quale guardain faccia la
realti
lasciando da
pane
la
pretesasuperioriti della
societas
christiana.
Si
tratta, in ognicaso, di
un
riposizionamento
continuo,
con
livelli di conflittualiti piu 0meno accentuati, che mette continuamente
alIa prova la coerenza ela tenuta del riferimento
al
passato della tradizione
da
un
lato
e
il
confronto con
Ie
questioni sempre nuove dei diversi universi sociali eculturali
daII'altro. La genesi,
la
celebrazione ela recezione del
gii
citato Concilio Vaticano II
I,
"Stefano Federici eautore della Conclusione e
del
par.
4; Giuseppe Giordan eautore
dell'Introduzione e
dei
parr. 2 e
3.
La
ricerca Comparing Catholicism estata condotta, oltre
che
dagli
autori
del
presente articolo, anche
da
Lluis Oviedo.
JPer una ricostruzione storica
del
Concilio Vaticano II rimandiamo
a:
G.
ALBERIGO,
Bre-
ve storia del Concilio Vaticano
II,
II
Mulino, Bologna 2005; R.
LATOURELLE
(a
cura
di),
Vati-
cano II: bilancio eprospettive. Venticinque anni dopo (1962-1987), Cittadella,
Assisi
1987.
Religioni e
Societa,
57, 2007, pp. 91-99, ISSN 1722-4705
©2007
Firenze
University
Press
91
oI'evolversi del concetto edella pratica
di
missione2,stanno atestimoniare come
il
contesto socioculturale della
modernid
edella
postmodernid
abbiano acuito espinto
ancora pili avanti il confronto tra
la
fede ela cultura.
Una
riflessione, quella cattolica, che nel mondo protestante americano era stata
affrontata con alcuni decenni di anticipo. In quel contesto>,
il
confronto fra cristiane-
simo emodernita industrializzata
si
era posto gia all'inizio del Novecento, e
la
sintesi
elaboratada Richard
Niebuhr
4alia meta del secolo scorso ha rappresentato
un
paradig-
rna
di riferimento anche in ambiente cattolico. Per
il
teologo protestante, nella storia
del cristianesimo sono emersi cinque tipi fondamentali di relazione tra cristianesimo
ecultura:
a)
«il
Cristo contro la cultura" esprime
il
conflitto radicale tra
la
natura e
la
grazia;
b)
«il
Cristo della cultura", all'opposto del precedente, armonizza insieme
il
messaggio cristiano e
la
cultura in cui viene predicato;
c)
«il
Cristo
al
di sopra della
cultura" e
il
modello che vede nella grazia, equindi nei valori cristiani,
il
compimen-
to della natura; d)
«il
Cristo e
la
cultura in paradosso» rappresenta l'impossibilita di
comporre la santita del divino con
la
corruzione e
il
peccato del mondo, anche
se
Dio
comanda
di
prendere parte aile vicende del mondo (e la posizione teorizzatada Lutero
con
la
dottrina dei due regni);
e)
«il
Cristo trasformatore della cultura" sottolinea sia
la frattura tra natura egrazia, come anche
la
possibilita di recupero di quella da parte
di questa (attraverso la grazia divina
la
cultura viene convertita etrasformata).
Un
modello, quello proposto da Niebuhr,
Ie
cui conseguenze sarebbe superficiale
racchiudere nell'ambito solamente teologico. Le sue riflessioni sono state
la
base
non
solo perI'elaborazione di nuovi tentativi di riflessione
-sia
teologicache antropologica
efilosofica-
suI
rapporto tra religione cristiana ecultura, rna hanno costituito un punto
di riferimento per
I'
approfondimento della relazione, particolarmente importante per
noi in questa sede, fra teologia esociologia5
2Tra idiversi contributi che approfondiscono la 'reinvenzione' del concetto edella pratica
della missio adgentes all'interno del cattolicesimo contemporaneo segnaliamo
il
recente volume
di G.
COLLET,
«
..
.fino agli estremi confini della
terra».
Questionifondamentali di teologia della
missione, Queriniana, Brescia 2004. Interessante notare quanto I'autore precisanella Prefazione:
«Tra idati fondamentali della fede cristiana, oggi comunicabili solo con difficolta, c'e anche I'idea
che essa possiede anche una qualita missionaria [...
].
Anche
se
nel frattempo tanto la chiesa catto-
lica quanto
la
chiesa protestante usano di nuovo, in documenti ufficiali, iI termine 'missione' per
lungo tempo bandito, guardato con sospetto etaciuto, tale termine continua ad essere gravato
da fardelli ingombranti.
II
termine 'missione' eun termine dal sapore negativo, non da ultimo
perche ricorda
la
storia del colonialismo edell'imperialismo culturale occidentale» (ivi, p. 5).
3
Per
una
panoramica completa sulle varie correnti della teologia contemporanea, esuI
loro
sforza di misurarsi con
Ie
questioni del
mondo
postmoderno,
rimandiamo aR.
GIBEL-
LINl,
La teologia del
xx
secolo, Queriniana, Brescia 1992.
Si
veda anche
J.
MOLTMANN,
Dio nel
progetto del mondo moderno. Contributi per una rilevanza pubblica della teologia,
Queri-
niana, Brescia 1997.
4Cfr.
H.R.
NIEBUHR,
Christ
and
Culture,
Harper
&Row,
New
York 1951.
5Sui
rapporto
fra teologia esociologia
si
vedano: K.
FLANAGAN,
The Enchantment
of
Sociology: AStudy
of
Theology
and
Culture, Macmillan,
London
1996; R.
WUTHNOW,
Chri-
stianity in the Twenty-first Century,
Oxford
University Press,
Oxford
1993;
J.
MILBANK,
Theology
and
Social Theory. Beyond Secular Reason, Blackwell,
Oxford
1990; L.
OSBORN,
Restoring the Vision: the Gospel and Modern Culture, Mowbray,
London
1995.
92
Ed
e
proprio
la sociologia della religione contemporanea ainterrogarsi, soprat-
tutto
suI versante dei catholic studies, circa gli effetti che
un
contesto sociale sempre
pili pluralista eglobalizzato
puo
avere sulla comprensione che
il
cattolicesimo ha di
se stesso eancor di pili su come esso
tended.
aevolversi sotto la spinta di fenomeni
per
molti aspetti ancora difficilmente decifrabili
per
quanto
riguarda
Ie
conseguenze
di lungo
period0
6
2. II
progetto
di
ricerca
Lo
studio pilota "Cattolicesimi a
confronto"
si
inserisce
proprio
in questo filone
di ricerche che mirano averificare come
Ie
diversira culturali influiscano emodellino
Ie
credenze e
il
modo
di praticare la
propria
religione.
Per
quanto
possa sembrare
strano, mentre abbiamo adisposizione alcune ricerche empiriche sui singoli contesti
nazionali, mancano del
tutto
dei confronti internazionali che mettano
in
evidenza
non
solo come
il
cattolicesimo
si
presti ad essere declinato
in
termini interculturali
(0 transculturali), rna anche come tali differenze culturali possano
portare
adiverse
modalira di interpretare 'I'unica' fede cattolica.
Diversi sociologi
hanno
evidenziato come,
sotto
I'influsso della secolarizzazione
edella globalizzazione, il cattolicesimo abbia sviluppato delle
proprie
strategie di
adattamento alla modernira e
proprio
queste strategie abbiano
portato
a
un
certo
grado di
'pluralismo
interno'.
In
sintonia
con
la teoria
proposta
da
Luhmann
7,
l'approccio pili convincente sembra essere quello che spiega la differenziazione ela
complessificazione interna a
un
sistema 0organizzazione sociale come
una
strategia
per
affrontare
Ie
sfide poste dal pili vasto
contesto
sociale eculturale in cui tale siste-
ma 0organizzazione
si
collocano. Ovviamente
si
pone
la questione, particolarmente
scottante
per
un
sistema religioso come quello cattolico, del grado di differenziazione
edi pluralismo accettabile edi quale sia illivello che
non
si
deve oltrepassare pena la
disgregazione dell'organizzazione religiosa stessa.
Le teorie della rational choice
hanno
evidenziato come la liberra di scelta del
soggetto, e
il
calcolo dei costi ebenefici del credere in
una
prospettiva economica di
domanda
eofferta come se
si
trattasse di
un
qualsiasi altro bene 0servizio,
portino
a
rimodellare
Ie
istituzioni religiose; equesto
soprattutto
in
un
contesto caratterizzato
6
Non
ci equi
consemito
dilungarci sulle conseguenze di
questo
dibattito all'interno del
cattolicesimo; per
quanto
riguarda la riflessione
'preoccupata'
riguardo l'identira cristiana e
il
futuro
del cristianesimo ci limitiamo arimandare
a:
J.-M.
TILLARD,
Siamo gli ultimi cristiani?
Lettera ai cristiani del Duemila, Queriniana, Brescia 1999; M.
KEHL,
Dove
va
la
chiesa? Una
diagnosi del nostro tempo, Queriniana, Brescia 1998; P.M.
GIROLA,
G.L.
MAZZINI,
Soprav-
vivera
la
Chiesa nel terzo millennio?, Paoline, Milano 1999. Per
una
riflessione di carattere
culturale
si
veda:
P.
PRINl,
Lo
scisma sommerso. II messaggio cristiano,
la
societa moderna e
la
chiesa cattolica, Garzanti, Milano 1999; G.
VATIIMO,
P.
SQUERl,
G.
RUGGERI,
Interrogazioni
sui cristianesimo. Cosa possiamo ancora attenderci dal Vangelo?, Edizioni Lavoro -Editrice
Esperienze,
Roma-Fossano
2000.
Per
un
documentato
approccio pastorale
al
tema specifico
della parrocchia segnaliamo
P.
MERCATOR,
La
fin
des
paroisses? Recompositions
des
commu-
nautes, amenagement
des
espaces, Desclee
de
Brouwer, Paris 1997.
7Cfr.
N.
LUHMANN,
Social Systems, Stanford University Press, Stanford 1995.
93
da
livelli
di
concorrenza
edi
competizione
crescenti, sia
tra
Ie
diverse religioni che
all'interno
dello stesso credos.
Come
appena
ricordato,
tuttavia,
Ie
ricerche che
hanno
approfondito
empirica-
mente
tali livelli
di
pluralismo
all'interno
del
mondo
cattolico
sono
relativamente
poche
e
sono
del
tutto
assenti
Ie
comparazioni
alivello
internazionale
9
La
ricerca esplorativa"Cattolicesimi a
confronto"
rappresenta
un
tentativoiniziale
per
colmare
questo
vuoto
scientifico, offrendo
una
prima
comparazioneinternazionale ein-
terculturale di dati empirici raccolti
tra
praticanti cattolici nord-americani ed europei.
Coerentemente
con
gli
assunti
teorici
sopra
esposti, si
sono
avanzate
due
princi-
pali ipotesi
sperimentali
secondo
Ie
quali
ci si
attende
che: a)
Ie
differenze
culturali
tra
nazioni
e
continenti
indagati
esercitino
un
effetto significativo sui
contenuti
delle
credenze
esugli
atteggiamenti
dei
praticanti;
b) differenti
contenuti
delle
credenze
e
degli
atteggiamenti
dei
praticanti
possano
costituire
dei veri e
propri
modelli
coerenti
e
distinti
di religiosira (cattolica).
Al fine di verificare tali ipotesi estato sviluppato
un
disegno sperimentale suddiviso
in
due
principali
momenti:
1)
la
lase
pre-sperimentale,
che
comprende
la
creazione
di
un
questionario
per
la raccolta di self-report data, la
sua
traduzione
nelle diverse lingue
nazionali dei partecipanti la ricerca, la
somministrazione
dello
strumento
a
un
campio-
ne
pre-sperimentale
di soggetti sia
europei
che
statunitensi
e
studi
di validazione del
questionario; 2)
la
lase sperimentale, che prevede la
somministrazione
del
questionario
ricostruito
in
base ai risultati delle analisi della fase pre-sperimentale a
un
campione
rappresentativo
di praticanti, raccolta, analisi e
standardizzazione
dei dati.
Nel
presente
lavoro
si
intendono
sinteticamente offrire:
a)
irisultati preliminari dei
dati raccolti nellalase pre-seprimentale
attinenti
alla
somministrazione
del Comparing
Catholicism
Survey
[CCS]
a
un
campione
pre-sperimentale
di
14
parrocchie
scelte
tra
Italia, Stati
Uniti,
Spagna
e
Portogallo;
b) I'analisi delle caratteristiche
sociometriche
del
questionario
CCS
di
autovalutazione.
3.
La
fase pre-sperimentale:
il
questionario
e
la
raccolta dei
dati
II
questionario, oltre aIle
domande
riguardanti
Ie
caratteristiche sociodemografiche
dell'intervistato (sesso, eta,
stato
civile, livello di istruzione), approfondisce
tre
diversi
domini:
Ie
credenze e
Ie
rappresentazioni religiose,
La
pratica religiosa, alcune questioni di
'scottante'attualitl:z
1o
Perquanto
riguardail
primo
aspetto
il
questionario
ha
interrogato
8
Per
una
disamina del
new
paradigm si veda L.
DIOTALLEVI,
Il
rompicapo della secolarizza-
zione italiana.
Cam
italiano, teone americane erevisione delparadigma della secolarizzazione,
Rubbettino,
Soveria Mannelli 2001.
Per
quanto
riguarda
la
pluralizzazione
interna
al
cattolice-
simo
italiano
rimandiamo
an
cora
aL.
DIOTALLEVI,
Internal Competition in aNational Religious
Monopoli: The Catholic Effect
and
the Italian Case,
in
«Sociology
of
Religion", 63 (2002), n.
2, pp. 137-155.
9
Si
vedano
i
testi
di
J.D.
DAVIDSON
et al., The Search
for
Common
Ground: What Unites
and
Divides Catholic Americans,
Our
Sunday
Visitor
Publishing,
Huntington
1997;
1.
HAM-
NET
(a
cura
di), Religious Pluralism
and
Unbelief,
Routledge,
London
1990.
10
Le
domande
sulla
credenza
esulla
pratica
religiosa so
no
state
tratte
da
altre indagini
'classiche' sulla religiosita:
per
tutte
rimandiamo
a
V.
CESAREO,
R.
CIPRIANI,
F.
GARELLI,
C.
LANZETTI,
G.
RovATI, La religiosita in Italia,
Mondadori,
Milano
1995.
Le
domande
su quelli
94
gli intervistati circa
Ie
proprie credenze sull'esistenza dell'inferno, del purgatorio edel
paradiso, sulle apparizioni della Madonna, sulla chiesa cattolica come organizzazione
voluta eassistita da Dio, sulla risurrezione del corpodopo
la
morte, sull'immortaliddel-
l'anima, sui peccati mortali che escludono dalla grazia di Dio, sulla reincarnazione.
Agli intervistati estato richiesto di esprimere
la
propria
opinione circa alcune que-
stioni riconducibili allivello di legittimazione del pluralismo religioso:
la
salvezza peri
non
cristiani, il grado di
verid
presente nella
propria
enelle altre religioni, la plausibilita
dello
sforza
missionario della chiesacattolica nel convertire credenti di altre religioni. E
stato poi indagato illivello di accordo
con
alcune affermazioni circa il coinvolgimento
della religione in politica, l'utilita della preghiera
per
calmare
Ie
ansie e
Ie
paure, il per-
dono
da parte di
Dio
dei peccati anche senza la mediazione di
un
sacerdote.
Per
quanto
riguarda il
dominio
della pratica religiosa
sono
state utilizzate
Ie
do-
mande
standard
delle altre ricerche nazionali einternazionali: frequenza alIa messa,
alIa
comunione
ealIa confessione, frequenza della preghiera fuori dei riti religiosi. Le
pratiche della messa domenicale edella confessione
sono
state ulteriormente indagate
con
due
domande
di
controllo
11
La
parte
inedita del questionario e
senz'altro
quella che approfondisce
l'opinione
dei fedeli su alcune questioni
'scottanti'
della vita della chiesa.
Nonostante
alivello
di opinione pubblica, talvolta di
gossip,
si affrontino spesso tali argomenti, allo stato
attuale manca completamente
una
letteratura scientifica di riferimento,
soprattutto
riguardo aquello che pensano i'praticanti'. Estatarichiesta l'opinione degli intervistati
sull'ordinazione presbiterale delle donne, sullapossibilita
per
ipreti di sposarsi, sulla
comunione
ai
divorziati risposati, suI matrimonio
tra
omosessuali; estato inoltrechie-
sto se
si
accosterebbero alIa
comunione
nel caso in cui acelebrare la messa fosse
una
donna,
0
un
prete
sposato, 0
un
prete
omosessuale. So
no
state inserite infine alcune
domande, utilizzate
soprattutto
negli Stati
Uniti
nelle indagini degli anni Settanta e
Ottanta,
circa 'il
buon
cattolico': si
puo
essere
buoni
cattolici anche senza andare a
messa
tutte
Ie
domeniche, senza confessarsi almeno
una
volta all'anno, senza seguire
Ie
indicazioni del Papa edei Vescovi nel
campo
della morale sessuale?
4.
Dati
e
risultati
della fase
pre-sperimentale
4.1.
Procedura
della
somministrazione
del
CCS
nella fase
pre-sperimentale
Nelle domeniche tra maggio eagosto delZ006,
il
questionario
CCS,
autocompilato
e
con
58
domande
chiuse, estato distribuito ai partecipanti alIa messa domenicale di
14
parrocchie, di cui 4statunitensi, 5italiane, 3spagnole eZportoghesi. Ai partecipanti,
tenendo conto delle differenti esigenze delle
comunita
di appartenenza, estato chiesto
che vengono definiti, aseconda dellivello
di
'accettabilira' all'interno della comunita cattolica,
emergent topics oppure
hot
issues,
sono state tratte dal dibattito che
si
esviluppato in alcu-
ne riviste
di
ispirazione cattolica: per tutte ricordiamo
Ie
riviste nordamericane "The National
Catholic Register», "The National Catholic Reporter» e"America».
II
Queste due domande di controllo rappresentano l'unica novita nella parte della pratica
religiosa: irisultati confermano I'opinione ormai sempre piu diffusa tra isociologi della religio-
ne che nelle autodichiarazioni
di
frequenza
ai
riti religiosi
ci
sia un fenomeno
di
over-reporting
di
circa iI15%.
95
di compilare il questionario 0all'inizio 0alIa fine della celebrazione della Messa 0,
per
sole 2parrocchie italiane, di compilarlo acasa epoi restituirlo la settimanasuccessiva
po-
nendolo
in
un
particolare raccoglitore
opportunamente
predisposto in parrocchia12
Sono
stati raccolti 2523
questionari
validi, distribuiti
secondo
Ie
percentuali
in-
dicate nella tabella 1
13
Tab.
1 - Frequenze epercentuali dei questionari raccolti distribuiti per nazione
Frequenza Percentuale
USA 1.203 47,7
4parrocchie
Italia
987 39,1
Paese di
origine
5parrocchie
Spagna Jparrocchie 130 5,2
Portogallo
203 8,0
2parrocchie
Totale
2.523 100,0
4.2.
Risultati
preliminari
su
2.523
questionari
validamente
compilati
Per
quanto
concerne
Ie
frequenze
dei dati sociodemografici rispetto al Paese
d'origine, la percentuale delle
donne
e,
in
tutte
Ie
nazioni, decisamente maggioritaria:
sull'intero campione essa raggiunge
iI66%,
con
un
picco dell'80%
in
Portogallo. Ri-
spetto all'era dei partecipanti, iI maggior
numero
dei praticanti americani si distribuisce
tra i30 e i 49 anni (33,5%),
mentre
fra gli
europei
c'e
un
importante
slittamento verso
fasce
d'
era pili avanzate (oltre i50 anni), cosicche il
gruppo
pili
numeroso
nei soggetti
italiani espagnoli equello
tra
i65 e i 70 anni (rispettivamente i130,4% e
il37,5%).
Rispetto
allo
stato
civile
non
si
notano
significative differenze trasnaziona1i: il
57,9% dell'intero
campione
esposato
con
rito religioso,
mentre
iconviventi so
no
del
tutto
assenti
in
Spagna e
in
Portogallo e
presenti
in
una
media
dell'l
,2%
nei restanti
gruppi
naziona1i. U
n'altra
importante
presenza, che caratterizza
10
stato civile di
tutte
Ie
comunira
indagate, equelladei
non
coniugati (23,7%
sull'intera
popolazione).
Sporadiche
sono
ovunque
Ie
presenze
dei divorziati edi
quanti
sono
sposati solo
civilmente (rispettivamente i14,8% ei13,3%
sull'intero
campione).
12
Nonostante non
sia
possibile fornire aproposito
dei
dati oggettivi,
si
estimato
che
nelle
parrocchie
in
cui
il
questionario estato compilato
in
chiesa
la
risposta abbia superato 1'80%
dei
presenti; percentuale
che
si
riduce a25-30% per quelli che hanno riconsegnato
il
questionario
la
domenica
successiva.
Per quanto concerne
la
traduzione del questionario,
ci
equi impossibile
de-
scrivere tutti i
passaggi
che sono stati
necessari
per garantire uno strumento
di
ricerca utilizzabile
in
maniera adeguata in contesti linguistici differenti;
gia
la
semplice traduzione
del
titolo della
ricerca testimonia idiversi approcci con
cui
ci
si
puo accostare
al
tema
della
medesima:
Cattolice-
simi
aconfronto, Comparing Catholicism, Visiones del Catolicismo, Catolicismo
em
questao.
IJ
Tutti idati sono stati elaborati con
il
software
SPSS©
14.0 per Windows.
96
Una
notevole differenza transcontinentale emerge rispetto allivello d'istruzione:
mentre
il
gruppo
maggioritario dei praticanti statunitensi ecostituito
da
coloro che
hanno
conseguito titoli post-Iaurea (37,3%), in Italia esso e
composto
da
diplomati
(31
%)
einSpagna dai soli licenziati di scuola media (36,6%).
Fa
eccezione il Portogallo
che, come negli Stati Uniti, ha
un
numero maggioritario di praticanti
tra
i
post
-laureati
(30,3%), ma allo stesso
tempo
anche la percentuale maggiore rispetto a
tutte
Ie
altre
nazioni
di
quanti
posseggono solo il
diploma
di scuola elementare (22,9%).
Come
periprecedenti dati sociodemografici, sono state
condotte
delle analisi cross-
tabs incrociando
Ie
frequenze di alcuni item riguardanti illivello di educazione religiosa e
la frequenza
ai
sacramenti della comunione edella confessione
con
il Paese d'origine.
Non
si
notano
differenze
tra
Ie
diverse
nazioni
ne rispetto allivello di educazione
religiosa, ne riguardo la frequenza alIa comunione: la maggioranza di
tutti
isoggetti
del campione (59,4%) afferma di possedere
un
buon
livello di conoscenza religiosa
edi comunicarsi settimanalmente (60,6%).
Differenze maggiori
emergono
tra
Ie
4nazioni e i 2
continenti
rispetto alIa pratica
del sacramento della confessione. Negli Stati
Uniti
la frequenza alIa confessione e
inversamente
proporzionale
alIa frequenza
con
cui si riceve la comunione:
mentre
il
75,6% dei praticanti statunitensi
si
comunica
da
una
volta alIa settimana a
due/tre
volte al mese, 1'85,1 %
non
si confessa mai 0solo molto raramente. Decisamente
diverso e
quanto
accade
tra
ipraticanti italiani: seppure la frequenza alIa
comunione
non
coincida
con
quella alIa confessione, esse tendono, tuttavia, ad essere
molto
ravvicinate. Infatti,
il55%
dei praticanti italiani dichiara di comunicarsi settimanal-
mente
eil 57,7% di confessarsi abbastanza spesso (pili volte all'
anno,
una
volta
al
mese). Le percentuali dei soggetti spagnoli si distribuiscono ugualmente su
opzioni
di valore medio (da «una 0due
volte
all'anno» ad «alcune
volte
durante I'anno»)
con
percentuali assai basse nei valori estremi
(<<mai",
«quasi
tutte
Ie
settimane»).
4.3. Analisi delle
caratteristiche
sociometriche
del
questionario
CCS
di
autovalutazione
In
questaprima fase della
nostra
ricerca,
non
avendo
potuto
ricorrere aquestionari
gia standardizzati
per
l'assenza di
strumenti
di rilevazione empirica internazionali
utili ai nostri scopi,
si
ereso necessario
condurre
un'analisi del
comportamento
so-
ciometrico del
CCS.
Dato
che il
numero
dei soggetti spagnoli e
ponoghesi
(17,2%)
enotevolmente inferiore rispetto aquello degli italiani estatunitensi (82,8%),
si
e
preferito
condurre
le
analisi di validazione
soltanto
su questi ultimi
due
gruppi.
Innanzitutto,
si
evoluto verificare la validita del
costrutto
teorico del
CCS
proce-
dendo
a
un'
analisi delle
componenti
principali separatamente
per
gli item
di
ciascuno
dei 3domini,
da
cui
sono
stati estratti 5fattori
con
un
buon
livello di saturazione
per
30
su
54 item non-demografici:
a)
conseguenza della Jede sulla
vita
personale, raccoglie 6item
tra
iquali: «Senza
la fede in
Dio
la mia vita sarebbe pili difficile>" «La preghiera mi serve
per
calmare
ansie epaure», «Dio mi aiuta
quando
ho
un
problema»;
b) distinzione tra condizione soggettiva
del
ministro eaccettazione della
Junzione
ministeriale, raccoglie 3item: «Faresti la
comunione
se acelebrare la messa Fosse
una
donna,
[...J
un
prete
sposato, [...J
un
prete
omosessuale?»;
c) pratiche magiche, raccoglie 4item
tra
iquali:
«Hai
consultato maghi 0indovi-
ni?»,
«Hai
letto l'oroscopo?»;
97
d)
credenze escatologichelortodossia, raccoglie 8item
tra
iquali: «Credi nell'esi-
stenza dell'inferno, [
...
]purgatorio, [
...
]paradiso?", «Credi nelle apparizioni della
Madonna?";
e)
conformitaldifferenza alla norma eprassi ecclesiale,
raccog.1ie
9item tra iquali:
<<E
giusto che anche
Ie
donne possano essere ordinate prete?",
«E
giusto che idivor-
ziati risposati possano fare la comunione?".
CAlpha
di
Cronbach
l4
conferma
una
buona coerenza interna dello strumento.
Per ognuno dei 5fattori,
il
valore della sommadei punteggi ottenuti dalla ricodifica
degli item su scala Likert edirettamenteproporzionale allivello di disaccordo espresso
dai praticanti rispetto
ai
contenuti degli item di ciascuna scala.
Sono state quindi eseguite 5differenti analisi della varianza tramite
ANOVA
one-
way, dove per variabile dipendente estato preso ognuno dei 5fattori e
per
variabile
indipendente, in successione: la nazione di appartenenza (USA eItalia), l'eta,
il
genere,
10
stato civile el'educazione. Per tutte
Ie
analisi sono emerse differenze significative
(=
p<O,OI)
sia interculturali tra Italia eUSA sia all'interno dei 2gruppi medesimi.
Riguardo
al
primo fattore
(a)
eemersa la maggiore difficolta degli statunitensi
rispetto agli italiani,
cOSI
come dei pill giovani (18-29 anni), degli uomini, dei
non-
coniugati edelle persone con
un
pill alto livello di istruzione nel cogliere
una
diretta
conseguenza della fede sulla vita personale.
Riguardo
al
secondo fattore (b)
gli
italiani
e,
considerando l'intera popolazione italia-
na estatunitense,
gli
ultra 64enni rispetto
ai
pill giovani, ivedovi rispetto
ai
non-coniugati
e
Ie
persone con
un
pill basso livello di istruzione
si
accosterebbero
ai
sacramenti con
molta pill difficolta se acelebrarli fosse una donna,
un
prete sposato 0omosessuale.
Riguardo
al
terzo fattore
(c)
ipraticanti americani, ipill giovani rispetto agli ultra
64enni,
Ie
donne, inon-coniugati e i divorziati rispetto
ai
coniugati e
ai
vedovi e
Ie
personecon
un
pill alto livello di istruzione hanno pill spesso consultato maghi, letto
l'oroscopo 0avuto la sensazione di avere
il
'malocchio'.
Riguardo
al
quarto fattore (d)
non
emergono differenze interculturali, mentre
Ie
donne sia statunitensi che italiane rispetto agli uomini mostrano una maggiore
aderenza all'insegnamento cattolico sui dogmi escatologici emariani.
Riguardo
al
quinto fattore
(e)
si
evidenziano ancora significative differenze sia
interculturali che all'interno dei gruppi. Gli statunitensi, igiovani tra i
18
e29 anni,
inon-coniugati e i praticanti con
un
pill alto livello di istruzione manifestano
una
maggiore
conformiti
alIa
prassi disciplinare cattolica suI sacerdozio aIle donne, sui
preti sposati, sui divorziati, sugli omosessuali, sull'osservanza della pratica dei saera-
menti efedelta
al
magistero in materia di morale e
una
maggiore adesione alla chiesa
cattolica quale unica vera religione.
5.
Conclusioni
15
Al termine di questa primafase pre-sperimentale riteniamo che
il
CCS
possa essere
considerato
uno
strumento adeguato amisurare idifferenti atteggiamenti, compor-
14
Tutti ifattori superano il valore di 0.7, generalmente considerato la soglia di affidabilita
di una scala, eccetto il fattore Pratiche magiche (0,589).
IS Rinviamo la discussione dei risultati in un prossimo lavoro di pili ampio respiro, dove
ci
ripromettiamo di fomire anche una pili ricca edettagliata presentazione dei risultati raccolti.
98
tamenti e
opinioni
dei praticanti di religione Cattolica.
Nonostante
cio,
Ie
analisi
ci
suggeriscono
due
principali modifiche da
apportare
allo
strumento
per
migliorare il
suo
comportamento
sociometrico: l'unificazione delle modalira di risposta (piena-
mente d'accordo, abbastanza d'accordo, d'accordo solo in parte, non sana d'accordo,
non
so
II
st,
no, non
so
II
pernulla,poco, abbastanza, malta, non
so
II
ecc.) in
una
sola
scala Likert a 5
punti
(dove 1=per niente e 5 =pienamente) quale
opzione
di scelta a
tutte
Ie
domande
riguardanti l'accordo acerte affermazioni;
un'attenta
revisione di
quegli item che
non
sono
stati spiegati dalle cinque
componenti
principali estratte.
L'analisi delle
componenti
principali sui 3domini del
costrutto
teorico del
CCS
(credenze erappresentazioni religiose, pratica religiosa, questioni di 'scottante' at-
tualita) ci suggerisce di riordinare
con
piu
chiarezza gli item secondo l'articolazione
dei 5fattori estratti,
per
favorire
una
maggiore attivazione cognitiva del rispondente
sulla specifica area tematica argomentata dalle singole domande. Inoltre,
un'attenta
rilettura di quegli item rimasti esclusi dalla spiegazione dei 5fattori ci ha permesso
di cogliere l'esistenza di altri
due
domini su cui sara necessario
condurre
ulteriori
verifiche statistiche: religiositalspiritualitacome due aspetti
non
equivalenti del vissuto
umano,
pluralismo/universalismo
come
due
atteggiamenti polari nella modalita di
riconoscimento della supremazia della
propria
verita di fede.
Irisultati
ottenuti
da
questo
primo
ampio campionepre-sperimentale, inoltre, ci
confermano
Ie
due ipotesi sperimenrali, ovvero che:
a)
Ie
differenze culturali eser-
citano
un
effetto significativo sui
contenuti
delle credenze esugli atteggiamenti dei
praticanti; b) idifferenti
contenuti
delle credenze edegli atteggiamenti dei praticanti
costituiscono dei modelli coerenti edistinti
di
religiosita.
11
fatto che gli statunitensi, rispetto agli italiani, dimostrino
un
maggiore disaccordo
nel riconoscere
un'influenza
diretta sulla salute ela vita quotidiana da parte dei
con-
tenuti edelle pratiche religiose della
propria
fede e, allo stesso
tempo,
appaiano
meno
influenzati dalle condizioni personali dei ministri di eulto,
potrebbe
essere spiegato
dalla piu chiara separazione
tra
il
privato e
il
pubblico, caratteristica della societa ame-
ricana, in cui coesistono diverse forme religiose.
D'altra
parte, che presso gli italiani
si
manifesti
una
tendenzacontraria,
se
paragonata aquella del
comportamento
religioso
mostrato
tra
gli statunitensi,
potrebbe
essere
dovuta
al
fatto che la cultura italiana e
permeata dall'insegnamento cattolico in cui sono
meno
accentuate
Ie
distinzioni
tra
pubblico eprivato, individuale esociale, sfera religiosa eambito politico.
Allo stesso
modo,
possiamo interpretare il differente atteggiamento nei confronri
delle pratiche magiche:
tra
gli americani tali pratiche
sono
vissute come
una
tra
Ie
diverse modalita di espressione della
propria
spiritualita e
non
percepite
come
ne-
cessariamente antagoniste alla
propria
appartenenza cattolica, come invece risulta
tra
ipraticanti italiani.
Aconferma delle ipotesi interpretative esposte piu sopra, accogliamo il fatto che
ipraticanti italiani si valutino
piu
critici nei
confronti
dell'insegnamento cattolico: in
una
societa multireligiosa comequella americana, epiu plausibile riscontrare
una
forte
identita di appartenenza rispetto a
una
societa in cui
il
cattolicesimo edi gran lunga la
religione maggioritaria. Infatti, nella
comunita
cattolica italiana
il
'dissenso' evissuto
all'interno della comunitastessa, adifferenza di
quanto
accade nella societa americana,
dove
il
'dissenso' conduce
con
piu
facilita a
una
diversa appartenenza religiosa.
Infine,
Ie
differenze riscontrate nei
contenuti
delle credenze enegli atteggiamenti
dei praticanti rispetto asesso, eta, stato civile eistruzione ci fanno presagire la presenza
di
modelli differenti di 'cattolicita' all'interno delle
comunita
di
appartenenza.
99
... Besides the relatively high percentage of dismissing classifications that is characteristic of the Italian adult attachment distribution in nonclinical and clinical samples, the low percentage of unresolved classifications is noteworthy. We may speculate that the underrepresentation of unresolved attachments is a consequence of the high diffusion of Catholic values among the Italian population (Barone, 2003;Barro & McCleary, 2003;EURISPES, 2010;Federici & Giordan, 2007). Several studies examining the role of the religion in adjustment to a negative life event such as the loss of a child (McIntosh, Silver & Wortman, 1993), a terroristic attack (Fredrickson, Tugade, Waughn & Larkin, 2003), or a violent death (Thompson & Vardaman, 1997) support the idea that religion plays an important role in cognitive and emotional coping processes. ...
Article
Full-text available
In the present meta-analysis 627 Strange Situation Procedures (SSP; Ainsworth, Blehar, Waters, & Wall, 1978) from 17 Italian infant attachment studies and 2,258 Adult Attachment Interviews (AAI; Main, Kaplan, & Cassidy, 1985) from 50 Italian adult attachment studies were included. All studies were published between 1990 and 2009. Our aim was to test the universality hypothesis of attachment theory in this Italian database. Results indicated that the majority of nonclinical Italian infants were classified as securely attached (53%); similarly, the majority of nonclinical Italian adults were secure (60%). Although cross-cultural similarities provide evidence for the universality hypothesis of attachment theory, our meta-analysis revealed also interesting cultural specificities. First, nonclinical Italian infants’ distribution showed an overrepresentation of avoidant attachments compared to the normative distribution. Second, the underrepresentation of unresolved loss among Italian nonclinical adults was noteworthy. (PsycINFO Database Record (c) 2013 APA, all rights reserved)
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